Lettera aperta alla "cara Europa" di Heiner Flassbeck

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Bellissima lettera aperta di Heiner Flassbeck alla “cara Europa” con un consiglio: guardati dai falsi amici e non ti fidare troppo di chi ostenta una grande amore per il progetto europeo, probabilmente ha un’agenda nascosta. Da Makroskop.de
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Cara Europa,

in questo momento così difficile ti penso spesso. Sono dispiaciuto per le tue condizioni, che non sono affatto buone. Ed è per questo che ti scrivo una lettera Pasquale, speriamo rassicurante.

Non saprei dire esattamente chi ha coniato quel detto molto saggio che dice: “chi ha gli amici giusti, non ha bisogno di avere dei nemici”. E io credo sia proprio questa la ragione delle tue sofferenze.

 

 

Siamo in una fase storica in cui tutti vogliono essere amici dell’Europa. Ovunque non si parla altro che di te. Ogni partito cerca di radunare intorno a sé gli amici dell’Europa, i quali versano poi fiumi di inchiostro per farci sapere quanto siano buoni amici dell’Europa. Il Presidente della Repubblica, la Cancelliera e i Ministri, soprattutto in Germania, non si stancano di sottolineare che sono animati da un sincero spirito europeo. Anche le radio regionali tedesche esortano quotidianamente a partecipare alla prossima manifestazione di “Pulse of Europe”, a sventolare con gioia le bandiere blu e a cantare ad alta voce l’inno europeo.
“Europa ueber alles”, diciamo cosi’. E proprio questo, tu lo sai meglio di chiunque altro, puo’ diventare pericoloso. Prendiamo ad esempio “Pulse of Europe”. Probabilmente si tratta di qualcuno che ha speso un bel po’ di soldi per cercare di disabituare gli europei dall’esercitare il loro pensiero autonomo. Gli amici dell’Europa devono esultare, ma non pensare. Qualche anno fà ci avevano provato con dei temi simili attraverso la campagna “Du bist Deutschland”. Quello che realmente volevano era immobilizzare i tedeschi per potergli applicare una pomata bianca anestetizzante, affinché non si mettessero a protestare per avere dei reali miglioramenti.
Sicuramente anche questa assurdità scomparirà alla svelta, come del resto sono scomparse tutte le campagne precedenti. Ma chi sta dietro la campagna è responsabile per aver coperto con tanta gioia superficiale l’indispensabile pensiero critico, specialmente in un momento difficile come questo, impedendo ogni forma di reale progresso. Perchè i miglioramenti hanno bisogno di critiche, di una diagnosi concreta e in nessun caso di tanti discorsi vuoti.
Sono stato recentemente in Italia, dove si puo’ toccare con mano quello che realmente ti manca. Li’ lo si può’ vedere meglio che nella maggior parte degli altri paesi: tanti italiani potrebbero essere dei buoni europei ma non riescono piu’ ad esserlo. Perché oggi per loro l’Europa è direttamente collegata con la paura del declino sociale e l’incertezza del futuro, invece che con la prosperità e la fiducia. E anche li’ ad ogni angolo c’è un politico che finge di essere il tuo miglior amico e racconta alla gente storie di pace, felicità e pane per tutti, che nulla hanno a che fare con la realtà quotidiana. Questi tuoi “buoni amici” risultano ancora piu’ frustranti, perché le persone capiscono che non li si vuole realmente ascoltare e non si vuole prendere sul serio le loro preoccupazioni.
Voglio mostrare un esempio di cosa intendo per presunta amicizia e presunta ostilità. Un esempio da cui è facile capire una cosa: chi senza esitazione dichiara di essere il tuo migliore amico, spesso è il tuo peggior nemico. Su Le Monde e Der Spiegel sono apparsi contemporaneamente sul tema Europa ed Unione Monetaria un articolo dell’economista francese Agnès Bénassy-Quéré e uno dell’economista tedesco Marcel Fratzscher.
Agnès Bénassy-Quéré ha scritto un articolo molto intelligente, senza “Euroeuforia”, ma con una diagnosi della situazione chiara e critica. Per lei il Trattato di Maastricht ha fallito e per questo chiede alla Germania di modificare la propria politica economica, perché una politica di grandi avanzi commerciali non è compatibile con l’unione monetaria. Il suo riassunto: “i francesi non credono ad una politica dei bassi salari per l’intera Eurozona. Ci sarebbe probabilmente un apprezzamento del corso dell’Euro, ma sicuramente nessuna competitività aggiuntiva in Europa. Detto in altre parole: con le ricette tedesche non è possibile cucinare per tutta l’unione monetaria”.
Ben diverso Marcel Fratzscher che fa riferimento all’origine francese del suo nome e che si presenta come un grande europeista. La Francia ha senza dubbio una produttività elevata e puo’ quindi guardare con fiducia al futuro. Il paese si trova tuttavia in una situazione di depressione mentale, la disoccupazione è alta e i redditi non crescono. La Francia, secondo Fratzscher, dovrebbe prendere esempio dalla Germania che all’inizio degli anni 2000 con la sua Agenda 2010 è uscita con successo da una simile situazione di depressione.
L’Agenda 2010, secondo Fratzscher, ha favorito un cambio di mentalità che ha portato ad una cooperazione fra le parti sociali e lo stato. La Francia dovrebbe seguire l’esempio tedesco e flessibilizzare il suo mercato del lavoro. Le sue conclusioni:
 
