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Alcune comunità europee – di solito quelle del settore aziendale, ma talvolta anche politici di alto rango come Sigmar Gabriel – hanno espresso pubblicamente la propria volontà di risolvere le cose con la Russia e arrivare almeno ad una tregua che consentirà all’Europa di alleviare le sanzioni e, si spera, rientrare nel movimentato mercato russo. E probabilmente fanno sul serio, ma sono sardine che nuotano contro la corrente degli ideologi europei ignoranti. Per inciso, la NATO potrebbe pentirsi amaramente del giorno in cui ha iniziato la sua espansione e ha incorporato gran parte dell’Europa orientale post-sovietica. È come essere in un bar noto per le risse spontanee, con ad una compagnia piccola ma sguaiata che non sta mai zitta. E nessuna regione esemplifica così perfettamente questa fanfaronaggine tutta fumo e niente arrosto come quella dei Paesi Baltici, con le loro permanenti apprensioni fanciullesche che la Russia voglia legarli ad una sedia e stuprarli fino a farli perdere conoscenza.
A dare voce a questa querula presunzione egocentrica è l’ambasciatore uscente dell’UE nella Federazione Russa, Vygaudas Ušackas. Non sorprenderà nessuno che sia lituano – il fatto che Bruxelles abbia scelto un ambasciatore che disprezza il paese in cui lavorerà è un’inevitabile sinistra perversione. Ma si è davvero impegnato! – nello spazio di due giorni ha scritto due editoriali per il Guardian; “L’Occidente deve difendere i suoi valori contro la Russia di Putin”, e “Il divario tra Occidente e Russia rimarrà fino a quando Vladimir Putin non se ne andrà” [in inglese].
Permettetemi di fare una previsione qui e ora, Vygaudas Ušackas (uso il suo nome completo perché non so quale sia il nome e quale il cognome); ti pentirai del secondo più che del primo. Poiché probabilmente è già troppo tardi perché l’Occidente torni ad occupare circa la metà della sua precedente quota di mercato in Russia, e se le sanzioni rimarranno in atto finché Putin non se ne andrà, i russi si dimenticheranno che sapore hanno i formaggi francesi, e che le mele crescono in Polonia. Il mercato europeo della Russia verrà completamente sostituito, perché a meno di una morte improvvisa e inaspettata, Putin non andrà da nessuna parte per molto tempo. I russi non ci pensano proprio a sostituire il più grande statista del loro tempo solo perché l’Europa sta avendo un po’ di problemi, e la continua insistenza farà male solo all’Europa. L’UE può chiudere il becco, o può continuare a lasciare che ideologi ignoranti, pedanti e dalla mente ristretta come Vygaudas Ušackas parlino.
Ma dato che siamo già qui, diamo un’occhiata a cos’ha detto.
Beh, non dobbiamo nemmeno addentrarci nel primo articolo per trovare il primo pugno nell’occhio – la didascalia che accompagna la foto principale dice: “La leadership russa continuerà a rifiutare l’esito della Guerra Fredda”.
È così? L’esito della Guerra Fredda è stato un’affermazione dei valori occidentali, giusto? Vi dico una cosa… chiediamo agli studenti laureati in storia militare presso il più antico college militare privato degli USA, luogo di nascita del Corpo per l’Addestramento degli Ufficiali della Riserva [ROTC]– l’Università di Norwich.
Mmm… Nel loro “I Cinque Motivi del Crollo dell’Unione Sovietica” [in inglese], io conto (1) la Perestrojka e la Glasnost’, (2) la purezza ideologica del Politburo, (3) l’aggressione occidentale – Signore, misericordia !!! (4) armi e burro (spesa eccessiva del bilancio della difesa, che si può collegare in maniera subliminale al fatto che l’aggressione occidentale ha coinvolto l’Unione Sovietica in una corsa agli armamenti) e (5) i movimenti nazionalisti.
Stupiti dall’assenza del punto (6) il desiderio dei valori occidentali?
Guardate, gli analisti stanno ancora discutendo su cos’abbia causato il collasso dell’Unione Sovietica, e quello che pensano i laureati della Norwich non è necessariamente definitivo, anche se le loro ragioni coprono le stesse ipotesi di molti – se non la maggior parte – dei think tank del mondo occidentale. Ma la nozione che l’Unione Sovietica sia stata distrutta perché la popolazione aspirava ai valori occidentali, io… beh… non so cosa dire. Non è tanto un’ipotesi stupida, quanto un esempio di pensiero completamente non sostenuto da prove, e chi sostiene queste idee dovrebbe essere guardato a vista nel caso si metta in testa di buttarsi dal balcone di un palazzo.
