Merita attenzione il comunicato del 30 maggio di un portavoce del dipartimento della difesa cinese. Il colonnello Wu Qian, portavoce del Ministero della Difesa cinese, ha dichiarato che l’esercito cinese è pronto, insieme alle Forze armate russe, a difendere la giustizia nel mondo:
“… l’esercito cinese è pronto, insieme alle forze armate russe, a difendere congiuntamente la giustizia e l’equità internazionali e a contribuire alla sicurezza e stabilità sia a livello internazionale che regionale”.
Ed ha anche detto:
“Le forze armate cinesi sono pronte a collaborare con l’esercito russo per attuare pienamente il consenso significativo raggiunto dai leader dei due Stati. Questo mira a rafforzare ulteriormente le comunicazioni strategiche e il coordinamento, approfondire la fiducia reciproca in campo militare e attuare insieme l’Iniziativa di sicurezza globale” (cit. da una dichiarazione pubblicata sul sito del Ministero della Difesa Cinese).
In particolare, Wu ha evidenziato che:
In risposta alle accuse degli Stati Uniti riguardo la fornitura di attrezzature militari alla Russia, Wu ha sottolineato che la Cina “mantiene sempre un atteggiamento prudente e responsabile nei confronti dell’esportazione di prodotti militari, controllando rigorosamente l’esportazione di articoli a duplice uso”.
Wu ha spiegato che i due paesi “approfondiranno ulteriormente la fiducia reciproca e la cooperazione, amplieranno la portata delle esercitazioni congiunte e condurranno regolarmente pattugliamenti marittimi e aerei congiunti”.
Oggi, un altro portavoce militare cinese, Jing Jianfeng, ha criticato gli Stati Uniti per cercare di creare una “versione Asia-Pacifico della NATO” per mantenere l’egemonia americana in Asia.
Jing ha accusato gli Stati Uniti di armare Taiwan per promuovere l’indipendenza dell’isola e ha criticato Washington per non rispettare la politica della Cina unica.
In precedenza, il capo del Pentagono Lloyd Austin, rispondendo alla domanda “Gli Stati Uniti stanno creando un’alleanza simile alla NATO nella regione Asia-Pacifico?”, ha affermato che i paesi asiatici con valori e visioni comuni si stanno semplicemente unendo.
Austin ha accolto con favore il miglioramento dei legami di difesa tra Stati Uniti e Cina, ma ha anche sottolineato la necessità di contenere Pechino.
Secondo Austin, la regione dell’Indo-Pacifico resterà un “teatro prioritario di operazioni militari” per gli Stati Uniti, nonostante le preoccupazioni di Washington per i conflitti in Europa e Medio Oriente.
Henry Kissinger probabilmente si sta rivoltando nella tomba per le azioni e le dichiarazioni dei funzionari americani. Il suo famoso “triangolo di equilibrio delle relazioni: USA-Cina-Russia” è stato francamente abbandonato dall’amministrazione del presidente Joe Biden.
La politica aggressiva degli Stati Uniti verso la Russia in Ucraina e il sostegno all’indipendenza di Taiwan sembrano mirare ad aggravare le tensioni internazionali, anziché promuovere soluzioni diplomatiche e negoziati.
In Ucraina, gli Stati Uniti hanno deciso di armare il governo di Kiev e di supportare apertamente le operazioni militari contro la Russia, escludendo praticamente la possibilità di negoziati. Questa strategia non solo prolunga il conflitto, ma rafforza l’alleanza tra Russia e Cina, due potenze che, di fronte all’ostilità americana, trovano ulteriori motivi per intensificare la loro cooperazione strategica e militare.
A Taiwan, l’appoggio degli Stati Uniti all’indipendenza dell’isola non solo contravviene alla politica della Cina unica riconosciuta a livello internazionale, ma rischia anche di trasformare la regione Asia-Pacifico in un nuovo campo di battaglia. L’idea di una “versione Asia-Pacifico della NATO” menzionata dal portavoce militare cinese Jing Jianfeng, esemplifica l’irresponsabilità della politica estera americana, più focalizzata a mantenere la propria egemonia regionale che a favorire la stabilità.
