Le banche centrali mantengono i tassi interesse troppo bassi rispetto all’inflazione

PERCHÉ LE BANCHE CENTRALI PERDERANNO LA GUERRA CONTRO L’INFLAZIONE

Perché le élite perderanno la guerra contro l’inflazione? Perché non capiscono o non vogliono capire:

1) quanto le politiche climatiche alimentino al rialzo i prezzi dell’energia e delle materie prime;

2) quanto le commodities siano influenzate da dinamiche geopolitiche.

Un concetto basilare, infatti, è che dal 2020 a oggi le materie prime detengono de facto il controllo dell’outlook inflazionistico.

Per questa ragione, ritengo ridicola l’aspettativa del mercato sul ‘pivot’ della FED.

La banca centrale Usa stasera potrà anche allentare un po’ l’approccio di politica monetaria per fare un piacere alla Casa Bianca e dare un’ulteriore spinta a Wall Street prima delle mid term, ma fintanto che il petrolio continuerà a scambiare sopra i $70 (occhio tra l’altro all’allarme attacchi sulle infrastrutture saudite da parte Iran), le pressioni sui prezzi rimarranno elevate.

Da evidenziare poi che negli ultimi 6 mesi abbiamo assistito a un crollo dei prezzi delle commodities come metalli e acciaio. Crollo che, però, cederà il passo a un nuovo ciclo rialzista non appena Pechino allenterà la Covid Zero Strategy.

Ieri ne abbiamo avuto un assaggio: nichel (fondamentale per produzione di acciaio inox) ha prodotto un rialzo del 7% in una sola sessione di Borsa sulla scia delle indiscrezioni (non confermate per giunta) circa l’allentamento della CZS da parte del Governo cinese.

Se a questo aggiungiamo le nuove tensioni che investiranno il comparto dei beni alimentari dopo la sospensione dell’accordo sul grano da parte di Mosca, ben si comprende come la spinta inflazionistica commodity-driven rappresenti un elemento di natura strutturale.

Per concludere, è probabile che domattina ci sveglieremo con tassi negli Usa al 4% ma con un’inflazione ancora all’8,2%. Prima o poi il mercato dovrà digerire la verità e arrendersi al fatto che la guerra contro inflazione non si vince con tassi interesse negativi.

Gianclaudio Torlizzi, Twitter

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