L’attentato in Libano è connesso con la via della Seta?

Libano: Perla sulla Nuova Via della Seta o Zona del caos dell’Età Oscura

di Matthew Ehret. Traduzione di Gb.P. OraproSiria

16 agosto 2020 – strategic-culture

Tante voci si sono affrettate ad entrare nel coro dei commentatori ipotizzando le molteplici possibili cause delle devastanti esplosioni avvenute nel pomeriggio del 4 agosto a Beirut che hanno portato all’anarchia di massa e alle sorprendenti dimissioni del governo l’11 agosto. Anche se non ho un notevole contributo innovativo da offrire in quella crescente serie di ipotesi (che si stanno lentamente trasformando in rumori), vorrei condividere una visione che affronta un aspetto troppo spesso trascurato del ruolo del Libano nel Grande Gioco. Prima di procedere, è utile tenere presenti alcuni punti fermi:
1) Il racconto ufficiale di un incidente casuale di fuochi d’artificio turchi che provocano la detonazione delle 2700 tonnellate di nitrato di ammonio che erano rimaste nel porto di Beirut per sei anni è del tutto incredibile.
2) Questo evento non deve essere considerato in alcun modo separato dal modello molto anomalo di esplosioni e incendi dolosi che si sono diffusi nel mondo arabo e africano nelle ultime settimane.
3) Questo modello di caos deve esso stesso essere visto nel contesto dello scontro tra due sistemi: l’alleanza unipolare della NATO che sta collassando da un lato e l’alleanza multipolare guidata dalla Nuova Via della Seta dall’altro.[su_spacer]

La questione della causalità

Il Medio Oriente è stato etichettato come il “perno geopolitico” dell’isola mondiale da devoti aderenti alla visione hobbesiana del mondo, come Halford Mackinder, Zbigniew Brzezinski, Henry Kissinger e Bernard Lewis. Oggi si capisce che chiunque possa stabilizzare o destabilizzare questa regione può controllare le leve per “l’isola del mondo” (Africa, Europa ed Eurasia) … e come disse una volta Mackinder: “chi controlla l’isola del mondo, controlla il mondo”. Nel caso del Libano, il ruolo che questa regione gioca come “Perla sulla Nuova Via della Seta” e intersezione di
tutte le principali civiltà del globo, ha plasmato le considerazioni di politica globale a Washington, Londra e Israele negli ultimi anni.
Gli eventi distruttivi in corso in Libano non possono essere separati dalla diffusione mozzafiato dei progetti ‘Belt and Road’ in Iraq, Iran, Siria e altre nazioni arabe.[su_spacer]

Più che Coincidenze

Nelle settimane precedenti il disastro del Libano, l’Iran si è trovata nel mirino di una feroce sequenza di attacchi con incendi dolosi ed esplosioni che hanno avuto inizio dall’esplosione del 26 giugno al complesso di produzione missilistico di Khojir, l’esplosione del 30 giugno in una clinica che ha causato la morte di 19 persone, un’esplosione il 2 di luglio all’impianto nucleare di Natanz che ha riportato indietro di mesi il programma di produzione delle centrifughe iraniane e gli incendi del 15 luglio all’impianto di Bushehr Aluminium. Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti hanno anch’essi sperimentato i propri incendi anomali che hanno devastato uno dei mercati più importanti di Dubai (fortunatamente vuoto a causa del Covid-19) il 5 agosto. Se una qualsiasi di queste anomalie fosse presa individualmente, il “caso” potrebbe sempre essere ritenuto colpevole. Tuttavia, quando si prendono tutti insieme e si riconoscono come rivoluzionari gli accordi BRI (Belt and Road Initiative) attualmente in fase di finalizzazione tra Cina e Russia con l’Iran, si ha una solida idea delle cause più profonde alla base di queste situazioni di caos apparentemente separate.[su_spacer]

Iran e la Nuova Via della Seta

Il fatto è che il tanto atteso patto economico e di sicurezza Cina-Iran da 400 miliardi di dollari, che è nelle sue fasi finali di negoziazione, include non solo il petrolio, ma importanti accordi infrastrutturali che forniranno all’Iran ferrovie avanzate e nuove reti energetiche. Questo programma include anche un’importante partnership militare/sicurezza che trasformerà drasticamente le
“regole del gioco” in Medio Oriente per generazioni. Gli elementi di questo patto includono non solo la difesa e le infrastrutture di condivisione dell’intelligence, ma anche il rafforzamento della nuova valuta digitale cinese, l’e-RMB, che eluderà i controlli occidentali sul commercio. Nel frattempo l’annunciata proroga da parte della Russia dell’accordo ventennale di partenariato sicurezza/economia firmato per la prima volta nel 2001 dai presidenti Rouhani e Putin sarà certamente concluso nei prossimi mesi. L’Iran ha anche reso noto il proprio interesse
nell’acquisizione del sistema S400 russo e tutti gli esperti geopolitici capiscono bene che questo sistema che si sta diffondendo rapidamente in tutta l’Eurasia, dalla Turchia alla Corea del Sud, rende impotenti e obsoleti i sistemi missilistici americani F-35 e THAAD.[su_spacer]

