L’ultimo atto: Kerry protesta contro la Siria per i bombardamenti effettuati contro i terroristi dell’ ISIS perché provocherebbe divisioni settarie”.
di Patrizio Ricci – fonte: quotidiano La Perfetta Letizia News 24
Aerei da combattimento siriani hanno bombardato posizioni dei terroristi dell’ISIS nei pressi e all’interno del valico di frontiera con l’Iraq, nella città di Qaim e nella provincia occidentale di Anbar. La reazione americana lascia allibiti: il segretario di Stato americano Kerry ha accusato la Siria di ” esacerbare le divisioni settarie che sono già ad un livello elevato di tensione” .
E’ l’ultimo atto di una lunga serie di evidenti connivenze che legano gli USA alla jahd islamica, funzionale alla propria agenda di destabilizzazione nell’area mediorientale.
Per capire lo stretto legame tra terrorismo jadista e gli interessi americani, bisogna tornare indietro nel tempo, fino al 1983, quando ebbe origine al-Qaeda durante il conflitto anti-sovietico in Afganistan.
In quelle circostanze, l’organizzazione terroristica fu determinante per vincere la guerra contro l’URSS. In tale frangente, è stato decisivo il supporto finanziario e logistico dei servizi segreti di Stati Uniti ed Arabia Saudita.
Quello che accadrà successivamente è storia nota: l’organizzazione di Bin Laden, uscita rafforzata, ha potuto realizzare i propri scopi in Afganistan. Insieme si è prestata ad essere utilizzata dalla Cia, per destabilizzare ‘gli stati canaglia’, cioè i non alleati, tutti stati laici e quindi nemici giurati di al-Qaeda.
Da questa insolita ‘collaborazione’, chiamata impropriamente ‘guerra al terrore’, nasce una nuova epoca, dove alle potenze occidentali è consentito aggredire chi è fuori dal proprio circolo di ‘amici’.
Non si tratta di teorie complottiste: la stessa Hilary Clinton (allora segretario di stato USA) in questo video , ammette che il suo paese ha creato e finanziato Al-Qaeda per “combattere l’Unione Sovietica” e che poi l’ha utilizzata per sconfiggere Gheddafi .
In Libia, questa strana collaborazione avrà di nuovo vita. La guerra di Libia del 2011 non è ancora sufficientemente giudicata. In quell’occasione, l’intervento di una coalizione internazionale (detta eufenisticamente ‘coalizione di volenterosi’ ) che non ‘poteva stare a guardare le sofferenze del popolo’, ha scatenato una campagna di bombardamenti che ha distrutto le infrastrutture, ha consegnato il paese al caos, all’anarchia ed all’estremismo religioso ed ha azzerato il benessere faticosamente conquistato in 40 anni. Non solo: l’eliminazione di Gheddafi ha provocato una recrudescenza della minaccia terrorista in Maghreb e nel Sahel. Il tipo di ‘novità’ offerto dai nuovi governanti lo è sintetizzato da un fatto emblematico: dopo la caduta di Tripoli, Abdelhakim Belhadj, il capo di al-Qaeda in Libia, ha ricevuto dal Consiglio di Transizione la carica di governatore di Tripoli e l’incarico di addestrare l’esercito della ‘nuova Libia’. Il suo primo atto da governatore sarà quello di aprire le porte del carcere di Abu Salim e rilasciare i detenuti jihadisti di al-Qaida. In tutta la Cirenaica “liberata”, gli uomini di al-Qaida ancora oggi diffondono il terrore, massacrano e torturano: sono specializzati nel tagliare la gola ai seguaci di Gheddafi, a cavare occhi e tagliare i seni delle donne ‘impudiche’…
Il suo leader Abu Mus ‘ab al-Zarqawi, aveva giurato fedeltà a Osama Bin Laden il quale (per l’estrema violenza usata contro le minoranze religiose ed i musulmani non sunniti), ruppe l’alleanza con l’AQI.
