L’Imperativo di opporsi alla Guerra

Priorità imprescindibile: dire No alla Guerra

Nel contesto attuale, pronunciarsi contro la guerra è fondamentale. Opporsi alla guerra implica abbracciare la pace e valorizzare la dignità umana, poiché la vita incarna il mistero di Dio, e solo vivendo in rispetto reciproco e in armonia possiamo accedere alla comprensione autentica della realtà e alla realizzazione dell’essere umano. È indispensabile dare priorità a questi principi fondamentali, soprattutto quando la nostra “casa comune” è guidata da una leadership che soffia sulle fiamme dei conflitti anziché operare per il solo fine per cui è nata l’Unione Europea: la pace tra i popoli.. In tali circostanze, ogni altra questione deve necessariamente essere messa in secondo piano, non per scelta, ma per urgenza.

Scenario politico e partecipazione elettorale

Recentemente, secondo quanto riportato da Repubblica, le liste “Democrazia Sovrana Popolare”, rappresentate da Rizzo e Toscano nel Sud, e “Pace Terra Dignità”, sotto la guida di Santoro per il Nordovest, non appariranno sulle schede elettorali per le prossime elezioni europee rispettivamente alle circoscrizioni indicate. Questa presenza non completa su tutto il territorio nazionale, pone riflessioni significative sulle dinamiche di esclusione (queste formazioni praticamente sono state pesantemente ostracizzare con ogni mezzo). È comunque possibile approfondire queste dinamiche e le loro peculiarità sui siti web delle rispettive liste.

Dinamiche di partito 

È indubbio che l’assenza di queste liste in alcune regioni a causa anche della frammentazione del fronte del “no alla guerra ‘ solleva questioni su potenziali personalismi e incompatibilità all’interno del panorama politico cosiddetto pacifista. Inoltre , la frammentazione di liste volutamente o meno,  favorisce la dispersione di movimenti con obiettivi simili. Ciò dimostra la difficoltà di emergere per nuovi partiti che desiderano rompere lo status quo, specialmente quelli che promuovono un messaggio anti-bellico.

La discussione sull’importanza di offrire spazio a nuove entità politiche trova riscontro nelle teorie del cambiamento sociale di Noam Chomsky. Chomsky evidenzia l’importanza del dialogo e del dissenso per una democrazia sana, sottolineando come le trasformazioni iniziano spesso ai margini della società e crescono in influenza quando risuonano con le esigenze della gente.

La Guerra, la Pace e il cambiamento Politico

La situazione politica italiana riflette questa tensione tra mantenere il status quo e l’estrema necessità di nuove voci che sfidino il consenso dominante. Anche se alcuni possono dubitare dell’impatto numerico di questi nuovi partiti in Parlamento, esempi come il partito AfD in Germania dimostrano che movimenti inizialmente marginali possono crescere significativamente.

Cambiamento, critiche e la prospettiva europea

È fondamentale comprendere che quando discutiamo dell’Unione Europea, non ci riferiamo più alla visione originaria dei suoi padri fondatori. Quella ideale si è trasformata in un ente che assomiglia più a una metastasi: un gruppo di notabili che si auto-attribuisce la legittimità di rappresentare esclusivamente le popolazioni europee con idee e soluzioni predeterminate. Questo “partito” persiste principalmente per preservare il proprio potere, ostacolando attivamente il rinnovamento democratico e minando la rappresentatività delle istituzioni con l’uso di risorse pubbliche e l’adozione di agende di cambiamento globale decise in ambiti sovranazionali, come il Forum di Davos.

La celebrazione e la perpetuazione della guerra hanno eroso le libertà democratiche fondamentali, soprattutto la libertà di opinione. