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L’FMI offre una spiegazione alternativa riguardo all’inflazione

In un articolo l’FMI afferma che la causa dell’inflazione in Europa negli ultimi due anni è l’aumento dei profitti scriteriato delle aziende piuttosto che altri fattori come l’aumento dell’energia.

In altri termini, le società avrebbero aumentato i prezzi più rapidamente rispetto all’aumento dei costi dell’energia importata. Secondo i dati dell’FMI, i profitti rappresentano il 45% degli aumenti dei prezzi registrati dall’inizio del 2022. I costi di importazione rappresentano circa il 40% dell’inflazione, mentre il costo del lavoro equivale al 25%. Tuttavia, il ruolo del profitto nell’innescare l’inflazione e la relazione causale tra i due fenomeni sono ancora oggetto di dibattito tra gli economisti.

“. . . l’inflazione più elevata finora riflette principalmente profitti e prezzi all’importazione più elevati, con i profitti che rappresentano il 45% degli aumenti dei prezzi dall’inizio del 2022. Questo è il nostro secondo  nuovo documento, che scompone l’inflazione, misurata dal deflatore dei consumi, nel costo del lavoro, costi di importazione, tasse e profitti. I costi di importazione rappresentavano circa il 40% dell’inflazione, mentre il costo del lavoro rappresentava il 25%. Le tasse hanno avuto un impatto leggermente deflazionistico”.

https://www.imf.org/en/Blogs/Articles/2023/06/26/europes-inflation-outlook-depends-on-how-corporate-profits-absorb-wage-gains

Il caso delle uova negli USA i cui profitti sono aumentati del 600%

Vorrei ora citare un esempio eclatante di avidità da parte di un’azienda alimentare negli Stati Uniti. L’azienda X è uno dei principali fornitori di uova da tavola negli Stati Uniti, controllando il 20% del mercato. Nel febbraio 2023, il prezzo di una dozzina di uova prodotte da questa azienda era di circa 3 dollari. Nello stesso periodo dell’anno precedente, febbraio 2022, il prezzo era di 1,5 dollari, il che indica un aumento del prezzo del 100% nel corso dell’anno.

Tuttavia, l’aumento del prezzo delle uova non è proporzionale all’aumento dei profitti. Si è scoperto infatti che il profitto dell’azienda X è aumentato di quasi l’800% durante l’anno. Ciò significa che l’azienda ha guadagnato otto volte di più rispetto all’anno precedente. Ma qual è il motivo di tale aumento?

A livello globale, i mercati delle uova sono andati esaurendosi a causa di un’epidemia di influenza aviaria che ha ridotto il numero di polli in tutto il mondo. Nel frattempo, l’azienda X non ha subito alcuna perdita nel suo allevamento di polli. I suoi animali non sono stati colpiti dalla malattia e non ha affrontato pesanti misure di sicurezza. Grazie all’enorme aumento dei prezzi delle uova sui mercati mondiali, l’azienda X ha potuto vendere le sue uova al doppio del prezzo originale (vedi qui).

La stessa lettura è data da The HUSTLE (https://thehustle.co/08032022-Greedflation/ ),cito :

Gran parte dell’inflazione è sperimentata non solo dal contribuente (vale a dire il governo) in questa guerra in Ucraina, ma anche dalle singole famiglie (vale a dire, i “consumatori”), è dovuta al semplice principio capitalista (di monopolio) secondo cui il minor numero di fornitori di un bene /commodity e più deboli sono i regolamenti sui mercati, maggiore è la libertà che i capitalisti (MIC e corporazioni) hanno di aumentare i prezzi per nessun altro motivo se non quello di farla franca:

Probabilmente sai già che l’inflazione è al 9,1%, il massimo da 40 anni.

Quello che potresti non sapere è che i profitti aziendali sono aumentati del 25% su base annua, un massimo nell’arco di 50 anni.

Questo paradosso solleva una domanda spaventosa: com’è possibile che le aziende stiano realizzando profitti record in un momento in cui i consumatori imprecano contro la bolletta della spesa (e la bolletta del gas e dell’energia – praticamente tutte le bollette)?

Secondo l’economista Rakeen Mabud , la pratica si basa sullo sfruttamento dell’asimmetria informativa.

