Se Arcelor Mittal – una delle principali società siderurgiche e minerarie a livello mondiale, con una presenza in 60 paesi e una produzione in 18 paesi – non abbandonerà i suoi piani per sospendere il funzionamento dello stabilimento di Taranto, le autorità italiane introdurranno un’amministrazione provvisoria presso l’impresa, secondo quanto riportato dall’agenzia ANSA lunedì 18 novembre.
Quello che sapevamo è che le autorità italiane, così come i sindacati, ritengono che Arcelor Mittal non dovrebbe sospendere la produzione nello stabilimento di Taranto, che la società deve adempiere ai propri obblighi, nonostante le difficili condizioni economiche. Inoltre, il progetto non considera il progetto di nazionalizzazione della più grande impresa metallurgica del paese proposta da esperti.
Poi la svolta: in una recente perquisizione della Guardia di Finanza presso gli uffici italiani della Arcelor Mittal gli investigatori hanno scoperto che in realtà i passi fatti fatti per dimettere l’acciaieria era parte di un parte pianificato per eliminare un concorrente.
Pare la stessa acquisizione dell’azienda italiana fosse finalizzata solo a questo: spremere l’azienda, renderla un relitto, poi abbandonarla con la chiusura degli impianti e relativo licenziamento dei 10.000 dipendenti.
Non meraviglierebbe che Arcelor Mittal nella stessa acquisizione dell’Ilva – effettuata tramite la vendita di molte delle sue acciaierie – abbia usato la stessa metodica.
Emerge quindi una vera truffa ai danni del nostro paese: la Guardia di Finanza ha scoperto che la Arcelor Mittal comprava materie prime all’estero con prezzi gonfiati e rivendeva il prodotto finito sotto costo a imprese proprie. Lo scopo era succhiare quanto più possibile risorse vitali all’azienda italiana e lasciare poi una carcassa vuota ai commissari, eliminando così un importante competitor internazionale. Agli inquirenti risulta anche che il colosso dell’acciaio indiano non ha nemmeno iniziato le operazioni di ammodernamento e di bonifica degli impianti di Taranto, come ci si aspettava che facesse.
Il Fatto Quotidiano ha rivelato che lo stesso sciacallaggio, l’azienda indiana, l’ha posto in essere precedentemente in Romania .
Per il momento sembra che Acelor Mittal rinvierà la chiusura degli impianti, ma la polizia finanziaria italiana ha scoperto che nei magazzini ci sono materie prime sufficienti solo per 3 settimane.
Negli anni migliori, Ilva ha prodotto oltre 10 milioni di tonnellate di acciaio, ma ora il volume della produzione si è dimezzato a causa di problemi ambientali. Nel 2015 lo stabilimento è stato trasferito all’amministrazione statale.
Acelor Mittal ha garantito agli investitori Ilva che avrebbe portato l’impianto a un EBITDA positivo entro la fine del 2019 e avrebbe aumentato la sua capacità a 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno.
Poi sappiamo com’è andata…
La domanda è: come è possibile che alle autorità italiane non siano emerse queste evidenze sul conto della Arcelor Mittal, già all’atto del suo ingresso in Italia?
@vietatoparlare