Paradossalmente, ciò che è stato moralmente sufficiente per far discostare Bin Laden dall’ISIS non lo è stato per USA ed alleati: le connivenze ed il supporto all’ISIS da parte degli ‘amici della Siria’ sono note.
La Turchia (membro della NATO) ha sempre permesso che i miliziani dell’ISIS trovassero un rifugio sicuro nel suo territorio. Le forze armate turche hanno partecipato alle scorrerie dei banditi dell’ISIS contro alcuni villaggi armeni in territorio siriano. Scrive Orhan Kemal Cengiz, un giornalista turco, “Avendo il più lungo confine con la Siria,” “il sostegno della Turchia è di vitale importanza affinché i jihadisti entrino ed escano dal paese” Un altro giornalista turco Kadri Gursel paragona il confine turco come “un’autostrada jihadista a doppio senso di circolazione”, non ha fastidiosi controlli alla frontiera e talvolta comporta l’aiuto attivo dei servizi di intelligence turchi. La Cnn ha trasmesso un servizio televisivo sulla “ rotta segreta del contrabbando jihadista attraverso la Turchia”. I turchi hanno offerto molto di più di un semplice valico di confine: essi hanno anche fornito all’Isis fondi, logistica, formazione e armi. Non per ultimo, l’Unione Europea che ha decretato un gravoso embargo commerciale alla Siria, ha invece permesso all’ISIS la vendita del petrolio estratto dai pozzi in suo possesso .
Da parte loro, gli USA sono stati molto attivi nel supporto al gruppo terroristico: secondo funzionari governativi giordani, i membri chiave dell’ISIS sono stati addestrati dalla Cia e dal Comando forze speciali degli Stati Uniti in una base segreta in Giordania, nel 2012. L’intelligence statunitense, turca e giordana dirigevano una base di addestramento per i ribelli siriani nella città giordana di Safawi, nella regione desertica nel nord del Paese, vicino al confine con Siria e Iraq. A testimonianza dei buoni rapporti tra ISIS ed USA, assai eloquenti sono le foto del sen. Mc Cain che familiarizza amichevolmente con membri dell’ISIS in Turchia. Numerosi personalità politiche denunciano questa strana alleanza : il Sen. Rand Paul (stato del Kentucky – USA) ha detto domenica scorsa (durante un’intervista alla CNN) che i militanti sunniti stanno prendendo il potere in Iraq perché gli Stati Uniti hanno armato ‘i loro alleati’ in Siria. “Abbiamo combattuto al fianco di al Qaeda, combattendo al fianco dell’ ISIS”, ha detto. “L’ISIS è ora incoraggiato in due paesi. Ma ecco l’anomalia: siamo con l’ISIS in Siria. Siamo dalla stessa parte della guerra. Ora, la vera contraddizione di tutta questa politica è che chi si dice preoccupato e vuole intervenire per fermare l’ ISIS in Iraq è alleato con ISIS in Siria” (Quotidiano WorldNet ).
L’evidenza è che l’invasione dell’ISIS è stata voluta dai governi occidentali o quantomeno, non ostacolata. In un articolo del Telegraph dal titolo “Come Stati Uniti e Gran Bretagna sono stati avvertiti in anticipo su quando stava per avvenire in Iraq, ma hanno ‘fatto orecchie da mercante’ “. Il capo dell’intelligence curda denuncia che l’informazione su un “grande piano per prendere Baghdad” era stata stata trasmessa alla CIA e al MI6 5 mesi prima : “Abbiamo avuto questa informazione e l’abbiamo trasmessa al Governo britannico e al governo degli Stati Uniti”, ha riferito Bahjat al quotidiano inglese. “Sapevamo esattamente quale strategia avrebbero utilizzato, della pianificazione militare. Ma tutto è caduto nel vuoto”.
La giustificazione della democrazia è chiaramente un pretesto, lo scopo sempre più chiaro è ridisegnare il Medio Oriente secondo i propri interessi. Ma i ‘lavori in corso’ non promettono niente di buono.
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