Oh, aspettate; forse questa affermazione è stata buttata lì per punzecchiare e infastidire i russi, perché la NATO ha “vinto” la Guerra Fredda! Supponete questo? No; non può essere. Poiché l’Occidente ha i valori, e perseguitare un ex alleato che ha perso 25 milioni di vite nella Seconda Guerra Mondiale [in inglese] per impedire alla Wehrmacht di dominare tutta l’Europa vorrebbe dire dimostrare davvero pochi valori, non è vero? Una statistica infelice – per ogni soldato americano ucciso nella Seconda Guerra Mondiale, l’Unione Sovietica ne ha persi 80: il conto del macellaio è stato davvero alto.
Al centro di questo scontro ci sono divergenze fondamentali sul futuro dell’Ucraina e della Georgia e il loro diritto di scegliersi le proprie alleanze. Questo scontro riguarda anche i valori fondamentali europei.
Vedete, questo è il genere di stupide, ipocrite, altezzose dichiarazioni che fanno infuriare persone altrimenti ragionevoli. L’Ucraina, ad esempio, ha avuto “il diritto di scegliersi i propri alleati” solo fintanto che ha scelto l’Occidente. Le persone hanno davvero la memoria così corta? La Russia e l’Ucraina hanno proposto separatamente che l’Ucraina potesse essere membro dell’Unione Europea e dell’Unione Eurasiatica e servire da ponte per entrambi [in inglese] – riuscite ad immaginare quanto sarebbe meglio se le fosse stato permesso di seguire quel percorso, piuttosto che quello attuale?
Nel 2004, durante una visita in Spagna, il presidente russo Vladimir Putin ha offerto il suo sostegno all’Ucraina perché intrattenesse rapporti più stretti con l’UE, con termini accurati ma inequivocabili: “Se l’Ucraina vuole unirsi all’UE e se l’UE accetta l’Ucraina come membro, penso che la Russia darà il benvenuto a questo fatto”. Il problema con l’Occidente – beh, uno dei suoi problemi – è che i suoi ideologi interpretano ogni cooperazione come un segno di debolezza e disperazione, e concludono che è il momento di colpire. Cos’ha ottenuto Putin con la sua offerta di cooperazione? La Rivoluzione Arancione a Kiev, un intervento concepito e sostenuto dall’Occidente per mettere un presidente filo-occidentale nella cabina di comando dell’Ucraina. Come dice quel vecchio detto, l’Occidente non è interessato ad acquistare la mucca se può avere il latte gratis, e i colpi di Stato sono così eccitanti.
Nel suo discorso inaugurale del 2010, Yanukovych ha spiegato che nelle sue intenzioni l’Ucraina non doveva essere un leccapiedi né della Russia né dell’UE, ma un ponte tra ovest ed est. Bruxelles o era sorda o non stava sentendo, e gli presentò un elenco di cambiamenti da effettuare affinché l’Ucraina venisse accettata nell’UE, e un elenco corrispondente di ricompense finanziarie che poteva aspettarsi per aver apportato tali modifiche.
Una Mosca meno ingenua e più cauta propose la realizzazione della visione di Yanukovych:
Il Cremlino propose poi a Bruxelles di condurre negoziati tra l’Unione Europea e l’Unione Eurasiatica – direttamente tra i due blocchi di potere. Ma il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso si rifiutò di incontrare i leader dell’Unione Eurasiatica, un blocco considerato un concorrente dell’UE.
“Un paese non può essere al tempo stesso membro di un’unione doganale ed essere in una zona comune di libero scambio con l’Unione Europea”, ha detto il presidente della commissione il 25 febbraio. Ha detto che Kiev doveva decidere quale strada volesse prendere. Il messaggio era chiaro: Kiev doveva scegliere tra Bruxelles o Mosca.
È giusto – se si vuole attribuire a qualcuno la colpa di una tale monumentale catastrofe, si può benissimo iniziare dall’arrogante José Manuel Barroso. Il catechismo diceva “l’Ucraina deve scegliere il proprio percorso”, finché non ha scelto di abbandonare l’accordo di associazione e di continuare la tradizionale alleanza con Mosca. Sulla carta, l’UE – come il suo partner, gli Stati Uniti – finge di difendere la libertà di prendere decisioni senza pressioni: nella pratica, appoggia solo le alleanze e le lealtà che sono a suo favore. Non c’è niente di sbagliato nell’essere guidati dall’interesse personale; è in gran parte una caratteristica naturale, e praticamente nessuno, tranne santi e martiri, lavorano per aiutare coloro che conoscono senza chiedergli niente – ma per amore di Dio, si abbassano a compiere atti di pietà.
