Le sanzioni occidentali imposte alla Russia, a seguito del conflitto ucraino, miravano a colpire duramente l’industria militare del paese, con l’obiettivo di limitarne le capacità produttive. Tuttavia, contrariamente alle aspettative iniziali, la Russia ha dimostrato una notevole resilienza e capacità di adattamento, riuscendo a superare le sfide poste dalle sanzioni attraverso strategie efficaci e un rafforzamento della propria industria interna.
Revisione delle aspettative
Diversi rapporti e analisi hanno evidenziato come le previsioni iniziali riguardanti l’efficacia delle sanzioni necessitino di una ripensamento. Inizialmente, si pensava che le restrizioni economiche avrebbero portato a una riduzione significativa della produzione di armamenti in Russia. Contrariamente a queste attese, la realtà ha mostrato un panorama diverso: la Russia non solo ha mantenuto, ma ha anche aumentato notevolmente la produzione di armamenti. Questa capacità di mantenere un livello elevato di produzione militare nonostante le sanzioni internazionali mostra una significativa capacità di adattamento e resilienza.
Strategie di aggiramento
Uno degli aspetti cruciali che ha permesso alla Russia di eludere l’effetto delle sanzioni occidentali è stato lo sviluppo di metodi efficaci per aggirarle. Questi includono l’utilizzo di intermediari e la collaborazione con paesi non allineati con l’Occidente. Queste alleanze hanno facilitato l’accesso a componenti critici necessari per la produzione militare, consentendo così alla Russia di continuare la sua attività produttiva senza grosse interruzioni.
In particolare, uno dei metodi più efficaci impiegati dalla Russia per eludere le sanzioni è stato l’utilizzo di paesi terzi per reindirizzare beni e tecnologie sottoposti a restrizioni. Ad esempio, è stato documentato che beni sanzionati provenienti dall’Unione Europea sono stati esportati in misura considerevole verso paesi terzi, che poi li hanno ulteriormente esportati verso la Russia. Questi paesi agiscono come intermediari, facilitando così il trasferimento di merci all’interno dell’Unione doganale euroasiatica, dove i controlli sono minimi, permettendo infine ai prodotti di raggiungere il mercato russo (DW) (Rusi.org).
Inoltre, la Russia ha sfruttato le lacune nelle regolamentazioni internazionali e le inefficienze nei controlli per incrementare la propria capacità di importare prodotti ad alta tecnologia e dual-use, cruciali per il settore militare e tecnologico. Questo include componenti come semiconduttori, componenti elettronici avanzati e software, spesso attraverso la creazione di nuove società o l’incremento del fatturato di operatori di paesi terzi coinvolti in queste attività (Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom LLP) (DW) (Rusi).
Infine, il governo russo ha anche adottato misure interne per rafforzare il controllo sui flussi commerciali e cercare di mascherare le rotte di importazione, al fine di mitigare l’impatto delle sanzioni e garantire la continuità dell’accesso a beni critici per il suo sviluppo industriale e militare (Al Jazeera).
Rafforzamento dell’Industria Interna
La risposta più significativa alle sanzioni, tuttavia, è stata il rafforzamento dell’industria militare interna. Di fronte alle difficoltà imposte dall’esterno, la Russia ha incentivato l’innovazione e l’espansione della produzione interna. Ciò include lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma che sono completamente indipendenti dalle importazioni esterne. Questa strategia non solo ha compensato le carenze causate dalle sanzioni, ma ha anche potenziato le capacità militari del paese, rendendolo meno dipendente da fornitori esterni.
Ecco alcuni esempi concreti di tale incremento:
- Produzione di Artiglieria e Munizioni: Nel corso del 2023 e inizio 2024, la Russia ha aumentato significativamente la produzione di carri armati, veicoli da combattimento corazzati e missili. Ad esempio, è stato riportato che la Russia ha prodotto circa 1.500 carri armati e 3.000 veicoli corazzati vari all’anno, oltre a un incremento notevole nelle scorte di missili Iskandr e Kh-101 (Rusi.org).
- Espansione delle Linee di Produzione: La Russia ha intensificato le turnazioni e ampliato le linee di produzione esistenti, riattivando anche stabilimenti precedentemente in disuso. Questo ha portato a un aumento significativo della produzione bellica, che include anche una strategia per aumentare la produzione di munizioni di artiglieria da 152mm e 122mm nel corso del 2024 (Homepage).
- Risposta ai Deficit di Produzione: A fronte di carenze nelle scorte di armi di precisione a lungo raggio, la Russia ha accelerato la produzione di droni come misura compensativa per contrastare le difese aeree ucraine. Ciò dimostra una certa agilità nel ripensare le strategie di armamento in risposta alle esigenze immediate del campo di battaglia (Al Jazeera).
Casi di paesi in cui le sanzioni sono ‘riuscite’: la Siria
E’ da considerare che per molti paesi, come la Siria, sono da anni sotto sanzioni inique che gravano principalmente sulla popolazione, la quale non può più accedere alle cure basilari ed è costretta a condurre una vita grama. Il caso della Russia è, in realtà, uno dei pochi in cui il paese colpito non viene completamente schiacciato dai provvedimenti restrittivi.
Le sanzioni di Trump
È interessante notare che l’ex presidente Trump ha dichiarato recentemente che, se verrà eletto alle prossime elezioni presidenziali americane, provvederà a sanzionare quei paesi che intendono abbandonare il dollaro a favore di monete alternative da adottare nelle transazioni e nei regolamenti internazionali. Questo non mostra un caso isolato, ma svela una certa mentalità secondo cui le sanzioni vengono adottate più spesso per mantenere la supremazia su altri paesi e per imporre un dominio globale, piuttosto che essere uno strumento necessario per esercitare pressione politica e punire i comportamenti illeciti dei regimi senza ricorrere all’uso della forza militare.
Capite che anche riguardo alla abituale ricorso alle sanzioni nel mondo, la resilienza dell’industria militare russa di fronte alle sanzioni occidentali è un fatto eccezionale ed chiaro indicatore di come l’occidente abbia del tutto smarrito la lucidità nell’affrontare le dinamiche geopolitiche attuali. Nonostante le intenzioni di indebolire le capacità militari della Russia, le sanzioni hanno invece spinto il paese verso una maggiore autosufficienza e innovazione tecnologica. Questo scenario dovrebbero portare la leadership europea e statunitense ad una riflessione profonda sulle politiche internazionali e sulle relazioni con la Russia e paesi che ostinatamente essi continuano a considerare di serie B e guardano soprattutto attraverso la prospettiva del profitto e, in alcuni casi, della colonizzazione.