Le tensioni con l’Iran mettono in luce lo stato decrepito della British Royal Navy

militarywatchmagazine.com

Il sequestro da parte della Gran Bretagna di una petroliera iraniana nello Stretto di Gibilterra, portato a termine con la forza dai Royal Marines il 4 luglio scorso, aveva provocato un grave incidente internazionale, con l’Iran che aveva risposto ordinando al Corpo delle Guardia della Rivoluzione la cattura di una petroliera battente bandiera britannica nello Stretto di Hormuz, dopo che le ripetute richieste di Teheran di liberare la sua nave erano state respinte. La Gran Bretagna si era rifiutata di liberare la nave cisterna iraniana in cambio del rilascio della propria, ed aveva risposto minacciando una più ampia presenza militare nel Golfo Persico nei pressi delle acque territoriali iraniane.

La chiave per una proiezione di forza così lontano dalle coste britanniche e per una pressione militare sull’Iran è la Royal Navy britannica, che, nel 2018, ha acquisito una nuova base in Bahrein, vicino alle coste iraniane. Lo stato attuale e le capacità della Royal Navy britannica lasciano comunque molto a desiderare, mettendo in dubbio la sua capacità di poter costituire una minaccia per l’Iran. Mentre gli Stati Uniti prendono le distanze dalla posizione della Gran Bretagna sulla questione delle petroliere e con il Segretario di Stato Mike Pompeo che afferma che la responsabilità di risolvere questo problema “ricade sul Regno Unito,” la capacità della Gran Bretagna di dare seguito alle sue minacce è altamente discutibile.

In termini di capacità di combattimento, la Royal Navy britannica si è notevolmente indebolita, sia per le dimensioni della flotta che per la sua affidabilità. Delle 4 portaerei, 13 cacciatorpediniere e 47 fregate degli ultimi anni della Guerra Fredda, la Gran Bretagna oggi è in grado di schierare solo una portaerei, sei cacciatorpediniere e 13 fregate. L’unica portaerei attualmente in servizio, la HMS Queen Elizabeth, ha sofferto di gravi problemi strutturali, compresi i recenti trafilamenti d’acqua dalla chiglia, che l’avevano costretta ad interrompere la sua missione e a tornare in porto. I cacciatorpediniere di Tipo 45 inglesi non solo vengono costantemente superati da quelli delle potenze rivali, come Cina e Stati Uniti, ma hanno anche grossi problemi di affidabilità. Secondo quanto riferito, i motori diesel Rolls Royce di queste navi da guerra “si degradano in modo catastrofico” nei climi caldi, come quelli che si trovano nello stretto di Hormuz o nelle acque del sud-est asiatico.

Una flotta di sei cacciatorpediniere è considerata estremamente piccola per una nazione che si autoproclama “potenza militare di primo livello,” è lo stesso numero di navi che la Cina aggiunge ogni anno alla propria flotta e l’85% in meno della flotta dei cacciatorpediniere giapponesi, nonostante livelli di spesa simili. Queste navi da guerra sono sempre più sorpassate, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, da quelle delle potenze rivali, avendo un raggio di combattimento di soli 124 km e potendo utilizzare contro le navi da guerra nemiche missili che viaggiano a velocità subsoniche estremamente basse. Capacità missilistiche anti-nave di oltre 800 km stanno diventando sempre più la norma. Però i più gravi difetti di questi cacciatorpediniere sono sono da ricercare nella loro complicata manutenzione e scarsa affidabilità, e questo significa che solo 2-3 navi da guerra possono essere contemporaneamente schierate in servizio. In effetti, che la Marina sia in grado di permettersi costi operativi per qualcosa di più di tutto questo rimane estremamente incerto.

La flotta britannica delle fregate leggere di classe 23 se la cava leggermente meglio rispetto alla flotta delle cacciatorpediniere, con solo 6 navi da guerra su 13 attualmente fuori servizio. Si prevede che molte di queste navi da battaglia possano rimanere in attività per oltre 35 anni prima che, verso la fine degli anni ‘20, siano disponibili adeguati sostituti e questo significa che, all’epoca, saranno già considerevolmente invecchiate, con conseguente aumento dei problemi di manutenzione e diminuzione delle loro potenzialità belliche contro avversari di pari capacità. Le navi sostitutive di Classe 31 vengono considerate delle corvette e, sebbene più recenti, sono state progettate principalmente per minimizzare i costi e si ritiene non siano in grado di funzionare a livello di fregata.

Con l’economia britannica che non mostra segni di sostanziali miglioramenti per il prossimo futuro, è improbabile che l’attuale bilancio della Marina, all’insegna dell’austerità, possa cambiare, il che significa che il declino della flotta è destinato a continuare indefinitamente. Come ha notato Iain Ballantyne, l’editore della rivista Warships con sede a Plymouth: “I più vecchi Type 23 avranno 30/35 anni quando arriveranno i Type 26… Questo, in termini di navi da battaglia, significa essere antichi. Le navi vecchie costano di più per poter continuare a funzionare e si rompono più frequentemente. Con l’ascesa della Russia e della Cina, l’instabilità nel Golfo e le richieste dalle Falkland e dagli altri Territori Britannici d’Oltremare e con la Marina alla metà delle sue dimensioni del 1991, questa è una tempesta perfetta.”

In definitiva, la capacità della Gran Bretagna di proiettare forza oltremare continua ad essere gravemente degradata e, con le considerazioni attualmente in corso per una riduzione delle acquisizioni pianificate dei caccia F-35B imbarcati e dei sottomarini a propulsione nucleare, questa situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi. I piani di ammodernamento della flotta, sebbene lungi dall’essere ambiziosi, sono stati sistematicamente considerati troppo onerosi. È anche da notare che, anche se la Gran Bretagna ha in servizio una sola portaerei, l’unica classe di velivoli ad ala fissa che è in grado di schierare, l’F-35B, è considerata essere molto lontana dall’idoneità al combattimento ed è probabile che le cose rimangano così per diversi anni venire.

Quindi, anche se i problemi relativi alla portaerei venissero risolti, la HMS Queen Elizabeth funzionerebbe, nel prossimo futuro, principalmente come portaelicotteri per missioni di combattimento. Sebbene non sia mai esistita una realistica “opzione militare” britannica per affrontare l’Iran, lo stato odierno della Royal Navy fa capire che le prospettive di una pressione militare attraverso anche solo una sua maggiore presenza nel Golfo rimangono assai dubbie.

Fonte: militarywatchmagazine.com
Link: https://militarywatchmagazine.com/article/maritime-tensions-with-iran-highlight-decrepit-state-of-british-royal-navy
25.07.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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