E’ passata ieri a Montecitorio la legge Cirinnà, oggi legge Renzi Alfano. Il normale iter legislativo previsto è stato scavalcato e non lo si è fatto per motivi di urgenza.
di Patrizio Ricci – lpl News 24
Il testo è stato approvato con il voto di fiducia: 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. Stralciata la stepchild adoption ma sullo schema di quanto già accaduto negli altri paesi come l’Irlanda, è probabile che passerà successivamente, secondo la politica dei ‘piccoli passi’.
L’approvazione autoritaria della legge era ‘già scritta’ ma dalla classe dirigente delpaese non è letta come tale. La realtà della ideologia dei ‘nuovi diritti’ giustifica ormai tutto, è abbracciata anche dagli organismi sovranazionali come l’Onu che da Ente per la difesa della pace nel mondo, è diventato anche ente per la promozione dell’aborto e della teoria gender. La nuova ideologia dei diritti è ormai aggettivo della entelechia della democrazia, che si sostituisce a essa.
L’aspetto più sconcertante di questa vicenda, è invece il livello di autoritarismo statale entrato in modo sempre più pervasivo in ogni aspetto della vita sociale del nostro Paese, sullo sfondo di un completamento politico’ a livello europeo che la nostra classe politica persegue supina da tempo. I paesi sono considerati dalla UE “virtuosi” solo se recepiscono proprie legislazioni sui ‘gender’ e i nuovi diritti. Questa nuova tendenza, è diventata negli anni una vera e propria ideologia (da diffondere persino negli asili), fatta passare dai ‘gruppi di pressione’ ormai come una vera e propria rivoluzione sociale e dei diritti, alla pari della rivoluzione francese. E’ una vera e propria rivoluzione antropologica imposta dall’alto ma in realtà, in nessun periodo della storia, il cittadino è stato così spogliato di potere reale come nella democrazia moderna. Però paradossalmente, tutto viene fatto passare come se egli fosse sovrano assoluto.
Da tempo ai vari stati europei è richiesto questo ‘completamento politico’. L’appartenenza all’Unione europea con il Trattato di Amsterdam ed in base a molte altre direttive, esige l’approvazione di legislazioni che regolamentano la materia. La particolarità è che queste legislazioni non mirano a rimuovere pregiudizi e le discriminazioni verso gli omosessuali ma stigmatizzano come ‘atti persecutori’ anche le naturali differenze che ci sono tra la coppia omosessuale e la famiglia tradizionale. Da qui per esempio in molti stati l’introduzione del reato di omofobia, una vera e propria coercizione ideologica.
Quello che il Presidente del Consiglio ha scritto sulla sua pagina facebook subito dopo l’approvazione in aula, esprime chiaramente la vera problematicità della situazione: “È un giorno di festa per tanti, oggi” – ha scritto – ”Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama. Scriviamo un’altra pagina importante dell’Italia che vogliamo. Lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto”.
Il tono è evocativo, quello dei momenti storici importanti. Renzi è convinto che la strada è quella del progresso, di un uomo migliore, libero da quei vincoli parentali che hanno retto finora la nostra società. Lo sottolinea bene: oggi ‘è giorno di festa per tanti” perché è la festa ”per chi ama”. E’ il trionfo dell’amore, della dignità dell’uomo” che altrimenti evidentemente ritiene, è messa in pericolo.
Dunque, il paese’che non ama’, quello ‘preda di ideologie‘, non protagonista della ‘nuova Italia che vogliamo‘ non deve prevalere, non devono passare coloro che non amano la verità. E chi sono questi loschi figuri? Sono essenzialmente i cattolici. Le loro idee e la loro concezione di vita devono essere estromesse da ogni ambito politico e sociale ed essere confinati solo nella sfera religiosa privata. L’impegno dei cristiani per una società più giusta che tuteli veramente tutti, conforme ai basilari dettati dalla legge morale naturale, è giudicato da oggi dallo Stato un comportamento ideologico che lega il Paese e lo ritarda verso la sua ripresa e frena la sua emancipazione ed il progresso.
Ciò che più è stato determinante nella decisione di porre la fiducia è il pericolo incombente di rimanere ‘il fanalino di coda’ dell’Europa. Lo hanno detto all’unanimità i TG (proseguendo la campagna a tutto campo in atto da anni), subito dopo la giornata per la famiglia al Circo Massimo del 30 gennaio.
La decisione presa è solo segno ulteriore della estrema sudditanza dell’Italia nei confronti di Istituzioni Europee che intendono riscrivere l’a,b.c dell’umano, slegandolo dal Tutto, ridisegnando l’uomo stesso.
La scelta di ‘scrivere questa pagina importante’ ha aperto una diga. Quella di un umanesimo autoreferenziale, individualista, puntiforme, slegato dal tutto. Affidarsi ad occhi chiusi proprio ora a Bruxelles è molto pericoloso proprio ora che le istituzioni europee stanno vivendo una delle pagine più difficile della sua storia: l’Europa è diventata straordinariamente aggressiva verso altri popoli; ha adottato la politica dei ‘diritti unami’ anche per destabilizzare nazioni confinanti come la Libia, appoggiando ‘le primavere’ che anzichè portare maggiore benessere, hanno portato solo miseria e distruziione. Per contro, la svolta a favore del profitto dei grandi capitali delle banche e delle multinazionali a discapito dei popoli, contraddice questa pretesa di porsi come faro di libertà.