cusate ma è mai possibile che un carabiniere non distingua nella messa l’atto della consacrazione dal resto della messa? Ed è mai possibile che non si possa aspettare la fine della celebrazione? La consacrazione è forse assimilata a “flagranza di reato”? La sanzione è maggiore durante la Consacrazione?
Non è la prima volta che in periodo emergenziale Covid-19, si interrompe l’atto Centrale della nostra vita, ciò che solo da speranza a noi uomini! Se proprio si deve notificare una infrazione , si aspetti la fine della celebrazione , tanto ”il danno è fatto’, no? O vale la ”flagranza di reato”? Oppure esiste un recondito compiacimento?
Il sacerdote nel video si rivolge ai fedeli giudica l’atto di interruzione della messa come abuso di potere e considera come sia possibile che in un ambiente di 300 metri quadrati tredici persone, tutte distanziate e con mascherine possono rappresentare un pericolo reciproco.
Ma soprattutto – a mio avviso – neanche il rispetto delle norme in vigore possono giustificare l’interruzione di una celebrazione, inoltre, si capisce bene che la notifica dell’infrazione poteva essere meno plateale ed effettuata termine della celebrazione.
La notizia – gravissima – è di stamattina ed a riportarla è il quotidiano Nuova Bussola Quotidiana:
Il video che lo ritrae commuove e dà forza: un prete anziano, don Lino Viola che si fa coraggio e caccia letteralmente il carabiniere salito sull’altare per notificargli la multa da 270 euro per inosservanza del decreto del Governo e farlo parlare col sindaco al telefono. «Io sto dicendo Messa, non adesso», ripete più volte alle forze dell’ordine davanti all’altare, proprio mentre sta iniziando la preghiera di consacrazione: «Non rispondo al sindaco, sto celebrando la Messa». L’agente si allontana e il don, sconvolto, riprende con l’Orate fratres: «Pregate fratelli e sorelle perché questo mio e vostro sacrificio…».
Dovevamo arrivare a questa umiliazione? Ma forse questo servirà a svegliare qualche vescovo che pensa ancora di risolvere tutto con le trattative col Governo. E farà vergognare qualcuno dalle parti di Palazzo Chigi, come il presidente del Consiglio perché se succedono da due mesi queste scene da Cina comunista la responsabilità politica è principalmente di Giuseppe Conte e delle forze politiche che lo sostengono, Pd, Italia Viva e Cinque Stelle che in queste settimane sulle incursioni poliziesche sono state zitte. Scene da un Paese che perseguita i cristiani di cui bisognerà farsi carico.
Però non succede in Cina, ma in provincia di Cremona. A Soncino, una delle zone a più alta intensità da Covid. È qui, nella frazione di Gallignano, chiesa di San Pietro Apostolo che don Lino Viola ha incontrato il suo destino. (…)
Come dice la NBQ, non è mai successo neanche in Cina una cosa del genere. Il fatto è gravissimo e mortifica tutti i cristiani. Tanto più che i militari non hanno avuto neanche la delicatezza di aspettare la fine della messa. Hanno interrotto la consacrazione. Eppure esiste ancora per l’Arma il Codice di Presidio che prevede il saluto militare e gli onori al Santissimo.
Sullo sfondo della vita, è come se il Bene supremo venisse dopo la contingenza. Ma questa è una distorsione della realtà: a che serve se conservi la vita e poi la perderai? Ovviamente in tutte le cose occorre la misura ed il rispetto. Ed in questo caso si potevano salvaguardare entrambe le esigenze, senza mortificare nessuno. Quindi siamo di fronte a qualcosa che non è da trascurare, tanto più che non è la prima volta che si assiste ad un episodio del genere:
Sempre la Nuova Bussola Quotidiana segnalava il 16 marzo un analogo episodio a Cerveteri. Anche in questo caso la polizia locale ha interrotto la Messa subito dopo la Consacrazione.
Italian police interrupt Mass in Cerveteri District (Rome) that was being broadcast live on Facebook as there were people assembled outside praying in front of the Church. #coronavirus pic.twitter.com/YuDRP5qalB
— Alexey Gotovskiy (@go_alexey) March 15, 2020
In questo caso, NBQ riporta che:
“il parroco non fa in tempo a pronunciare la formula di congedo al cospetto di una chiesa vuota e dei fedeli connessi in streaming. Due vigili in mascherina, infatti, piombano dietro all’altare e con fare perentorio dicono al sacerdote che quella celebrazione non s’ha da fare. Motivo dell’intervento? Il parroco ha lasciato le porte della sua chiesa aperta e fuori, sul sagrato, ad una distanza superiore all’ormai comunemente noto metro raccomandato da decreti e circolari, sono raccolti in preghiera alcuni fedeli.
Il parroco, colto di sorpresa proprio nel momento del silenzio successivo alla Comunione, cerca di spiegare ai tutori dell’ordine di aver preso le giuste precauzioni, al punto tale che l’ingresso in chiesa è sbarrato da un leggio posto al centro della navata. Ma non c’è nulla da fare: uno dei due vigili s’impossessa del microfono e fa partire il proclama: “Allora scusate signori, non è possibile fare funzioni religiosi e agglomerarsi tutti insieme. Cortesemente, dovete allontanarvi perché non è possibile”.
Tali fatti meriterebbero quantomeno un intervento delle autorità, ma si lascia correre.
Inutile dire che in simili circostanze dovrebbe prevalere il buon senso ed il rispetto della libertà religiosa, il rispetto per ciò che si sta celebrando. Ma questa sensibilità è diventata cosa rara.
L’avvocato Stefano Nitoglia, del Centro Studi Livantino si chiede:
“se passa il principio che circostanze eccezionali, per ora collegate a questioni di salute, possono limitare le libertà costituzionali dei cittadini e quelle della Chiesa (anch’esse costituzionalmente garantite), cosa potrebbe accadere, in futuro, in circostanze eccezionali di diverso tipo? In quali materie e per quanto tempo si possono giustificare tali limitazioni? Possono esse divenire definitive?”.
E aggiungo, gli agenti si sarebbero comportati allo stesso modo nei confronti di un’altra religione? Cosa sarebbe costato loro aspettare la fine della celebrazione per poi sanzionare? Quanta mancanza di sensibilità si ravvisa in questo atto?
Arrivati a questo punto, ogni altra cosa sarà da oggi in poi, possibile.
poatrizio by @vietatoparlare