Tutti coloro che non hanno deliberatamente rimosso il ricordo della Gloriosa Maidan, la Rivoluzione della Dignità, ricordano che c’erano ovunque pezzi grossi del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e diplomatici dell’Unione Europea che incitavano i rivoluzionari, e che non c’era nessuna rappresentativa statale della Federazione Russa. Eppure le storie dicono che la Russia stava esercitando pressione sull’Ucraina perché cambiasse idea e minacciava punizioni se non lo avesse fatto. La stampa occidentale fece molto per far incassare a Petro Poroshenko – all’epoca un semplice “miliardario” ucraino – il grave danno causato dall’embargo russo dei suoi prodotti dolciari: adesso ditemi, oggi Poroshenko è più ricco o più povero? Ancora non riesce a vendere le sue caramelle in Russia, ma i suoi profitti si sono continuamente moltiplicati.
Quando ci si addentra fino ai fatti più basilari, l’Unione Europea ha affermato più volte di non voler partecipare ad un tiro alla fune con la Russia riguardo l’Ucraina, e che quest’ultima era libera di scegliersi le proprie alleanze. Quando l’Ucraina ha scelto un’alleanza con Mosca, l’UE e il suo partner, gli Stati Uniti, sono intervenuti e hanno alimentato una violenta serie di rivolte, che hanno rovesciato Yanukovych anche se aveva fatto concessioni che soddisfacevano tutte le richieste dell’opposizione. È palese che quando l’UE dice che gli stati sono liberi di scegliersi la propria strada, non può essere presa in parola, visto che come minimo sta mentendo.
Che altro c’è, Vygaudas Ušackas? Le basi della democrazia europea? Diamoci un’occhiata, che ne dici? Come le sta osservando l’Europa? Con l’attivismo della società civile? Secondo Richard Youngs di Carnegie Europe [in inglese], membro del programma Democrazia e Principi di Legalità, quasi 100 governi di tutto il mondo hanno introdotto leggi che limitano la libertà di associazione e di assemblea; non possono essere tutti la Russia di Putin. Scommetto che uno di loro è l’Inghilterra, dove la nuova Legge sui Poteri Investigativi del 2016 consente uno spazio di manovra più ampio per raccogliere e analizzare precedenti dati privati [in inglese] che in qualsiasi altro luogo del mondo.
Cosa succede in Lituania? Cosa ha da dire la Relazione sui Diritti Umani del Dipartimento di Stato americano del 2016 [in inglese]? Guardiamola, che ne dici?
…L’intolleranza ha assunto la forma della xenofobia, dell’antisemitismo, dei pregiudizi contro le minoranze etniche e contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali (LGBTI); i rom continuano a godere di condizioni di vita povere, spesso in aree ad alto tasso di criminalità, e affrontano esclusione sociale e discriminazione… Altri problemi includono le leggi “anti-propaganda” che limitano la libertà di parola e di espressione, il rifiuto delle autorità di concedere l’asilo a persone che si ritiene provenienti da paesi di origine o di transito “sicuri”, e ci sono segnalazioni isolate di corruzione nel governo. Le leggi contro lo stupro coniugale sono inadeguate, e la violenza domestica è diffusa. C’è una cultura del silenzio intorno alle molestie sessuali. Il traffico di esseri umani è rimasto un problema, così come l’integrazione sociale e l’inadeguato accesso ai servizi e alle strutture per le persone con disabilità…
Il rapporto riflette sul fatto che le autorità hanno intrapreso azioni per punire i trasgressori, ma sicuramente queste non includono il governo, per aver approvato la legge “contro la propaganda”. Gli attivisti lituani hanno rapidamente sottolineato [in inglese] che quando la Russia ha fatto passare quella che viene descritta come una legge simile, l’UE si è avventata su di essa come un ragazzino grasso su una torta al cioccolato. Ma quando l’ha fatto la Lituania? Tutti zitti.
“Il giorno in cui la Lituania ha aderito all’UE è stato uno dei giorni più felici della mia vita. Abbiamo pensato che significasse che saremmo stati al sicuro. Ma ora l’UE sembra un club d’élite, dove non è opportuno rimproverare i membri, anche quando sono cattivi”.
Vediamo… abbiamo già una specie di limitazione della libertà di parola… guardiamo al pluralismo politico. Le elezioni presidenziali lituane del 2014 hanno visto 7 candidati. I sondaggi prima della votazione indicavano che nessuno dei rivali della Grybauskaitė aveva una minima speranza di vincere, ed è esattamente così che è andata – ha preso più del triplo dei voti dello sfidante che le si è avvicinata di più al primo turno. Ha vinto con il 57,9% dei voti.
E’ questo il pluralismo politico?
Le elezioni presidenziali russe nel 2012 hanno visto 5 candidati. I sondaggi precedenti al voto indicavano che nessuno di coloro che correva contro Vladimir Putin aveva una minima speranza di vincere, ed è esattamente così che è andata – ha ottenuto più del triplo dei voti dello sfidante che gli si è avvicinato al primo turno. Ha vinto con il 63,6% dei voti.
