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L’archeologo italiano Paolo Matthiae riceve l’Ordine al Merito siriano per il suo contributo agli scavi archeologici in Siria

Il sito di amici della Siria Ora Pro Siria ha dato la notizia che l’archeologo italiano Paolo Matthiae ha ricevuto l’Ordine al Merito siriano in riconoscimento per il suo contributo negli scavi archeologici .

In particolare, si riferisce che il ministro siriano della Cultura, Lubana Mechaweh, ha affermato che Matthiae ha trascorso quasi 40 anni della sua vita a scavare nel sito archeologico di Ebla ed è rimasto capo e direttore della missione archeologica italiana a Tell Mardikh dal 1963 al 2011 quando i lavori sul sito è stato interrotto a causa della guerra in Siria.
“Ha anche fondato una missione archeologica a Tell Afes e un’altra a Tell Tuqan”, ha aggiunto, sottolineando che Matthiae ha sempre considerato la Siria la sua seconda patria e nonostante tutti gli ostacoli e le pressioni è tornato nel 2022 dopo 11 anni di assenza obbligatoria, come direttore scientifico di una nuova missione italiana. “Tra il 1963 e il 2019 ha pubblicato circa 185 articoli scientifici sulla Siria, la sua civiltà e i suoi siti archeologici, e 23 opere che sono tra i più importanti riferimenti scientifici sulle antiche civiltà siriane, in particolare sul sito archeologico di Ebla”.

Nel suo discorso in questa occasione, Paulo Matthiae ha espresso la sua gratitudine per aver ottenuto il più alto grado di merito per Ebla, “Paese di una civiltà molto importante”, il più importante nella storia dei secoli dell’Antico Oriente e del Medio Oriente.
Ha chiarito che l’importanza di Ebla risale all’anno 23 aC “Questo è importante per tutta la storia a causa dell’emergere di una nuova lingua e cultura dopo la scoperta del palazzo di Ebla, e quindi la Siria ha rafforzato la sua posizione e prestigio per raggiungere lo stesso livello della civiltà del Nilo e della Mesopotamia”, ha concluso.

Il lavoro dell’archeologo Paolo Matthiae si colloca in un’area geografica fondamentale per la nascita delle civiltà umane. La “culla della civiltà”, come viene definita, si trova in Mesopotamia, l’odierno Iraq meridionale, e in Egitto, ma anche in Alto Siria, una regione che si distingue ecologicamente dalle precedenti. La Bassa Mesopotamia, in particolare, era una vasta valle alluvionale formata dai corsi del Tigri e dell’Eufrate e, non troppo dissimile dalla Valle del Nilo, presenta un ambiente naturale caratterizzato da una vasta gamma di terreni coltivati, steppe aride e acquitrini paludosi. Nella valle del Nilo, invece, il corso del fiume scorre quasi immutabile tra terreni verdeggianti e deserti aridi, senza alcuna variazione significativa. Nell’Alta Siria, invece, il territorio merita attenzione per le sue caratteristiche, quali la presenza di falese ad alta quota e l’influsso delle piogge, che aumentano man mano che ci si avvicina alla catena montuosa del Tauro, che costituisce il confine settentrionale della cosiddetta Fertile Mezzaluna, dove crescono i cereali, la vite e gli ulivi. La ricerca archeologica sta lavorando da decenni su queste regioni politicamente instabili e umanamente provate, alla ricerca di risposte sui protagonisti di quei mutamenti che hanno reso questi luoghi apparentemente in ospitali le accoglienti culle delle antiche civiltà umane.

Nella Bassa Mesopotamia e nella valle del Nilo, la “rivoluzione urbana” ha portato alla formazione delle prime città-stato e del primo stato territoriale. Questa fase ebbe luogo nel IV millennio a.C. e accelerò nel III millennio a.C., nella fase di Uruk Tardo e di Gemdet Nasr per la Mesopotamia e di Nagada IIIB-C per l’Egitto. Questo sviluppo culturale fu rivoluzionario e portò alla formazione di città con concentrazioni demografiche mai viste prima, circondate da mura, con architettura monumentale pubblica e gerarchie insediamentali, complessa economia agraria e classi professionali specializzate, stabile élite dirigente e crescente diseguaglianza sociale, nonché l’impiego della scrittura per fini amministrativi.

Questa nuova formula della vita associata fu caratterizzata dall’incremento della popolazione all’interno delle mura urbane, dalla dilatazione delle città e dall’aumento del numero e della densità dei centri urbani. Tuttavia, una possibile limitazione della “rivoluzione urbana” era data dall’ambiente delle valli alluvionali, che sembrava essere un condizionamento insormontabile per l’affermazione del nuovo modello urbano e statale.

La sfida fu vinta dai protagonisti dell’”urbanizzazione secondaria”, in particolare Ebla nella Siria Occidentale e Urkish nella Siria Nord-Orientale, che nacquero e prosperarono in ambienti ecologicamente diversi dalle valli alluvionali grazie a una diversa agricoltura secca estensiva e all’integrazione alimentare tra più colture agrarie e specie animali. Inoltre, queste città ebbero sfruttamento eccessivo delle risorse di materie prime fondamentali, come legname delle foreste e metalli delle montagne circostanti.Ebla ed Urkish dimostrarono che la “rivoluzione urbana” non era limitata alle valli alluvionali, ma poteva essere ottenuta anche in ambienti meno favorevoli. Ciò dimostra anche l’importanza dell’innovazione tecnologica e della gestione efficiente delle risorse naturali per lo sviluppo delle città-stato e degli stati territoriali.

L’urbanizzazione secondaria portò alla nascita di grandi città come Mari, situata sulla riva del fiume Eufrate, che si sviluppò come importante centro commerciale e politico della Mesopotamia settentrionale nel III millennio a.C.
In queste città, la scrittura ebbe ancora maggiore importanza; la scoperta degli archivi di Ebla ha permesso di comprendere la vita politica, economica e sociale della città e di ricostruire la withidria degli scambi commerciali del tempo.
I commercianti delle città-stato avevano a disposizione una grande diversità di materie prime e di prodotti finiti, oltre che di strumenti e di tecnologie di produzione avanzate, che garantivano alla classe dirigente un notevole potere sulle risorse naturali, sui lavoratori e sui mercati.

In questo contesto si sviluppò anche la scrittura cuneiforme, il primo sistema di scrittura geroglifia, con l’utilizzo di strumenti di scrittura a forma di cuneo su tavolette d’argilla. La scrittura cuneiforme permise la diffusione della conoscenza e facilitò lo sviluppo dei commerci e della burocrazia delle città-stato.
In conclusione, la “rivoluzione urbana” è stata una tappa fondamentale nella storia dell’umanità, che ha portato alla nascita di complessi sistemi sociali, politici ed economici basati sullo sviluppo delle città e degli stati territoriali. Questo sviluppo è stato reso possibile grazie all’innovazione tecnologica, alla gestione efficiente delle risorse e alla scrittura, che ha permesso la diffusione della conoscenza e lo sviluppo dei commerci e della burocrazia.

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Per comprendere, almeno come accenno, l’importanza del lavoro scientifico che il prof Matthiae ha svolto, scoprendo un’antica civiltà simile alla civiltà della Valle del Nilo e parallela alla civiltà mesopotamica, riportiamo dal sito del Meeting di Rimini la parte della conferenza tenuta nel 2014 dal professore in occasione della presentazione della Mostra DAL PROFONDO DEL TEMPO: ALL’ORIGINE DELLA COMUNICAZIONE E DELLA COMUNITÀ NELL’ANTICA SIRIA

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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