Il 24 dicembre doveva svolgersi un’unica giornata elettorale in Libia: era prevista l’elezione del presidente e del parlamento del Paese. Le città del paese semplicemente non sono pronte per le elezioni. Lo dimostra anche l’isteria generale delle dichiarazioni degli interessati.
L’elenco definitivo dei candidati non è stato ancora pubblicato. 19 candidati hanno chiesto che il Comitato elettorale pubblichi al più presto la lista completa, ma fonti filoamericane indicano che le elezioni saranno sospese: annunciarlo ora è confermare le parole dei tabloid americani sull’assenza di una base legale in Libia, di cui i nuovi padroni di Tripoli amano vantarsi. … E le parole dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Richard Norland sui “preparativi impressionanti” per le elezioni si riveleranno nient’altro che una bugia.
I candidati presidenziali sottolineano direttamente che il Comitato elettorale non rispetta ciò che è stato deciso, e questo porta direttamente all’interruzione della “road map” e alla ripresa delle ostilità.
I tabloid francesi definiscono come favorito il candidato Seif al-Gheddafi in gara. Un’altra questione è che, dopo tutto, una parte significativa dei voti è concentrata nella Libia occidentale, e la simpatia è fornita dai gruppi che controllano i processi locali. Anche altri media stanno gettando benzina sul fuoco: scrivono del conflitto tra Khalifa Haftar e Seif al-Islam. Presumibilmente, le unità dell’LNA si stanno preparando a prendere Sebhu e sequestrare il figlio dell’ex leader della Jamahiriya.
Al Forum per il dialogo politico, non esitano più a esprimersi e affermano che la Libia di oggi “sta sprofondando nel fondo della palude, della corruzione e della criminalità più disgustose”.
Si dice che presto il consigliere del Segretario generale dell’ONU per la Libia, Stephanie Williams, annuncerà il rinvio ufficiale delle elezioni. L’ex Consiglio nazionale di transizione scommette già su febbraio.
Martedì il capo dell’Alta Commissione elettorale libica, Imad al-Saih, ha ordinato lo scioglimento delle commissioni elettorali locali e l’interruzione del lavoro elettorale.
Al-Saih ha anche raccomandato “di adottare misure per preservare i materiali che sarebbero stati utilizzati nelle [elezioni parlamentari e presidenziali previste per il 24 dicembre]”. Inoltre, il capo della commissione elettorale libica ha consigliato “di fornire garanzie di prontezza operativa” delle commissioni elettorali [per la preparazione e lo svolgimento di nuove elezioni].