Le enormi implicazioni della Rotta Marittima Settentrionale russa

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Quando si parla di affrontare alcune delle condizioni climatiche più dure del mondo, nessun paese si avvicina alla Russia. Ora la Russia ha dato la massima priorità allo sviluppo di una Rotta Marittima Settentrionale, lungo la costa artica russa, per consentire il trasporto di gas naturale liquefatto [LNG] e carichi di container tra l’Asia e l’Europa, riducendo i tempi di spedizione quasi della metà e aggirando il sempre più rischioso Canale di Suez. La Cina è pienamente coinvolta, ed ora l’ha incorporata formalmente nelle nuove infrastrutture della Nuova Via della Seta.

Prima di partecipare al vertice del G20 di Amburgo a luglio, il presidente cinese Xi Jinping ha fatto scalo a Mosca, dove lui e il presidente russo Vladimir Putin hanno firmato la “Dichiarazione Congiunta Cina-Russia su un Ulteriore Rafforzamento del Partenariato Globale, Strategico e Cooperativo”. La dichiarazione include la Rotta Marittima Settentrionale come area strategica di cooperazione tra Cina e Russia, in qualità di parte formale della Nuova Via della Seta cinese [in inglese]. Da parte sua, la Russia sta investendo importanti risorse nello sviluppo di nuovi porti e infrastrutture per il gas naturale liquefatto lungo il percorso, così da fornire assistenza ad un crescente traffico marittimo che attraversi le sue acque territoriali artiche.

La Federazione Russa, sotto la supervisione diretta del Presidente Putin, sta costruendo l’infrastruttura economica che creerà un’alternativa al Canale di Suez per il trasporto di container e gas tra Europa e Asia. Inoltre, gli sviluppi stanno aprendo enormi nuove risorse non sfruttate tra cui petrolio, gas, diamanti e altri minerali lungo la Zona Economica Esclusiva russa, che attraversa la costa settentrionale siberiana.

La legislazione russa definisce ufficialmente la Rotta Marittima Settentrionale come le acque territoriali lungo la costa artica russa ad est della Novaja Zemlja, nell’Oblast’ di Arcangelo, dal Mare di Kara, attraverso la Siberia, fino allo Stretto di Bering, tra la Russia orientale e l’Alaska. L’intero percorso si trova nelle acque artiche e all’interno della Zona Economica Esclusiva russa (EEZ).

Studi geofisici preliminari confermano che sotto il fondale marino lungo la Rotta Marittima Settentrionale, nella EEZ russa, si trovano vaste riserve di petrolio e gas, cosa che fa crescere l’interesse del governo cinese nello sfruttamento congiunto delle risorse con la Russia, oltre che nei tempi di consegna potenzialmente più brevi da e verso l’Europa. Per la Cina, che vede aumentare le minacce alle sue rotte marittime di approvvigionamento petrolifero dal Golfo Persico e attraverso lo Stretto di Malacca, la Rotta Marittima Settentrionale russa offre un’alternativa molto più sicura, un Piano B in caso di interdizione navale americana dello Stretto di Malacca.

Lo US Geological Survey stima che all’interno della EEZ artica russa si trovi circa il 30% di tutto il petrolio sfruttabile dell’Artico e il 66% del gas totale. Lo USGS stima che le riserve di petrolio artico equivalgano a circa un terzo delle riserve totali saudite. In breve, come avrebbe detto Mark Twain, “c’è oro nero in quelle loro acque ghiacciate…” [in inglese]

La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), di cui sono firmatarie la Russia e la Cina, ma non gli USA, definisce una zona economica esclusiva come un’area “al di là e adiacente” alle acque territoriali di uno stato e fornisce agli stati “diritti sovrani… [sulla] gestione delle risorse naturali” all’interno della zona. La Cina non contesta i diritti della EEZ russa, ma cerca piuttosto di cooperare al suo sviluppo, ora formalmente all’interno del progetto Nuova Via della Seta.

Nuove rotte per il trasporto

L’altro motivo di interesse nella Rotta del Mare del Nord russa è un invio di merci più economico e veloce. Ad agosto di quest’anno, durante una prova, la metaniera russa Christophe de Margerie ha consegnato gas norvegese da Hammerfest, in Norvegia, a Boryeong, in Corea del Sud, in soli 19 giorni, circa il 30% più velocemente che con la tradizionale rotta del Canale di Suez, nonostante il fatto che la nave sia stata costretta a passare attraverso campi di ghiaccio spessi 1,2 metri. La tappa nel Mar Glaciale Artico è stata percorsa in un tempo record di sei giorni e mezzo. La Christophe de Margerie è la prima metaniera rompighiaccio del mondo, costruita da un cantiere navale sudcoreano [in inglese] secondo le specifiche della compagnia statale Sovcomflot per il trasporto di gas dal progetto Jamal LNG, nell’Artico russo.

