Le petroliere iraniane che riforniscono la Siria sono ora scortate dalla marina russa

“Ora l’intercettazione diventa un rischio”: lo scrive la stampa americana sulla protezione delle petroliere iraniane dalla flotta britannica, da parte delle navi della Marina russa

Precedentemente la Marina reale britannica “osservava” le petroliere iraniane dirette in Siria senza incontrare resistenza. Tuttavia, ora, vista la protezione effettuata dalla Marina russa, vale la pena soppesare tutti i possibili rischi di tali azioni, incluso il sequestro delle navi (come avvenuto tempo fa a Gibilterra).

Questa valutazione è quella che è stata data dall pubblicazione USNI News (USA) (https://news.usni.org/2020/10/21/russian-navy-seen-escorting-iranian-tankers-bound-for-syria), riferendosi al fatto che la scorsa settimana la petroliera iraniana “Samakh” ha passato il canale di Suez, ha disattivato il trasponder e si dirigeva verso il Mar Mediterraneo .

Si è diretta quindi verso la Siria. E’ a questo punto che la petroliera iraniana è stata rilevata dalla scorta di una nave militare russa.

vice ammiraglio Kulakov
cacciatorpediniere russo classe Udaloy, il vice ammiraglio Kulakov

In passato, alcune petroliere iraniane che navigavano in Siria sono state intercettate dalla Royal Navy britannica. La scorta della flotta russa può essere vista come un passo precauzionale, perchè aumenterebbero i rischi politici e militari di qualsiasi intervento della Royal Navy o di altre forze, commenta USNI News.

Il giornale riferisce che la petroliera è stata scortata dal cacciatorpediniere vice ammiraglio Kulakov, e successivamente si è unita a loro la petroliera militare russa Akademik Pashin. Dopo che la nave iraniana ha raggiunto la costa siriana, la Marina russa ha condotto esercitazioni, tra cui la lotta antisommergbile.

USNI News valuta che è stato “un segnale sia per gli alleati che per i potenziali avversari che la Russia impedirà attivamente qualsiasi interferenza con le forniture iraniane”.

In definitiva – osserva il giornale – la marina russa ha lasciato intendere che sarà più attiva nella scorta di navi mercantili nella regione e l’intercettazione diventa un rischio non remunerativo.

base russa
Di Bin im Garten – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19861356 – Tartus naval base, from OpenStreetMap; detailed map of the naval base in the port of Tartus. 1a, b, c: Warehouses, 2 dry dock, 3 Parking area for vehicles and equipment (the “Park”), 4 Roll call square, 5 Pontoon bridges that serve as piers, 6 Concrete jetty used as pier, 7 Mooring jetty, 8 Civilian harbour, 9 Railway line, 10 Harbour protection wall.

USNI news riferisce che a Tartus la Russia stazionano permanentemente due sottomarini Pr.636.3 Improved-KILO Class della flotta del Mar Nero con missili da crociera da attacco terrestre Kalibr.

Come fa notare NavalNews, “La flotta del Mar Nero della Marina russa può ora schierare i suoi sottomarini nel Mediterraneo. Ciò nonostante un trattato internazionale che molti pensavano l’avrebbe impedito. La Convenzione di Montreux , concordata nel 1936, proibisce ai sottomarini di passare attraverso lo stretto del Bosforo, che collega il Mar Nero al Mediterraneo. Ci sono eccezioni nel trattato per casi speciali per le nazioni del Mar Nero: consegna di nuovi sottomarini nel Mar Nero e uscite per riparazioni. La Russia ora utilizza regolarmente queste clausole per ristabilire una presenza sottomarina permanente nel Mediterraneo. ”

@vietatoparlare

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