Durante la notte di sabato l’esercito israeliano è tornato a attaccare la Siria (vedi qui). Damasco è stata nuovamente colpita da un attacco missilistico israeliano che ha avuto come obiettivo la capitale siriana Damasco. Le esplosioni sono state udite intorno alle 12:30 (21:30 GMT di sabato) e l’agenzia statale di stampa araba siriana (SANA) ha riferito che le difese aeree hanno affrontato “obiettivi ostili nel cielo intorno a Damasco”.
Secondo le stime preliminari, sono stati uccisi più di 15 civili e altri 15 sono rimasti feriti. Si tratta del primo attacco di Gerusalemme dopo il terribile terremoto, in cui sono morte 1.414 persone, secondo gli ultimi dati.
I media italiani non hanno coperto l’aggressione, mentre alcuni report si vedono su fonti internazionali, che però hanno fatto riferimento all’Osservatorio siriano per i diritti umani, che non è altro che una organizzazione che riporta il punto di vista degli aggressori della Siria ed è finanziato dal Foreign Office britannico.
Le fonti occidentali riferiscono che l’Aeronautica Militare israeliana aveva come obiettivo l’aeroporto di Damasco e la base militare, ma ha colpito invece un’area residenziale.
In realtà più probabile è che l’obiettivo sia stato proprio il palazzo colpito. L’ edificio distrutto di 10 piani che si trova nel popoloso distretto di Kafr Sousa, “ospita alti funzionari statali e del quartier generale dell’intelligence siriana. Quindi, se questa ipotesi fosse confermata, Tel Aviv non si sarebbe fatta scrupolo di colpire un edificio civile per assassinare funzionari della sicurezza nazionale siriana” (France 24), nonostante abbia sempre sostenuto di agire per la propria sicurezza e che gli attacchi avessero come obiettivo esclusivamente la presenza militare iraniana in Siria, un paese sovrano.
Ovviamente, questo attacco rappresenta una grave escalation, aggravata ancor più dalle circostanze in cui è avvenuta: non solo i siriani sono in ginocchio ( e gli aiuti arrivano molto scarsi), ma si bombarda anche la capitale facendo aumentare la paura diffusa ed il senso di smarrimento della popolazione (duramente provata da 11 anni di guerra, dalle sanzioni ed infine, dal tremendo terremoto).