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L’esercito ucraino prende nuovamente di mira la linea di fronte, in totale spregio degli accordi di Minsk

Da Rangeloni, un nostro connazionale che vive nella Repubblica autoproclamata del Donbass:

Nuovi aggiornamenti dal Donbass e indizi che lasciano presagire una nuova escalation

aggiornamento 5 marzo 2021

– dopo i numerosi bombardamenti dei giorni precedenti, anche oggi sulla linea del fronte non sono mancati nuovi scontri. Tre soldati della Milizia Popolare di Donetsk sono rimasti uccisi dai bombardamenti ucraini. L’ufficio stampa dell’esercito di Donetsk afferma che è stato aperto il fuoco in risposta, infliggendo pesanti perdite al nemico (tre morti e quattro feriti gravi).

– Kiev continua a spostare armamenti verso il Donbass, ieri un nuovo convoglio ferroviario carico di pezzi d’artiglieria e corazzati è stato avvistato a Dnepropetrovsk

– anche l’Osce ha registrato un considerevole aumento delle violazioni della tregua (102 nel report di ieri).

– Ieri un drone USA da ricognizione (Global Hawk) ha sorvolato la linea del fronte (a 60 km da Donetsk). Queste manovre non sono nuove, ma negli ultimi tempi si sono intensificate. Il sorvolo precedente risale al 26 febbraio (solitamente questi voli partono dalla base di Sigonella).

– Un paio di giorni fa al ministro degli interni ucraino Arsen Avakov è stato chiesto se, secondo lui, occorre aspettarsi la riaccensione del conflitto. La sua risposta è stata: “appena si scioglie la neve, ricomincia”.

– da tempo l’esercito ucraino sta dedicando maggiore attenzione alle esercitazioni militari, specie in ambito urbano e simulando operazioni nelle retrovie avversarie.
Non mi è mai piaciuto creare allarmismi e anche ora non è il caso di farlo. I recenti bombardamenti che spesso si sono sentiti anche nelle retrovie non sono paragonabili a quelli degli anni precedenti. Anche i centri abitati sono colpiti in misura nettamente minore. Eppure tutto può cambiare nel giro di poco tempo. Tutto dipende solamente da poche persone. E non sto parlando del governo ucraino, bensì dell’amministrazione USA, interessata a proseguire a colpire ai fianchi la Russia.

Da sei anni la domanda più ricorrente che mi viene posta è: quando finirà tutto questo? Ad oggi ancora non so dare una risposta concreta, limitandomi a riportare testimonianze e riflessioni.

da Rangeloni News (https://t.me/vn_rangeloni)

4 MARZO 2021: l’esercito ucraino ha aperto il fuoco contro la Repubblica Popolare di Donetsk impiegando impiegando lanciarazzi tipo “Grad”, colpendo una palazzina abitata da civili. L’ultimo bombardamento ucraino con questo tipo di armi risale al 16 maggio 2018.

A quanto già detto da Rangeloni, aggiungo che l’esercito Ucraino ha utili informazioni anche dagli osservatori dell’Osce che non appaiono affatto neutrali. Infatti, ad esempio i rilievi aerei dell’Osce sono utilizzati costantemente dalle truppe di Kiev per i propri scopi ostili.

Solo il 4 marzo, “i soldati ucraini hanno colpito Elenovka impiegando mortai da 60mm e munizioni di tipo M73 HE di fabbricazione serba (fabbrica “Krusik”). Diverse abitazioni sono state colpite, fortunatamente senza provocare vittime tra i civili. Occorre evidenziare che la Serbia ha negato ripetutamente la vendita di armi a Kiev. Non è comunque escluso che queste munizioni siano giunte a Kiev via paesi terzi. Risulta che gli USA, principali sostenitori dell’Ucraina, in passato abbiano acquistato queste bombe di mortaio.”.

Sempre lo stesso giorno ma nel pomeriggio, Rangeloni segnala che “si sono registrati anche pesanti scontri a nord di Donetsk e a Gorlovka, dove negli scorsi giorni sono rimasti uccisi almeno 7 uomini della milizia popolare di Donetsk”. Naturalmente da parte delle forze del Donbass si risponde sui centri di fuoco per far cessare le azioni ostili.