La Russia sta inoltre collaborando con la Corea del Sud per sviluppare le capacità di trasporto della sua Rotta Marittima Settentrionale. Il 6 novembre, il Ministro per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente russo,  Aleksandr Galushka, ha incontrato il Ministro degli Oceani e della Pesca della Corea del Sud, Kim Yong-suk. I due paesi hanno concordato di condurre ricerche congiunte sugli investimenti per una rotta artica per i container lungo la Rotta Marittima Settentrionale. Lo sviluppo congiunto comprenderà hub per il trasporto da crearsi su ciascuna estremità della Rotta del Mar del Nord: Murmansk ad ovest e Petropavlovsk-Kamchatsky a est. Murmansk, confinante con le regioni settentrionali di Finlandia e Norvegia, fornisce un accesso al Mare di Barents sgombro dai ghiacci tutto l’anno [in inglese].

La coreana Hyundai Merchant Marine prevede di testare la navigazione delle navi portacontainer lungo la Rotta Marittima Settentrionale nel 2020, con navi portacontainer in grado di trasportare su quella rotta 2.500-3.500 unità equivalenti a venti piedi (un’unità di misura per i container). A luglio 2016 è stata effettuata una storica spedizione di due importanti componenti industriali dalla Corea del Sud al nuovo porto artico russo a Sabetta, e da lì, attraverso i fiumi Ob’ e Irtysh, alla città sugli Urali meridionali di Tobolsk [in inglese].

Nuovi investimenti nei porti artici

Murmansk è il sito di uno dei più grandi progetti infrastrutturali della Russia. Importanti lavori di costruzione sono attualmente in corso per completare il cosiddetto Murmansk Transport Hub, che comprende nuove strade, ferrovie, porti e altre strutture a ovest della Baia della Kola. Murmansk è già un hub chiave per spedire carbone, petrolio, pesce, metalli e altri carichi dalla parte europea della Russia. Servirà come principale porta occidentale per la Rotta Marittima Settentrionale verso l’Asia.

La Federazione Russa sta inoltre completando un nuovo porto a Sabetta, nella Penisola di Yamal. La Penisola di Yamal, che confina col Mare di Kara, è la sede delle più grandi riserve di gas naturale della Russia, con una stima di 55 trilioni di metri cubi (tcm). Per fare un confronto, le riserve di gas del Qatar sono calcolate in 25 tcm, quelle dell’Iran in 34 tcm. Il principale sviluppatore del porto di Sabetta sulla Yamal è Novatek, il più grande produttore indipendente di gas in Russia, insieme al governo russo [in inglese].

Il porto di Sabetta è anche sede del nuovo Yamal LNG Terminal, che entro la fine del 2017 inizierà il trasporto del gas della Yamal attraverso la Rotta Marittima del Nordest, verso la Cina. A pieno regime, il porto di Sabetta gestirà 30 milioni di tonnellate di merci all’anno, facendo di Sabetta il porto più grande del mondo a nord del Circolo Polare Artico, superando Murmansk. La Novatek ha già pre-venduto tutti i suoi volumi di produzione di gas dello Jamal LNG Terminal con contratti di 15 e 20 anni, soprattutto alla Cina e ad altri acquirenti asiatici [in inglese].

Lo Yamal LNG non è l’unica area in cui la russa Novatek sta cooperando con la Cina. Il 4 novembre, la Novatek ha annunciato di aver firmato ulteriori accordi con i partner dello Yamal LNG Terminal, China National Petroleum Corporation e China Development Bank, per il progetto Arctic LNG 2, che sarà potenzialmente più grande del progetto Yamal LNG. Il progetto della Novatek Arctic LNG 2, sulla Penisola di Gyda, separata dalla Yamal dal Golfo dell’Ob’, inizierà ad essere costruito nel 2019 [in inglese].

Lo Yamal LNG Terminal è un progetto da 27 miliardi di dollari il cui principale proprietario è la russa Novatek. Quando nel 2014 la guerra finanziaria del Ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha preso di mira la Novatek e il progetto Jamal, in seguito al referendum in Crimea per l’unione alla Federazione Russa, i finanziatori cinesi sono intervenuti fornendo 12 miliardi di dollari per il completamento del progetto, dopo che la compagnia petrolifera statale cinese, la CNPC, ha acquistato una partecipazione del 20% al progetto Yamal LNG Terminal. Il China Silk Road Fund detiene un altro 9,9% e la francese Total il 20%, con Novatek che possiede il 50,1%.

Rompere il ghiaccio, in stile russo

L’apertura delle potenzialità della Rotta Marittima del Nordest al flusso commerciale a pieno regime di gas e merci da ovest, lungo il litorale artico siberiano, verso la Corea del Sud e la Cina e il resto dell’Asia, richiede soluzioni tecnologiche straordinarie, soprattutto nel campo delle rompighiaccio e delle infrastrutture portuali lungo la gelida rotta artica. Qui la Russia è leader mondiale senza eguali. E la Russia sta per espandere significativamente questo ruolo guida.

All’inizio del 2016 la Russia ha commissionato una nuova classe di rompighiaccio a propulsione nucleare, chiamata classe Arktika, gestita da Atomflot, la filiale navale del gigante nucleare russo Rosatom, la più grande società di costruzione di impianti ad energia nucleare del mondo e la seconda più grande in termini di scorte di uranio, grazie alla produzione de 40% dell’uranio arricchito del mondo.