Ecco come funziona:

  • I consumatori si abituano a prezzi più alti a causa dell’inflazione (insieme ai problemi della catena di approvvigionamento e alla guerra in Ucraina, in questo caso).
  • Le aziende sfruttano l’opportunità per aumentare i prezzi e incrementare i profitti, anche se i propri costi non sono cambiati.

Un esempio sono le società di carte di credito. I rivenditori hanno recentemente chiesto a Visa e Mastercard di aumentare le loro commissioni di transazione, anche se i loro costi non sono stati influenzati dai problemi della catena di approvvigionamento o dall’inflazione.

La pratica ha fatto discutere…

…  cosa viene prima: massimizzazione del profitto o inflazione?

Mentre la teoria dell'”avidità” suggerisce che l’inflazione crei un’opportunità per le società di massimizzare i profitti, altri ritengono che la causalità vada dall’altra parte: che i margini di profitto delle società possano innescare l’inflazione.

  • Ad esempio, un recente sondaggio Morning Consult ha rilevato che il 32% degli elettori considera la massimizzazione del profitto come il maggiore contributo all’inflazione.

Mentre gli economisti hanno trovato una correlazione tra i due aspetti, non è chiaro se uno causi l’altro, lasciando le potenziali soluzioni altamente contestate.

In altre parole, è complicato”. (fine citazione)

Infatti esiste un’altra spiegazione: ovvero l’inflazione è frutto di una deliberata scelta politica (ma una ipotesi non esclude l’altra):

È semplicemente una deliberata politica (soprattutto nel Regno Unito) il tagliare i salari in termini reali per rendere i lavoratori “più competitivi”. Ci sono tre modi per farlo:

* “Svalutazione esterna”: una caduta del tasso di cambio e i salari reali diminuiscono nelle “monete forti”.

* “Svalutazione interna”: una recessione con molta disoccupazione si traduce in tagli salariali, soprattutto per i nuovi assunti, che sono disperati.

* “Inflazione interna”: tutti i prezzi, tranne i salari, aumentano e i salari diminuiscono in termini di potere d’acquisto.

Quest’ultimo è ciò che sta accadendo: il segno evidente è che i tassi di interesse reali sono molto negativi, perché ad esempio nel Regno Unito l’inflazione del costo della vita è intorno al 12-18% e i tassi di interesse (per banche e mutui) sono 5-6 %, che è praticamente una licenza per stampare denaro.

Quindi 2-3 anni di inflazione del costo della vita del 12-18% sono progettati per rendere i salari “più competitivi” di circa il 30-40% e per arricchire enormemente coloro che possono prendere in prestito al 5-6% quando gli altri prezzi stanno andando molto più veloce.

Sia il COVID-19 che la guerra vengono usati come scuse per l’inflazione del costo della vita architettata dal governo, senza ovviamente menzionare le sanzioni, ad esempio:

https://www.theguardian.com/money/2023/jun/29/energy-bills-to-stay-well-above-historic-levels-despite-ofgem-price-cap-drop
«Il prezzo massimo dell’energia era già quasi il doppio di quanto pagato dalle famiglie prima che l’invasione russa dell’Ucraina facesse scattare i prezzi record mondiali del gas lo scorso anno.»

Le posizioni dell’FMI coincidono con la valutazione della Lagarde

Quindi se queste posizioni fossero corrette la valutazione della Lagarde non sarebbe del tutto aliena. Infatti, come forse ricorderete, “al Forum dei banchieri centrali in corso a Sintra, in Portogallo, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha accusato le imprese di essere le principali responsabili dell’impennata dell’inflazione dello scorso anno e ha dichiarato di essere pronta a tutto per fermare l’inflazione.” (vedi anche qui il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it)

Ovviamente, quando si critica l’accumulo di profitti extra da parte delle aziende, ci si riferisce principalmente a poche grandi aziende monopolistiche che cercano di massimizzare i loro guadagni. Tuttavia, se prendiamo ad esempio le aziende energetiche, è risaputo (anche se il governo italiano e l’Unione Europea hanno fatto finta di non accorgersene) che queste aziende hanno mantenuto alti i prezzi dell’energia anche quando i loro contratti con la Russia erano a vecchi prezzi. Di conseguenza, i costi sono stati scaricati sulle aziende che consumano molta energia.

Certamente, se osserviamo in generale la diminuzione della produttività industriale, questa non è l’unica spiegazione. Tuttavia, possiamo affermare che questi fattori, uniti a una politica insana (come quella green o i conflitti bellici), hanno notevolmente peggiorato le cose.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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