Se il triangolo Cina-Russia-Iran potrà essere stabilito saldamente, allora non solo la politica del regime di sanzioni americane si disintegrerà, ma verrà istituita una piattaforma vitale di sviluppo mediorientale per guidare meglio la crescita dei trasporti e dei corridoi di sviluppo avanzati dalla Cina verso est (e Africa) lungo la Nuova Via della Seta. Da novembre 2018 una ferrovia Iran-Iraq-Siria ha compiuto passi da gigante verso l’implementazione, come parte della ricostruzione del Medio Oriente finanziata dall’Iran e, infine, collegandosi al porto di Lattakia in Siria come hub per il Mediterraneo una ferrovia Shalamcheh-Bassora di 32 km è in una fase avanzata di sviluppo, con il ministro iraniano delle strade e dello sviluppo urbano Abbas Ahmad che afferma : “Il sistema ferroviario iraniano è collegato alle ferrovie dell’Asia centrale, Cina e Russia e se verrà costruita la ferrovia Shalamcheh-Bassora di 32 km, l’Iraq potrà trasferire merci e passeggeri in Russia e Cina e viceversa”.[su_spacer]

Mentre la linea ferroviaria di 32 km sarebbe la fase uno, la seconda fase dovrebbe essere una ferrovia e un’autostrada di 1545 km verso il porto siriano. La partecipazione regionale Iran-Iraq-Siria alla più ampia Nuova Via della Seta è incredibilmente importante, soprattutto da quando l’Iraq ha firmato un memorandum d’intesa nel settembre 2019 per aderire alla BRI (Belt and Road Initiative) nell’ambito di un nuovo programma di infrastrutture per il petrolio. Questo piano prevede la ricostruzione della Cina della regione dilaniata dalla guerra nell’ambito di un programma multifase di infrastrutture strategiche (ferrovia, strade, progetti energetici e idrici) ed altre infrastrutture (ospedali, scuole e centri culturali).
Allo stesso modo, la Cina ha espresso l’intenzione di portare programmi di ricostruzione reali in Siria ben noti e la strategia dei “Quattro Mari” attesa da tempo dal presidente Bashar Al Assad annunciata per la prima volta nel 2004 (e sabotata con la primavera araba) sta finalmente tornando attuale. Il presidente Assad aveva convinto 7 paesi a firmare la sua costruzione entro il 2010 e prevedeva il collegamento di tutti e quattro i principali bacini idrici (Mediterraneo, Caspio, Mar Nero e Golfo Persico) tramite corridoi ferroviari e infrastrutturali come motore per la cooperazione vantaggiosa per tutti e per la modernizzazione regionale. Assad aveva detto del progetto nel 2009 “una volta che avremo collegato questi quattro mari, diventeremo l’inevitabile intersezione di tutto il mondo in investimenti, trasporti e altro ancora”.[su_spacer]

Un video più completo di questo importante progetto può essere visualizzato qui:

[su_spacer]Libano: perla della Nuova Via della Seta[su_spacer]

La partecipazione del Libano a questo processo tanto atteso dovrebbe essere evidente a tutti, condividendo appunto un importante confine con la Siria, ospita 1,5 milioni di rifugiati siriani e anche un porto vitale nel Mediterraneo che lo rende una chiave di volta dello sviluppo est-ovest. Collegando questa zona di sviluppo emergente all’Africa dove la Belt and Road è emersa come forza trainante del cambiamento e della speranza negli ultimi anni, il Libano si trova tra le chiavi di volta più strategiche. I progetti per la ferrovia che collegherebbe il porto libanese di Tripoli attraverso la Giordania e da lì attraverso l’Egitto, creerebbero un nuovo campo positivo di prosperità che potrebbe cambiare radicalmente le regole del Medio Oriente e dell’Africa per sempre.
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Il 17 giugno 2020 l’ambasciata cinese ha pubblicizzato un’offerta per estendere i progetti BRI al Libano con una moderna ferrovia che colleghi le città costiere nel nord con Tripoli attraverso Beirut a Naquora nel sud. La cinese National Machinery Import-Export Corporation, ha anche offerto la costruzione di tre nuove centrali elettriche da 700 MW ciascuna, una nuova rete energetica nazionale e la modernizzazione dei porti. Il comunicato stampa dell’Ambasciata affermava: “La parte cinese è pronta a svolgere una cooperazione pratica attivamente con la parte libanese su una base di uguaglianza e di vantaggio reciproco nel quadro del lavoro congiunto per costruire la Belt and Road…