“A causa della mancanza di reazione degli osservatori internazionali al bombardamento degli insediamenti della Repubblica, al fine di proteggere la popolazione dal terrore ucraino, le unità della milizia popolare sono state autorizzate a condurre un fuoco di avvertimento per sopprimere e distruggere le postazioni di fuoco nemiche” (https : //dan-news.info/politics /narodnaja-milicija-poluchila-razreshenie-na-podavlenie-ognevyh-pozicij-vsu.html)

Questo è solo uno spaccato di una quotidianità che ogni giorno si fa simile.

Appare evidente che l’accordo sottoscritto a Minsk è continuamente violato dalla parte ucraina, senza che questo abbia la minima conseguenza.
Anzi, le sanzioni e il giudizio politico complessivo è rivolto costantemente sempre contro il Donbass e la Russia.

Del resto, il presidente ucraino Zelensky ha detto chiaramente che riprenderà il Donbass con la forza, mentre l’accordo di Minsk prevedeva una soluzione negoziata. Ovvero il patto prospettava che fosse concessa una autonomia federativa al Donbass con ampi poteri locali, pur rimanendo sotto il controllo statale di Kiev. Ma purtroppo il governo ucraino non vuole questo, vuole la sconfitta totale, la repressione e la lotta senza quartiere. I bombardamenti costanti hanno anche lo scopo di un cambiamento demografico della popolazione. In altri termini: l’Ucraina è interessata a riprendere il territorio ricco di miniere e non a riconciliarsi con la popolazione, che infatti spera si trasferisca di  massa in Russia.

In questo gli Stati Uniti di Biden si sono schierati apertamente con Zelensky ove l’obiettivo è quello di mettere basi NATO direttamente al confine con la Russia. Questo è stato offerto apertamente dal governo ucraino agli Stati Uniti mercanteggiando l’aiuto militare e l’appoggio politico. Quindi il sorvolo dei droni USA menzionati nel rapporto di Rangeloni , sono da leggere in questo senso.

Dirigendoci più a sud, altrettanto minacciata è la Crimea. In questo caso, UE e USA hanno isolato dal mondo questa Repubblica autonoma solo perchè si è autodeterminata ed ha deciso di unirsi alla Russia , dopo il colpo di stato del Maidan.

Ciò che si prevede è una offensiva dell’esercito ucraino. Questo si prevede non appena miglioreranno le condizioni stagionali. Alcuni analisti dicono che l’offensiva sul Donbass avverrà in contemporanea con una eseguita dai jhiadisti in Siria, per mettere la Russia ‘tra due fuochi’ e costringerla ad abbandonare la sua paziente diplomazia.

Ovviamente tutte le reazioni russe difensive , saranno additate come una aggressione di un regime autoritario che minaccia la Nato.

Perchè tutto questo? Chiaramente l’obiettivo – oltre  a creare maggiore tensione internazionale – è quello di logorare lo stato russo e così creare malumori nel fronte interno della popolazione russa. Lo scopo è sempre quello: è interesse strategico ed economico degli Stati Uniti dividere per sempre l’Europa dalla Russia.

In questo si direbbe che Bruxelles non si fa affatto pregare, visto l’ultimo atto con l’accordo di associazione tra Ue e Ucraina, appena sottoscritto. (Testo completo (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0050_IT.html). In esso, “Tra una bacchettata e l’altra in merito alle violazioni dei diritti civili, non mancano le lodi per quanto riguarda la resistenza all'”aggressione russa”. Infondo – quasi a voler giustificare le violazioni di Kiev-, vengono appunto accentuate le presunte violazioni dei diritti umani nelle regioni “occupate” (Crimea e Donbass). ”

Sorvolando gli aspetti etici e morali, realmente gli Stati Uniti e l’Ucraina riusciranno a riscuotere ‘il successo’ che loro prevedono e sentono a portata di mano? Lo vedremo, ma non tutte le ciambelle riescono con il buco.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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