La situazione che stiamo osservando in Europa e nel Regno Unito è davvero sconcertante. I sistemi elettorali in vigore sembrano essere costruiti appositamente per impedire qualsiasi cambiamento significativo, supportati da una comunicazione altrettanto efficace quanto ingannevole. In questo contesto, il tema della pace, che dovrebbe occupare il primo posto nell’agenda politica, viene ignorato e così pure i leader che la sostengono. Paradossalmente, notiamo che vengono posti al vertice coloro che hanno ottenuto meno voti, come evidenziato in Francia, nel Regno Unito e ai vertici della UE e della NATO.
Questa settimana abbiamo assistito a eventi incredibili. Due figure politiche di spicco, Viktor Orbán e Marine Le Pen, entrambi sostenitori della pace, sono state fortemente osteggiate dall’establishment bellicista. Entrambi hanno dimostrato di avere a cuore la dignità del proprio popolo e la vita umana, promuovendo la pace nella nostra millenaria Europa.
In particolare, Marine Le Pen ha promesso che la Francia non avrebbe schierato truppe in Ucraina né avrebbe permesso l’uso delle sue armi contro la Russia. Questo impegno di pace ha portato alla sconvolgente rivelazione che “l’alleanza del disonore” tra il presidente Emmanuel Macron e l’estrema sinistra ha impedito al Rassemblement National di ottenere la maggioranza, nonostante avesse ricevuto il maggior numero di voti.
La pace sembra essere accuratamente evitata in Europa. Marine Le Pen è stata scavalcata da un’alleanza eterogenea di partiti di sinistra con programmi divergenti. In questo modo, il partito Rassemblement National (RN), che era in seconda posizione, si è ritrovato al terzo posto, anche a causa della dura propaganda di Macron e dei suoi alleati.
Stando a quanto riportato da Breitbart.com, sebbene Marine Le Pen avesse i numeri per vincere, l’establishment ha manipolato il sistema elettorale per rendere il cambiamento impossibile. I risultati delle elezioni francesi hanno mostrato che il Nuovo Fronte Popolare, un’alleanza di estrema sinistra, ha ottenuto meno voti ma più seggi rispetto al RN, grazie a un accordo segreto con Macron.
Secondo il Ministero dell’Interno francese, il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha ottenuto il maggior numero di voti tra tutti i partiti durante il secondo turno delle elezioni legislative anticipate di domenica, con oltre 8,7 milioni di voti, pari al 32,05% dei voti.
In confronto, l’alleanza di estrema sinistra Nuovo Fronte Popolare, composta da comunisti, socialisti e ambientalisti, guidata dal radicale di sinistra Jean-Luc Mélenchon, ha ricevuto solo circa sette milioni di voti, ovvero circa il 25,7%, mentre la coalizione centrista neoliberista di Emmanuel Macron ha ricevuto 6,3 milioni di voti, ovvero il 23,15% dei voti.
Tuttavia, nonostante abbia ricevuto 1,7 milioni di voti in meno rispetto al RN, il Nuovo Fronte Popolare si è aggiudicato il maggior numero di seggi di tutti gli altri partiti, attualmente stimati da Le Monde a 182. La coalizione di Macron ha vinto circa 168 seggi e, nonostante sia arrivata prima in termini di quota di voti, il RN e i suoi partner si sono aggiudicati il terzo maggior numero di seggi, stimati a 143.
Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha criticato duramente “l’alleanza del disonore” tra Macron e il Nuovo Fronte Popolare. Marine Le Pen ha sottolineato che, nonostante il RN non sia al potere, ha comunque ottenuto un notevole incremento di seggi, preparando la strada per una possibile vittoria alle presidenziali del 2027.
French Communist-Socialist Bloc Victorious After Making Deal With Macron to Stop Populist Le Pen Party, Says Exit Pollhttps://t.co/eCvaqJhfAt
— Breitbart London (@BreitbartLondon) July 7, 2024
Anche Viktor Orbán, primo ministro ungherese, sta affrontando critiche aspre per il suo impegno verso la pace. Nonostante i suoi sforzi diplomatici in Ucraina, Russia e Cina, l’establishment europeo continua a osteggiarlo.
La Gran Bretagna non è da meno: le recenti elezioni hanno visto il partito guerrafondaio Labour ottenere una vittoria schiacciante con solo il 35% dei voti, mentre il partito anti-guerra Reform UK, con il 14% dei voti, ha ottenuto solo 4 seggi in parlamento. Questo evidenzia ulteriormente la manipolazione e la corruzione del sistema elettorale occidentale.
In conclusione, nonostante i tentativi delle forze pacifiste, le leggi elettorali e la propaganda dell’establishment continuano a impedire un vero cambiamento, mantenendo al potere coloro che sostengono politiche belliciste, a scapito della pace e della volontà popolare.
Ma la verità non potrà essere ancora a lungo ignorata. Un collasso del sistema porterà inevitabilmente al suo crollo o a un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita dei popoli europei. Non solo la guerra e la smania di riarmo, ma anche la crisi economica che ne deriverà, sarà sostenuta principalmente dai cittadini comuni, mentre l’establishment continuerà a praticare le proprie politiche distopiche fino alla fine.
Infatti, anche se le forze guerrafondaie sono riuscite a manipolare le elezioni in Francia e in Gran Bretagna, un recente articolo economico del Wall Street Journal intitolato “Debiti schiaccianti attendono i nuovi leader europei” avverte chiaramente: “I nuovi governi in Europa stanno ricevendo un calice avvelenato… Vengono eletti con mandati per il cambiamento, ma hanno a disposizione solo mezzi limitati per attuarlo. Il debito pubblico è vicino ai massimi pluridecennali su entrambe le sponde della Manica, dove questa settimana gli elettori hanno eletto nuovi parlamenti. Sia in Francia che nel Regno Unito, la spesa pubblica e i deficit di bilancio come quota del prodotto interno lordo sono significativamente al di sopra dei livelli pre-pandemia. La crescita economica rimane fiacca, i costi di indebitamento sono aumentati e le richieste alle casse pubbliche sono in aumento, dalla difesa alle pensioni di vecchiaia. Tutto ciò significa che sarà necessaria una restrizione fiscale, ovvero una spesa minore o tasse più alte. Ma i politici non hanno preparato gli elettori a questo. Al contrario, hanno segnalato nuovi audaci piani di spesa”.
Mentre i leader europei perseguono le loro politiche, ignorando le reali necessità dei cittadini, ci avviamo verso un futuro incerto e potenzialmente disastroso, segnato da crescenti difficoltà economiche e sociali. Tuttavia, non voglio abbandonare la speranza. Anche se le alchimie politiche sembrano vincenti, rimangono comunque alchimie e, con la loro natura distruttiva, crolleranno come un castello di carta. Confido che, con l’aiuto di Dio, non mancherà un intervento provvidenziale. Voglio pensare che questo cambiamento sarà proporzionale al nostro desiderio puro.