Le contraddizioni calcolate di Papa Francesco

La conferenza stampa di Papa Francesco sul volo di ritorno da Panama ha, come sempre, fornito ogni sorta di idee interessanti. Ricordando sempre che non abbiamo a che fare con dichiarazioni magistrali, ma con opinioni personali che possono essere messe in discussione, tuttavia, esse hanno un grande peso, se non altro per il fatto che questi giudizi dati dal papa sono destinati ad orientare l’opinione pubblica cattolica e creare percezioni sulla Chiesa tra coloro che non sono cattolici. Le sue affermazioni sono anche degne di discussione perché da un lato ci forniscono un’indicazione del metodo che il papa usa nel suo ragionamento, mentre dall’altro ci offrono un’indicazione delle scelte pastorali che sta facendo o intende fare.

La cosa principale che salta fuori da questa intervista è il modo contraddittorio del Papa di esprimersi, il modo in cui afferma qualcosa, ma anche il suo opposto, in modo che ogni singola persona possa togliere dai suoi discorsi ciò che gli piace. Un esempio perfetto è la risposta che ha dato in questa conferenza sul celibato sacerdotale. Nella prima parte delle sue osservazioni, ha difeso con la spada il “dono” del celibato e la sua validità perenne, che dice di non voler mettere in discussione, nemmeno in un lontano futuro. Ma poi guarda come fa un’eccezione: “Rimarrebbe solo qualche possibilità in posti lontani, penso alle isole nell’Oceano Pacifico, è qualcosa da considerare quando c’è una necessità pastorale.” per dire: se c’è carenza di sacerdoti e l’Eucaristia può essere distribuita solo raramente, allora va bene.

In realtà, andando più alle radici della sua risposta, è chiaro che siamo sempre nel mezzo del metodo di “avviare processi”, che è così caro a lui. Comincia sempre con delle eccezioni: i luoghi lontani, i sacerdoti che visitano le loro comunità solo una volta all’anno (ma questo non è un problema nuovo, ma i papi precedenti non hanno mai considerato la possibilità dei preti sposati), quindi le eccezioni diventano rapidamente la regola. Dopo tutto, i vescovi tedeschi hanno già iniziato questa strada, e il tema dei “viri probati” terrà la panchina al Sinodo in Amazzonia il prossimo ottobre.

Il papa ha anche gettato nella discussione le tesi di un certo p. Fritz Lobinger in merito a una forma di sacerdozio “ridotto” per gli uomini sposati, dando l’impressione di avere un’idea estemporanea, in realtà non pensata, come a dire che questa è una delle tante ipotesi che possono essere considerate. Che bugia! In realtà, questo è un percorso che è stato attentamente pianificato da molto tempo: il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi e uno dei più stretti collaboratori del papa, ha detto nel novembre 2017, riferendosi al tema dei preti sposati, che Papa Francesco aveva raccomandato ai vescovi tedeschi durante le loro visite ad limina nel 2015 di leggere le opere di p. Lobinger. Quindi, appare chiaro dove vogliono andare con questa battaglia.

Un altro esempio di questo stile di esitazione è le parole del papa riguardo ai migranti. Il tema dell’ospitalità, delle frontiere aperte, dell’accoglienza di tutti, è stato martellato più e più volte durante questo pontificato, al punto che i fan più fanatici di Papa Francesco hanno iniziato a chiedere la scomunica per coloro che provano anche a suggerire di mettere un cordolo sull’immigrazione illegale. Ma ieri, e per dire la verità non per la prima volta, il papa ha fatto una dichiarazione molto più moderata e articolata e l’ha conclusa sostenendo il concetto di “aiutiamoli a casa loro” – parole che sembrerebbero plausibili in la bocca del [vice primo ministro italiano anti-immigrazione] Matteo Salvini. E ancora una volta, ogni persona può prendere dai discorsi del papa tutto ciò che gli piace.

Anche in questo caso, tuttavia, il vero processo che il papa ha avviato deve essere compreso dal totale collettivo di tutti i suoi discorsi e dai meccanismi che ha messo in moto: di fronte a qualsiasi regola che ogni tanto prova a sostenere sulla via del principio dell’accoglienza di tutti, c’è una massiccia dose di interventi e gesti che sostengono l’abolizione dei confini nazionali. E ci sono persino vescovi – come abbiamo visto anche – che sono diventati veri e propri fanatici.

Ad ogni modo, il modo in cui Francesco propone il suo pensiero crea inevitabilmente confusione, frustrazione e divisione, e questo è visto dal modo in cui gli osservatori e così tanti fedeli combattono tra di loro a seguito di dichiarazioni del papa che contraddicono a vicenda.

Questo articolo è originariamente apparso in italiano presso La Nuova Bussola Quotidiana .

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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