Come fa questa ad essere una dimostrazione di pluralismo politico peggiore del processo in Lituania? In entrambi i casi il vincitore era già deciso – perché ca*** facciamo i sondaggi, se non per avere un quadro di chi è probabile che vinca? In quanti casi in Europa il risultato delle elezioni è un’assoluta sorpresa? In entrambe le elezioni, si sarebbe potuto estendere il campo a cento candidati – per non parlare del finanziare cento campagne elettorali con i soldi pubblici – e i risultati sarebbero stati esattamente uguali. Quindi smettetela di fingere che le elezioni russe siano una sorta di perversione nefasta della democrazia, quando le elezioni europee fanno venir voglia di piangere con la purezza delle loro deliberazioni.
Ho quasi sospirato fino alla morte quando ho letto questa sciocchezza ridicola; “Il progetto Nord Stream II non è conforme agli obiettivi energetici dell’UE in materia di diversificazione”. Gli zerbinotti dell’UE hanno smesso di dire che il progetto dell’oleodotto viola la legislazione dell’UE, perché non è vero – qualsiasi stupido può constatare che segue lo stesso percorso del Nord Stream I, che l’UE non ha bloccato. E così ora dei tonti senza immaginazione, che si appellano a persone ancora più deficienti, hanno adottato la linea secondo la quale è colpa della Russia se un vulcano che eruttava gas non è riuscito ad emergere nel Canale della Manica, e che il malvagio Putin sta tramando per trarre beneficio da quella mancata apparizione.
Ciò che bolle essenzialmente in pentola è che l’UE ha bisogno di gas, vuole il gas e la Russia ha il gas. Quello che resta è una rissa per assicurarsi – dal punto di vista della Russia – che l’UE non ottenga gas alle proprie condizioni. L’UE, naturalmente, sta cercando di fare proprio questo; vuole ottenere il gas, ma solo esattamente quanto ne ha bisogno, indipendentemente dalla differenza rispetto alle previsioni, e di fissare il prezzo che vuole pagare.
Ecco perché Vygaudas Ušackas non si è fatto alcun amico in Germania quando ha incluso le seguenti malevoli righe: “Dobbiamo anche stare in guardia quando la Russia tenta di concedere agli Stati contratti commerciali come un quid pro quo per aver messo in dubbio il regime delle sanzioni o politiche europee più ampie”.
Forse quando tornerà in Lituania, Vygaudas scoprirà un vulcano che erutta gas appena fuori Vilnius. Ciò consentirebbe al Parlamento lituano di non accollarsi il fastidio di costruire altri terminali per il gas naturale liquefatto, e pagare di più per la sua energia rispetto alle tariffe della Gazprom [in inglese], solo per impuntarsi e non semplicemente negoziare con la Gazprom un tasso inferiore.
Ho smesso di leggere quando ha blaterato che è giunto il momento per l’UE di essere coinvolta nel Quartetto Normandia, rendendolo un Quintetto Normandia, immagino. Il Quartetto Normandia ha ottenuto la radice quadrata di un ca*** di niente decimale, considerato che sia Kiev che Mosca sono irremovibili. Kiev vuole che l’irrequieto est si calmi e torni nella terra dei contribuenti, e che la Russia restituisca la Crimea, e questo la Russia non lo farà mai. Qualsiasi forum di negoziati in cui le due parti principali non cambiano le loro posizioni è destinato a non arrivare a nulla, e l’ultima cosa di cui ha bisogno il Quartetto Normandia è un mucchio di scrocconi europei che pappano tutti i giorni e si arraffano tutte le migliori camere d’albergo, in modo che non raggiunga nulla di concreto.
Il secondo articolo ribadisce molti dei punti del primo, e costituisce essenzialmente una raccolta di molti degli stessi triti argomenti di discussione degli Stati Baltici. Esso ribadisce tuttavia il tema che l’Unione Europea deve essere unita, e impedire a Mosca l’utilizzo di accordi commerciali per premiare determinati Stati e danneggiare l’Unione. Ce l’ha a morte con la Germania e il Nord Stream; forse fantastica che la Lituania possa diventare l’hub del gas europeo, con il suo Magico Terminale del Gas Naturale Liquefatto della Democrazia e della Libertà.
Non vedo l’ora di vedere chi sarà il nuovo Ambasciatore dell’UE nella Federazione Russa – non può essere Dmytro Yarosh, perché l’Ucraina non è un membro dell’UE, ma sono sicuro che i selezionatori lo guardano con occhi bramosi. H.G. Wells, famoso per “La Guerra dei Mondi”, ha capito dove si sta dirigendo il mondo più chiaramente che mai – sono sempre i filosofi, non è vero? Disse: “La storia dell’uomo diventa sempre più una gara tra educazione e catastrofe”.
Mi chiedo per quanto tempo potremo evitare la seconda.
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Articolo di Mark Chapman pubblicato su The Kremlin Stooge l’1 ottobre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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