Per contro, la Cina ha avanzato sei proposte:
– Tutela degli interessi legittimi e della sicurezza di tutti i Paesi.
– Creazione di un ordine internazionale giusto e ragionevole.
– Agire come un’architettura di sicurezza regionale.
– Promuovere una cooperazione di difesa aperta e pragmatica.
– Creazione di un modello di cooperazione nel campo della sicurezza marittima.
– Rafforzare la gestione della sicurezza in nuove aree.
Zelensky ha criticato anche il Brasile per l’assenza di Lula al vertice in Svizzera
Inoltre, a Singapore, ha commentato la dichiarazione congiunta di Cina e Brasile secondo cui anche la Russia dovrebbe partecipare alla conferenza di pace sull’Ucraina.
“Con tutto il rispetto, né la Cina, né il Brasile, né nessun altro è pienamente consapevole di ciò che la Russia ha portato con la sua guerra in Ucraina. Nessuno ha il diritto di dirci come dovrebbe finire questa guerra”, ha detto Zelensky.
Passi l’arroganza di Zelensky, che ormai detta l’agenda a tutti gli stati occidentali, ponendo quello che crede il proprio interesse a scapito di quello di tutti, ma meno comprensibili sono le azioni disastrose di chi dovrebbe avere la lucidità di comprendere di dover agire per il bene comune e la pace e che, invece, ci stanno portando diritti verso una guerra globale diretta.
Le azioni degli Stati Uniti stanno conducendo il mondo verso una nuova Guerra Fredda, con Russia e Cina unite contro l’egemonia occidentale. Questo scenario è esattamente ciò che Henry Kissinger, con la sua strategia del “triangolo di equilibrio delle relazioni” tra USA, Cina e Russia, cercava di evitare. Tuttavia, l’amministrazione del presidente Joe Biden sembra aver abbandonato questa saggezza diplomatica, preferendo una politica di confronto diretto.
La mancanza di negoziati e l’incoraggiamento delle divisioni globali stanno consolidando l’unione tra Russia e Cina, creando un blocco sempre più ostile all’Occidente. Anziché promuovere la pace e la cooperazione internazionale, gli Stati Uniti stanno gettando le basi per nuovi conflitti e divisioni, una strategia miope che rischia di avere conseguenze disastrose per il mondo intero.
Un altro aspetto importante, come evidenziato dal Prof. Vincenzo Costa, merita attenzione:
“Siamo tutti giustamente occupati a cercare di capire come si svilupperà una guerra, quella in Ucraina, che minaccia di sfuggire completamente di mano, e siamo sempre a pensare l’Occidente contrapponendolo al suo Altro, che è ora la Russia, ora il mondo Islamico ora la Cina. Ma stiamo perdendo di vista quello che sta accadendo in Occidente, cioè il fatto che è in corso un enorme processo di ridefinizione della sua identità e, forse, un collasso della sua stessa identità e della stessa tenuta dei sistemi politici occidentali.”
A questo, aggiungerei il rischio di un crollo economico dell’Europa, la perdita della supremazia del dollaro come valuta di scambio, l’enorme debito degli USA ormai fuori controllo e l’emergere di un nuovo sistema multipolare. Questi elementi spingono inevitabilmente Cina e Russia, insieme ad altri paesi del BRICS che sostengono pacificamente la visione cinese, a sostituire il sistema unipolare dominato dall’egemonia statunitense. Ci troviamo quindi in una fase estremamente pericolosa, in cui la potenza egemone potrebbe ricorrere a qualunque mezzo per difendere la propria supremazia. La guerra in Ucraina e le tensioni a Taiwan si inseriscono perfettamente in questo contesto.
(AGGIORNATO IL 02/06/24 alle ore 23:49)
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