Sento vero questo giudizio letto ieri sera in un blog:
[su_quote]”A ben guardare, Ci si limita a dire che ci sono le bombe e le guerre, quasi che queste caschino dal cielo per disgrazia naturale. Ma l’estetica di questa sequenza ci fa attraversare il senso predefinito e approntato dal dispositivo militare e politico dominante?
Credo che invece la struggente e tragica bellezza di tale scena abbia un potere meramente contemplativo. Il moto possente di emozioni che suscita non spinge a capire, non squarcia i veli delle facili e semplicistiche equazioni sul fenomeno migratorio (o di altri tragici eventi ndr).
Al contrario ti lascia contemplare la tragica e titanica ineluttabilità del dispositivo così come viene ad autoimporsi. Non ci resta che augurarvi buona accoglienza a tutti voi, buona guerra e buona visione. …”[/su_quote]
Sono parole forse dure ma vere. Purtroppo, mi tocca constatare che il giudizio del Papa ‘le suore di Madre Teresa uccise in Yemen sono martiri nell’indifferenza’ non è stato raccolto adeguatamente.
L’indifferenza infatti è dovuta principalmente all’opera di cattiva informazione del mondo globalizzato ma anche all’opera di cattiva informazione e di giudizio che fa il popolo cristiano contro sè stesso.
L’indifferenza di cui parla il Papa è anche questa: guardare questi eventi come ineluttabili, come fossero calamità naturali e non come frutto di un meccanismo che tende a autoimporsi e che va giudicato.
Ora i rilievi che possiamo fare sono molti. Ci vorrebbe poco per iniziare a procedere diversamente. Per esempio, è un dato che la posizione in atto che sta privilegiando i musulmani rispetto ai cattolici, che non denuncia sufficientemente cosa sta succedendo in Yemen, in Siria, quello che è successo in Libia, in Iraq, nella ex-Yugoslavia, non è una posizione pienamente fedele a Cristo. Per esempio è un dato che la comunità di Sant’Egidio sulla Siria non ne ha azzeccata una: continua ad esortare ad aprire ‘corridoi umanitari’ senza dar segno di capire la natura di quella guerra e la mancanza di volontà di interromperla da parte delle grandi potenze (Italia compresa).
Ma l’iniziativa di Papa Francesco che incontra il patriarca Kirill a Cuba fa capire che lo Spirito Santo sorprende e che il Papa sta indicando un’altra direzione. Lentamente le prospettive stanno cambiando. Abbiamo Cristo dalla nostra parte, dalla parte dell’umano e perciò quello del Papa è un tentativo che dovrebbe essere capito ed accompagnato con le preghiere, con la coscienza del pericolo, in fondo con una presa di responsabilità (comprende entrambe le cose): basta con le posizioni dualistiche e el divisioni nella Chiesa, non possiamo più permettercele!
Il sentimentalismo, mettere al centro l’emozione è un atteggiamento del cuore inadeguato davanti a simili drammi. Ed è il tipo di approccio a cui attinge continuamente Avvenire, il giornale della CEI (2° giornale italiano). Nella fattispecie , per quando riguarda lo Yemen , è sulla linea di Gentiloni e perciò non denuncia le stragi saudite .
In Yemen, I sauditi appoggiano al Qaeda ed il nemico contro cui stanno combattendo è costituito da sciiti che professano un ramo dell’islam sufista, tra i più tolleranti sulla faccia della terra.
Avvenire così ha riportato l’uccisione delle 4 suore e non è andato oltre la testimonianza delle 4 suore e che si tratta di una uccisione vile:
”La strage dello Yemen, in un contesto internazionale in cui il fiato dei jihadisti del Daesh e di al-Qaeda incalza tutti, in Occidente come nel Terzo mondo, sembra icona di una ferocia che sconfina
nel male allo stato puro. Sapevano quanto odio stava come sbucando dal sottosuolo, fra le strade dello Yemen”. (cit. da Yemen le 4 suore uccise. Quell’amore in cambio di niente – Avvenire)
Capite? Per Avvenire , l’odio sbuca dal sottosuolo, come un terremoto, ed è appunto, una calamità naturale. E ”il fondamentalismo incalza tutti, sia l’occidente che il terzo mondo”.
Anche Radio Vaticana è riuscita a riportare la notizia delle 4 sorelle uccise nello Yemen in modo ‘indolore’: il solo giudizio politico che è riuscita a dare è che bisogna “sostenere i corridoi umanitari per chi fugge dalla guerra”. Questa è certamente solidarietà cristiana ma la carità cristiana deve immedesimarsi nelle situazioni altrimenti non è giustizia. Omettere di descrivere, e perdere l’occasione di una strage così efferata omettendo di denunciare cosa sta accadendo in Yemen, comprese le enormi responsabilità italiane, è un errore imperdonabile.