La nuova rompighiaccio Arktika è attualmente la più potente al mondo nel suo genere, e quando sarà pronta per la navigazione nel 2019 sarà in grado di rompere ghiaccio spesso 3 metri. Una seconda nave rompighiaccio nucleare classe Arktika entrerà in servizio nel 2020. Attualmente la Russia ha un totale di 14 rompighiaccio diesel e a propulsione nucleare, oltre all’appena completata Christophe de Margerie. Tutte le 14 nuove rompighiaccio sono state costruite in cantieri navali della zona di San Pietroburgo [in inglese].

La Rosatom prenderà il comando

Ora il governo russo sta intensificando lo sviluppo di tecnologie rompighiaccio con il chiaro obiettivo di sviluppare il trasporto e le risorse lungo la Rotta Marittima del Nordest come priorità economica nazionale.

Nel 2016 il Presidente Putin ha fatto una priorità personale la supervisione della costruzione di un modernissimo centro di costruzione navale all’avanguardia nel Primorsky Krai [Territorio del Litorale], nell’Estremo Oriente russo, per bilanciare lo sviluppo dei cantieri occidentali attorno a San Pietroburgo e far progredire la regione economica russa intorno a Vladivostok, mentre l’economia russa, che sta reagendo all’imprevedibile Washington e alle sue sanzioni, diventa sempre più autosufficiente in aree vitali.

La costruzione navale nell’Estremo Oriente è incentrata sulla ricostruzione completa da 4 miliardi di dollari del vecchio cantiere navale Zvezda, nella baia di Bolshoy Kamen, di proprietà della compagnia statale United Shipbuilding Corporation. Il Primorsky Krai è anche la sede della Flotta del Pacifico della Marina russa. Quando il gigantesco nuovo cantiere Zvezda sarà pronto nel 2020, sarà il più grande e moderno cantiere navale russo, incentrato sulla costruzione di petroliere di grande tonnellaggio, incluse metaniere, rompighiaccio artiche ed elementi per piattaforme [in inglese] offshore di petrolio e gas.

Il 18 novembre il quotidiano russo Kommersant ha annunciato che il Presidente russo Putin vuole trasferire lo sviluppo delle infrastrutture per la Rotta Marittima del Nord alla società nucleare statale Rosatom. Secondo il rapporto, Putin ha approvato l’idea, che gli è stata proposta dal suo Primo Ministro, Dmitrij Medvedev, e che metterebbe tutti i servizi statali per le attività nautiche, lo sviluppo delle infrastrutture e le proprietà statali utilizzate lungo la rotta sotto la gestione di Rosatom. Tra le altre implicazioni, la decisione di rendere Rosatom l’unica responsabile dello sviluppo della Rotta Marittima del Nord suggerisce che le rompighiaccio a propulsione nucleare debbano svolgere un ruolo molto più ampio negli sviluppi della Rotta Marittima del Nordest.

Secondo il rapporto, che deve ancora essere confermato formalmente, il ruolo della Rosatom è stato proposto dal capo della Rosatom, Alexei Likhachev, e dal Vice Primo Ministro Dmitrij Rogozin. Rogozin, sanzionato da Washington, è il Vice Primo Ministro responsabile dell’Industria della Difesa russa dal 2011. Se la nuova proposta diventerà legge, Rosatom supervisionerà tutte le infrastrutture e le costruzioni energetiche lungo i 6.000 chilometri del percorso attraverso la sua divisione artica.

Secondo la fonte, ciò significa che Rosatom supervisionerà praticamente tutto, dalla costruzione di porti, alla costruzione di infrastrutture di comunicazione e di navigazione, nonché al coordinamento della ricerca scientifica. Nell’ambito del piano, una nuova divisione artica di Rosatom centralizzerebbe i porti precedentemente controllati dal Ministero dei Trasporti e anche le rompighiaccio non nucleari gestite da Rosmorport e la flotta russa di navi rompighiaccio nucleari. Anche l’amministrazione della NSR, l’istituzione statale responsabile della sicurezza della navigazione, entrerebbe a far parte di questa nuova “Divisione Artica” della Rosatom. Sarebbe una mossa per semplificare notevolmente l’attuale frammentazione della responsabilità dei diversi aspetti dello sviluppo dei trasporti sulla Rotta Marittima del Nordest russa, una delle massime priorità di Mosca e un elemento chiave nello sviluppo della collaborazione Cina-Russia nella Nuova Via della Seta [in inglese].

Prendendo in considerazione tutto, ciò che è molto chiaro è che la Russia sta sviluppando tecnologie e infrastrutture all’avanguardia in alcune delle condizioni climatiche più estreme del mondo, costruendo la sua nuova economia, e lo sta facendo con successo in collaborazione con la Cina, la Corea del Sud e persino in una certa misura con il Giappone, contrariamente alle speranze dei neoconservatori dipendenti dalla guerra di Washington e dei loro mecenati nel complesso industriale militare statunitense.

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Articolo di F. William Engdahl pubblicato su New Eastern Outlook il 22 novembre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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