I media usano le parole di Medvedev per far considerare i propri estremismi legittimi e giustificati

Un’ondata di condanna è stata provocata da un messaggio pubblicato sul canale Telegram del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha scritto: «Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri». «La risposta è che li odio. Sono dei bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. Finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire»

In realtà Medvedev non nomina l’occidente: non ha specificato a verso chi brucia tale odio ma è facile intuire a chi sia rivolta la sua riprovazione. Tuttavia, sì, non è difficile intuire che il messaggio di Medvedev sia rivolto alle autorità dell’Ucraina, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, non all’intero mondo civile.

Ma ugualmente, questo viene trasformato sulle principali testate giornalistiche italiane in “odio e voglio fare sparire gli occidentali“. Si nota una certa soddisfazione in questa invettiva, finalmente esplicita. Sembra che i media possano finalmente provare che in fondo i loro estremismi sono legittimi e giustificati. A loro avviso, questa è la dimostrazione che tutta la cortina fumogena innalzata sugli avvenimenti in corso per impedirne una giusta comprensione, sia stata in fondo legittima.

Il nostro ministro degli Esteri italiano Di Maio ha reagito così: “Le dichiarazioni di Medvedev sono molto gravi e pericolose. Sono parole inaccettabili che ci preoccupano molto anche perché provengono dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo. Questo non è un segno di dialogo, non è un desiderio di cessate il fuoco, non è un tentativo di riportare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia contro coloro che insistono per la pace”.

Di Maio è anche lui un uomo al vertice su cui grava una certa responsabilità, ma allo stesso modo ha definito Putin peggio di un animale.

Funziona così: Putin è costantemente trattato ed indicato come un animale o un sub-umano e così pure cittadini russi, così pure scrittori, intellettuali ed artisti di fama internazionale; al ministro degli esteri russo Lavrov viene precluso il diritto di raggiungere la Serbia in visita diplomatica (cosa che non fu fatta nemmeno durante la guerra del Golfo a Tereq Azziz),  ma se la leadership russa reagisce restituendo pan per focaccia allora, questo è condannabile. Per i media mainstream, ogni occasione è buona per dimostrare la disperazione e la follia che sta accadendo nella Federazione Russa.

E’ chiaro che ogni giorno i media cercano un capro espiatorio, sia pure se si tratta di parole  buttate lì su un social ad uso e consumo del pubblico russo (nessuno se ne sarebbe accorto se non ci fosse stata l’amplificazione mediatica.
Inoltre, se proprio vogliamo vedere, non è la prima volta che Medvedev parla in un modo così duro. In una intervista della TASS del 28 gennaio, in cui Medvedev in cui cercava di essere ‘diplomatico’, anche allora parlava di una minaccia di scontro nucleare, di un possibile scambio di attacchi nucleari tra Russia e Stati Uniti. Certo, per diplomatici di così alto livello solo affacciare tali ipotesi è paranoia, non serve commentare. Ma questo vale per entrambe le parti: quando le persone al potere, al Senato USA (e non nei social) citano  l’ipotesi nucleare come opzione, è sempre biasimabile. La leadership statunitense e russa ha una grande responsabilità verso tutto il mondo e verso il proprio popolo. Anche in epoca sovietica, i rispettivi governi non hanno mai parlato con tale leggerezza dello scatenare un conflitto nucleare.

Molto probabilmente, la durezza della retorica della leadership politica russa è causata dalla comprensione del fatto che i “paranoici” notati da Medvedev sono pronti a sacrificare non solo l’Ucraina, non solo l’Europa, ma l’intera popolazione dell’Europa o degli Stati Uniti per il solo amore di distruggere la Russia. Non per niente i globalisti pazzi con manie di grandezza hanno l’obiettivo principale di lanciare un “Grande Reset”.

Forse è la mancanza di comprensione dei rischi e del declivio in cui ci stiamo inesorabilmente sempre più avviando che fanno sembrare così dure queste parole? Probabilmente sì. Inoltre, c’è un altro aspetto. Medvedev era fino a poco fa considerato un moderato ed un filo occidentale, poi è successo quel che è successo. Le sanzioni hanno colpito lui stesso (è stato privato dell’accesso ai vigneti toscani e dei viaggi della moglie su un aereo privato per venire in Europa, al figlio è stato vietato al figlio di continuare a vivere negli Stati Uniti).

Medvedev e figlio

La politica di connivenza e di demolizione economica liberale ha dato i suoi frutti velenosi. La Russia si è trovata sotto una quantità colossale di sanzioni occidentali. I nuovi ricchi russi, che hanno costruito la loro intera vita pompando denaro fuori dall’economia nazionale e portandolo all’estero (sono quelli che piacevano all’occidente), sono stati semplicemente derubati lì senza processo o indagine. È stessa sorte è toccata ai fondi sovrani russi, esclusiva proprietà del popolo russo.

E così a seguire: la risposta occidentale nel giorno zero dell’invasione russa (per la Russia operazione speciale, perché considera la guerra aperta dal 2014) è stata abnorme perché ha travalicato il conflitto in corso, senza peraltro manifestare una chiara volontà di tentare un negoziato che tenesse conto di incongruenze ed errori condivisi.

Intanto, insieme all’invio di armi occidentali, i morti su entrambi i fronti si sono decuplicati. Biden e la leadership statunitense hanno promesso di ‘rompere la schiena alla Russia‘. Questo insieme a una serie di dichiarazioni e decisioni esecrabili, hanno acutizzato radicalmente il sentire dell’ex filo-occidentale Medvedev e lo hanno riposizionato, ora anche per intercettare consenso nella popolazione russa in vista delle elezioni del 2024.

La domanda è allora se i media italiani – che sono così lesti a giudicare questo tipo di reazione di odio verso l’Occidente -, si chiedano se questa sia la misura di come i russi siano delusi proprio dell’occidente che ha superato il limite degli eventi in corso, straripando in una fobia russa compulsiva. E poi c’è un’altra domanda che emerge leggendo tanto stupore ed interesse per le parole di Medvedev: non è che qualcuno crede veramente che stiamo mandando ogni tipo di armi per la pace in Ucraina e che ci sia del bene in questo?

patrizioricci by VPNews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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