I fatti non accadono inutilmente, se abbiamo l’umiltà di sottomettere il nostro giudizio alla realtà.
La realtà ci indica continuamete che il nostro modo di vivere non è adeguato ed è profondamente violento. E’ per questo che ieri ho tradotto un documento che spiega come la decisione della guerra contro Gheddafi sia stata una scelta cosciente e non ‘umanitaria’ : Il sostegno occidentale ai ribelli in Libia è stato un appoggio diretto e deliberato ad al Qaeda
Cari lettori, non sto facendo questo tentativo del blog per niente ma con uno scopo preciso: fare un passo per uscire dall’inconsistenza di un giudizio falso con tutte le sue conseguenze nefaste che hanno continuamente sulla vita!
Lo denunciava George Orwell in ‘Teoria e prassi del Colletivismo Oligarchico’: non è vero che ”La guerra è pace”, che ”la Libertà è schiavitù”, che ” l’Ignoranza è forza” !
Non è una differenza da poco… le cose accadono perchè semplicemente non siamo in pace, siamo in schiavitù organizzata e siamo istruiti all’ignoranza: siamo noi stessi che fomentiamo il fondamentalismo. E l’odio non ‘sbuca’ dal sottosuolo… dice Piero Gheddo : è l’era dell’anticristo.
Le suore, vere martiri cristiane , avranno la loro Gloria con Gesù ma questo non giustifica che chi rimane su questa terra assista imperturbabile
a chi alla luce del sole perpetua le ingiustizie e la menzogna– Cosa fare lo dice il libricino di Havel ” il potere dei senza potere’. narra di un fruttivendolo che in un attimo è diventato un nemico temibile per il potere quando semplicemente rifiutandosi di esporre le scritte che la propaganda imponeva nel suo negozio.
E’ l’atto estremo di libertà che tutti possono fare: basta ricordare chi siamo e a cosa tendiamo in ogni cellula del corpo. Basta ricordare chi siamo…
Commossa dal nulla dell’uomo la Presenza si è incarnata e ci si è fatta sua compagnia. Cristo, entrando nella storia dell’uomo, in un modo così scandaloso e travolgente ha posto sè stesso come termine di giudizio e paragone.
L’umanità ha bisogno del suo fondamento, che gli sia svelato il suo ‘centro di gravità permenente’ che consiste nell’evidenza esperienziale di un ‘TU’. E’ il ‘Tu’ che fa tutte le cose.
Questo rapporto va ricercato e rischiato nell’esperienza, cioè bisogna essere leali e lasciare che quel TU trasformi il mondo. Come ha iniziato: la mia vita è essere strumento per fare un altro pezzettino perchè avvenga, secondo la mia vocazione, la sua gloria che è l’uomo vivente.
Tutto questo ha conseguenze. Se il mio ‘io’ consiste in Lui. nell’ambito di questo amore, i fatti che mi accadono mi riguardano.
Non per moralismo ma perchè, da subito, solo abbracciare quella Presenza ci fa liberi di fronte agli avvenimenti. Lo sperimentiamo continuamente: solo Lui ha parole di vita eterna.
Perciò oggi, è possibile reggere la drammaticità del reale solo perchè quel TU si è fatto compagnia: questa compagnia che ci costituisce va vissuta nel quotidiano che è l’ambito in cui veniamo purificati.
Ma invece sta accadendo che prevale una bontà senza quel ‘TU’, al suo posto prevale l’emozione, il sentimentalismo, il ‘tutti siamo uguali’, la pretesa buonistica che non esiste il male, che il male è dato solo dalla somma delle circostanze sociali in cui l’uomo si viene a trovare.
In conclusione: non trovo alcuna differenza tra la scelta religiosa e l’andare davanti all’ambasciata saudita o a Montecitorio a manifestare, purchè i gesti siano fatti con lo stesso cuore e con la coscienza che vi ho descritto. Per essere leali di fronte quel martirio, inanzitutto è necessario che la vita sia un’offerta, segnata e vissuta nella memoria di quelle suore. E non si può prescindere del contesto in cui sono vissute, di quel contesto che hanno abbracciato, in cui la loro vita si è immersa ed è stata donata.
No, non è possibile dire di essere affranti e vivere come prima.
Vietato Parlare- Patrizio Ricci