Nel 1928, Arthur Ponsonby, diplomatico, politico e attivista per la pace britannico, pubblicò il libro Lies in War (1928), in cui documentava la propaganda utilizzata durante la prima guerra mondiale da Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Stati Uniti. Il libro identificava alcune tecniche di comunicazione che ancora oggi sono considerate un classico del genere. Molti anni dopo, Anne Morelli, docente di critica delle fonti storiche presso l’università di Bruxelles, ha ripreso gli scritti di Ponsonby e ne ha distillato i principi della propaganda in un libro omonimo pubblicato per la prima volta in tedesco nel 2004. Morelli dimostra che le tecniche di propaganda rivelate da Ponsonby nel 1928 non hanno perso la loro validità e rilevanza e sono ancora ampiamente utilizzate oggi, sia negli scontri che nelle situazioni di tensione tra le potenze mondiali.
Il decalogo Ponsonby-Morelli comprende dieci principi della propaganda di guerra, tra cui “il campo nemico è l’unico responsabile della guerra” e “il nemico ha tratti demoniaci”. L’essenza di questi principi è la seguente:
1) Non vogliamo la guerra. La cosa principale è convincere le persone che i “cattivi” ci odiano e hanno già iniziato (o sono pronti a iniziare) per primi.
2) La guerra si fa solo per colpa del nemico. Sono “gli altri”, “loro” che hanno iniziato la guerra, o sognano di iniziarla da un giorno all’altro. “Noi” siamo costretti a difenderci.
3) Il leader del paese avversario è un vero diavolo. Non è necessario far odiare tutto il popolo, scriveva Ponsonby. “Dobbiamo personificare l’immagine del nemico, mostrare alla nostra popolazione che il capo, il capo degli “altri” è una persona malata di mente, pazza, corrotta.
4) Stiamo combattendo per una giusta causa, non per i nostri interessi. Va taciuto che in ogni guerra si perseguono principalmente obiettivi economici, sottolineando solo ragioni umanitarie.
5) Il nemico commette deliberatamente atrocità, noi – solo per caso. È necessario diffondere il più rapidamente possibili informazioni sulle atrocità commesse dal nemico, spiegando che tali atti sono sue caratteristiche.
6) Il nemico usa armi proibite.
7) Le nostre perdite sono insignificanti, le perdite del nemico sono enormi. Durante la guerra, le perdite di manodopera e attrezzature sono chiamate non effettive, ma ‘guidate a proprio vantaggio’.
8) I rappresentanti della cultura, dell’arte e degli intellettuali sostengono la nostra causa.
9) La nostra missione è sacra.
10) Chiunque dubiti della nostra propaganda è un traditore.
Vi ricorda qualcosa…? Senza la memoria l’uomo è senza difese…