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Gli jadisti scorrazzano liberamente attraverso il confine turco

La notizia dell’esercito italiano che con 450 uomini dovrebbe proteggere la diga di Mosul, nonostante il governo iracheno ha fatto sapere che non ne ha bisogno, è la misura dell’assenza di pensiero che caratterizza il ‘modus operandi’  delle grandi potenze occidentali che dicono di volersi fare carico della sofferenza del popolo siriano. Si rattoppano le condutture ma non si viene a capo di donde provenga la perdita, sebbene l’origine sia sotto gli occhi di tutti.

Converrete che a nulla servono  le continue denunce di violazioni dei ‘diritti umani’ e gli aiuti umanitari che si forniscono selettivamente con una mano, se con l’altra si continua ad alimentar la guerra:  i jadisti  vengono continuamente rimpinguati dai paesi presenti nella stessa coalizione anti-terrorismo di cui facciamo parte.

Esaminiamo una di queste contraddizioni. Si era detto molte volte dell’appoggio della Turchia ai terroristi che devastano la Siria . Un articolo di ieri  apparso sul sito di analisi ed intelligence ‘ Southfront’ fornisce un’ulteriore prova di uno di questi ‘rifugi sicuri’ al di là del confine turco utilizzato dai jadisti turkmeni.

Grazie a queste postazioni poste in zona inaccessibili alle unità dell’esercito siriano, i cosidetti ‘ribelli’ possono infiltrarsi in territorio siriano ed in caso di necessità esfiltrare in territorio turco.

Un grande campo con accesso su entrambe le strade di accesso si trova nella zona che mostriano nella foto che segue. Un deposito di stoccaggio di armi e munizioni si trova sotto il campo principale, alcuni camioncini e grandi tende con muro di cinta di terra lo circondano.

Si tratta  probabilmente una struttura di formazione o di un sito di trasferimento per i militanti che arrivano in Siria dalla Turchia. E’ ovvio che questo genere di strutture non possono esistere senza che i servizi di sicurezza turchi li autorizzino.

Sulla cartina vedete contrassegnato con un cerchietto rosso la posizione dei militanti:
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la località è vicino al villaggio siriano di Bidama

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Il seguente video è stato girato sulla linea di confine tra Siria e Turchia il 21 gennaio 2016:
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Secondo Karim al-Nuri, portavoce delle milizie Badr del Fronte Popolare, una delle più importanti milizie sciite in Iraq, Ankara, fornisce ai combattenti ISIS in territorio turco “zone franche “e punti di transito permettendogli di muoversi liberamente (https://www.rt.com/news/327052-iraqi-militia-isis-turkey/).
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Il portavoce delle milizie Badr ha affermato: “I combattenti jadisti provengono dalla Cecenia, dall’Uzbekistan, e dall’Arabia Saudita e da altri paesi. I dati in possesso della dell’intelligence irachena rivelano che le comunicazioni tra ISIS e la parte turca sono condotte in diverse lingue. Raramente parlano in arabo” curdo, Turkuman, inglese” mentre
“Abbiamo documenti che provano che i percorsi per la logistica di supporto e le forniture  sono forniti dai turchi “.
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[su_spacer]Il problema della guerra siriana è il continuo afflusso di armi e militanti dai paesi circostanti. La coalizione internazionale ha volutamente ignorato questo flusso continuo avendo il piede in due staffe.

I russi intanto ieri hanno bombardato pesantemente la località di Bab Alawa vicino al confine turco , strada di transito dei rifornimenti dell’ISIS.

‘Il valico di frontiera di Bab al Hawa, nel nord di Aleppo è stato lasciato dalla coalizione internazionale  sotto il controllo dei militanti per 4 anni anche se era ben noto  che fosse  un centro di trasferimento di armi per le spedizioni attraverso la Turchia e per i rifornimenti dei jadisti ad Aleppo.

Ieri il valico è stato colpito anche da missili balistici ochka-U (SS-21 Scarab-B) forniti recentemente dai russi all’esercito siriano’ (Al Masdar News).[su_spacer]

Queste informazioni naturalmente sono volutamente ignorate dai nostri media che ci parlano solo di migranti e sintomatologie varie e mai delle cause di ciò che accade che sono imputabili a precise e amorali scelte dei nostri governi.

Sembra che noi possiamo sapere solo ciò che non sconvolge la versione accettata e non conflittuale con la vulgata governativa.

La verità, se contraddice il ‘politicamente corretto’ bisogna nasconderla. Ovviamente questo atteggiamento è l’antitesi della democrazia.

Vietato Parlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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