La regola di San Benedetto ci guida alla riscoperta delle ricchezze della nostra cultura irrorata dall’annuncio di Cristo
La 97° conferenza del Centro Culturale “Amici del Timone” di Staggia Senese si è tenuta il 15 marzo 2019 con un ospite veramente eccezionale: l’avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita e nostro amico di lunga data cha abbiamo apprezzato nel tempo per il suo indomito impegno in difesa dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà di educazione) dagli assalti della cultura dominante.
Nell’incontro abbiamo avuto modo di approfondire il tema delle radici cristiane della nostra terra e di come possiamo e dobbiamo valorizzare le ricchezze della nostra cultura irrorata dall’annuncio di Cristo.
La sfida per il mondo cattolico di oggi è quella di ripartire da San Benedetto. Il santo di Norcia con il famoso “Ora et labora” mise le fondamenta dell’Europa nella croce, nel libro e nell’aratro. L’avv. Amato ha parlato di ciascuno di quei tre oggetti che hanno un significato particolare anche per noi oggi.
1) LA CROCE
La croce, che si trova al centro dei nostri altari e delle nostre chiese, ci richiama il primato assoluto del culto divino su ogni altra attività umana, e incarna un lancinante grido di protesta contro il materialismo esacerbato della nostra società che finisce per svuotare la vita del suo significato. Solo la liturgia può dare alla vita il suo pieno significato, il senso della trascendenza assoluta di Dio sulle creature e sugli uomini. Per questo non dobbiamo avere paura di prenderci del tempo per la preghiera! Non ci lasciamo rubare il tempo dal mondo. Facciamo, invece, come san Benedetto: stabiliamoci una regola di vita che sappia sempre tener conto della gloria di Dio e della salvezza delle vostre anime.
2) IL LIBRO
Il libro simboleggia la cultura. San Benedetto ha salvato la cultura antica e l’ha sviluppata esigendo dai suoi monaci che leggessero varie ore al giorno: ha così restaurato il culto del sapere e l’amore della verità. La società nella quale viviamo è espressione di una cultura di morte. Una cultura che veicola in sé e che distilla nelle anime il suo veleno, fatto di un narcisistico egoismo che arriva fino al disprezzo di Dio e del più debole. È la ragione del più forte. Ecco perché dobbiamo mantenere nelle nostre famiglie, nelle nostre scuole, nei nostri movimenti il culto del sapere e il culto della verità, e l’amore per un’autentica cultura completamente penetrata dallo spirito cristiano. Leggiamo, quindi! Prendiamo il libro e leggiamo! Dobbiamo conoscere la storia della nostra terra, le radici dalle quali siamo cresciuti, i poeti, i maestri spirituali e i pensatori. Solo se appollaiati sulle spalle di questi giganti che ci sono stati dati dalla Provvidenza, potremo arrivare a vincere il principe di questo mondo e la sua cultura di morte, e a stabilire una nuova civiltà dell’amore.
3) L’ARATRO
L’aratro con il quale i benedettini hanno dissodato le terre incolte per trasformarle in giardini fertili, simboleggia il fatto che attraverso il lavoro, il senso del dovere, il senso della responsabilità e le opere noi possiamo cambiare il mondo, possiamo trasformarlo in profondità per renderlo fecondo, cominciando a scalfire la “durezza della zolla” che rappresenta l’attuale realtà.
Solo attraverso la concezione di un lavoro che sia collaborazione dell’opera creatrice di Dio possiamo anche noi diventare creativi come il Creatore.
Oggi il segno più inquietante del moderno decadimento è la perdita di speranza e del significato del bene comune. Ebbene, è giunto il tempo di attuare l’esortazione di Benedetto: Siate ricolmi di speranza, mettete mano all’aratro!
La serata è stata molto apprezzata dai numerosi partecipanti che sono stati a lungo a parlare a tu per tu con l’avvocato a fine conferenza, segno che il tema è stato veramente interessante.