La Cina è impegnata nella cooperazione con altre nazioni principalmente attraverso il ruolo delle sue aziende, il ruolo guida del mercato e il ruolo catalizzatore del governo e delle operazioni commerciali. Le aziende cinesi continuano a seguire con interesse le opportunità di cooperazione nelle infrastrutture e in altri campi in Libano “.[su_spacer]

Queste offerte sono state applaudite da Hassan Nasrallah (leader degli Hezbollah libanesi e partner nel governo di coalizione), che da anni è stato un esplicito sostenitore della partecipazione del Libano alla BRI. Nasrallah ha anche sostenuto la liberazione del Libano dal FMI, i cui aggiustamenti strutturali e investimenti carichi di condizionalità hanno portato il debito del piccolo paese a esplodere fino a oltre il 170% del suo PIL senza nulla ricevere in cambio.[su_spacer]

È interessante notare che lo stesso giorno in cui la Cina ha reso pubbliche le sue offerte, Washington ha imposto il Caesar Syria Civilian Protection Act per punire tutti coloro che desiderano
commerciare con la Siria che a sua volta non solo ha ulteriormente schiacciato le aspettative siriane per la ricostruzione economica, ma ha preso di mira direttamente il Libano che vede il 90% delle merci siriane scorrere attraverso le sue frontiere verso il Mediterraneo.[su_spacer]

Ehret16082001

Quando le delegazioni cinesi hanno reso nota per la prima volta la loro visione per l’ estensione della BRI al Libano nel marzo 2019, dove è stata illustrata l’autostrada araba da Beirut a Damasco e la ferrovia verso la Cina, il fantoccio dell’ occidente Saad Al Hariri ha detto di no, preferendo invece firmare un piano del FMI da 10 miliardi di dollari. Più di un anno dopo, non è stata costruita nemmeno una virgola di infrastrutture. Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha svolto un ruolo importante nell’impedire al Libano di “andare a est” come Nasrallah e persino il presidente Aoun avevano desiderato, quando dichiarò in una conferenza stampa del marzo 2019: “Il Libano e il popolo libanese devono fare una scelta: andare avanti coraggiosamente come nazione orgogliosa e indipendente, o permettere alle oscure ambizioni dell’Iran e di Hezbollah di dettare il proprio futuro “.

La spinta ossessiva di Pompeo ad eliminare Hezbollah e soprattutto l’influenza di Nasrallah in Libano, ha meno a che fare con qualsiasi minaccia percepita che Israele afferma di avere, e tutto a che fare con l’abbraccio di Hezbollah e dell’Iran alla iniziativa cinese della Belt and Road. Quando le offerte cinesi sono state rinnovate nel giugno 2020, il fantoccio di Pompeo David Schenker (Assistente segretario di Stato per gli Affari del Vicino Oriente) ha rilasciato un’intervista il 23 giugno affermando che Hezbollah “non è un’organizzazione che cerca riforme, ma piuttosto una che vive di corruzione”. Schenker ha avvertito il Libano di non cadere nella “trappola cinese” e ha detto che le richieste di Nasrallah che il Libano “guardasse ad est” erano “scioccanti”.

Senza entrare in una lunga confutazione dell’argomento della “trappola del debito cinese” (che in realtà è solo l’effetto degli imperialisti occidentali che proiettano le proprie pratiche sporche sulla BRI cinese), è sufficiente dire che è un mito al 100%. Una panoramica riassuntiva degli investimenti cinesi in Africa che sono numericamente simili agli investimenti americani dimostra che la differenza si trova interamente nella qualità poiché la Cina investe in modo univoco in costruzioni reali, produzione e persino banche africane che sono proibite da tutti gli imperialisti che desiderano usare l’Africa solo come un terreno di saccheggio per risorse e manodopera a basso costo.

Parlando di questo problema, e della speranza per il Libano più in generale, il BRIX svedese Hussein Askary ha dichiarato : “Sta diventando ovvio che un paese come il Libano, piccolo ma completamente sovrano e indipendente, può rompere le reni di un impero globale scegliendo di seguire la via del progresso, della sovranità nazionale e della cooperazione internazionale secondo il modello di vantaggio reciproco offerto dalla Cina. Questo non significa tagliare tutti i ponti a ovest. È necessario mantenere quelli che sono nel vero interesse del Libano e del suo popolo. Se gli Stati Uniti e l’Europa volessero cambiare le loro politiche e unirsi alla Cina nell’offrire al Libano energia, trasporti, acqua e investimenti agroindustriali, il popolo e la leadership libanese li prenderebbero a braccia aperte”.

fonte:https://www.strategic-culture.org/news/2020/08/16/lebanon-pearl-on-new-silk-road-or-zone-dark-age-chaos/

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