“la Germania ha bisogno di una Francia pronta a lanciare le riforme economiche necessarie. Queste riforme includono le liberalizzazioni nel settore dei servizi, il rafforzamento degli investimenti privati, piu’ investimenti pubblici nella formazione e nell’innovazione e piu’ apertura verso le critiche che arrivano dall’esterno. La Germania ha bisogno di una Francia che l’aiuti a capire che un elevato avanzo commerciale con l’estero non è necessariamente un segno di forza, ma anche e soprattutto, un segno di debolezza e squilibrio”.
Quindi gli avanzi commerciali tedeschi sarebbero un segno di debolezza, la bassa disoccupazione invece un segno di cooperazione per ulteriori “riforme in Germania”, che addirittura dovrebbero essere sollecitate dalla Francia. Secondo Fratzscher solo una cosa non dovrebbe essere consentita alla Francia: criticare apertamente la Germania per aver approfittato del passaggio all’unione monetaria al fine di ottenere un vantaggio competitivo, grazie a un dumping salariale decretato dallo stato che i paesi partner possono pareggiare solo con dei tagli salariali, che quasi sicuramente porterebbero al potere le forze nazionaliste anti-europee. Proprio questo, cio’ di cui parla la sua collega francese, non è affatto desiderato.
Vedi cara Europa, il tedesco dice di essere tuo “grande amico”, pero’ quello che sta facendo per te è completamente sbagliato, la francese, invece, sembra meno amichevole, ma quello che dice è molto piu’ saggio. Spesso l’aspetto esteriore è ingannevole. Solo chi fa una diagnosi onesta vuole realmente risolvere i problemi. Chi fa tanti giri di parole, o è un pessimo dottore, oppure ha un’agenda nascosta, che è tutto fuorché pro-europea.
Devi fare attenzione specialmente ai tedeschi, che dicono di voler portare l’Europa fuori dalla crisi oppure di voler essere dei buoni europei in quanto tedeschi, perché pensano di avere una responsabilità storica verso il continente. Nulla puo’ essere piu’ pericoloso. In questa prospettiva molti socialdemocratici tedeschi potrebbero essere particolarmente dannosi. Notoriamente hanno una cattiva coscienza, perché sono fra i responsabili della miseria attuale e per questo usano la clava dell’Euroeuforia per sferrare colpi intorno a sé.
Un esempio particolarmente negativo lo ha dato l’imprenditore e socialdemocratico Harald Crist, che senza imbarazzo è riuscito ad insinuare che i tedeschi hanno l’Europa nel cuore, mentre i francesi e gli italiani preferiscono restare prima di tutto francesi ed italiani. In questo caso il presunto amico si è trasformato in un nemico giurato.
Purtroppo anche i tuoi amici istituzionali stanno fallendo miseramente. Le istituzioni che sono state create appositamente con questo scopo, per dare appunto all’Europa un proprio volto e un proprio potere, si sono rinchiuse in scatole ideologiche profondamente sbagliate oppure nelle piu’ importanti capitali europee non hanno il coraggio di battersi contro queste ideologie. Chi oggi vuole fare davvero qualcosa per l’Europa, deve cercare il confronto con coloro che si propongono come amici dell’Europa, ma che in realtà considerano l’Europa solo come una piattaforma dove poter cucinare la loro minestra politica o economica.
Non è esagerato dire che oggi il progetto europeo, di cui per un lungo periodo siamo stati anche orgogliosi, è degenerato in un progetto ideologico in cui il neoliberismo è diventato piu’ importante di cio’ che dovrebbe unire tutti i cittadini europei. Invece di una discussione aperta a livello europeo è in corso la battaglia difensiva del neoliberismo, che sebbene abbia fallito, cerca di difendere con ogni mezzo le posizioni conquistate. Chi protesta contro questo stato di cose, non deve pero’ essere considerato automaticamente un anti-europeo oppure un nazionalista, ma un cittadino arrabbiato che si batte per i diritti che un tempo gli erano stati promessi in nome dell’Europa.
Cosi’ mia cara Europa, non mi resta che sperare che alla tua età e nonostante le tue cattive condizioni di salute, tu riesca a trovare la forza necessaria per smascherare finalmente i falsi amici e per mostrargli la porta d’uscita. Invecchiando, non necessariamente tutto peggiora.
Con i migliori saluti e auguri, resto un tuo amico fedele
Heiner Flassbeck

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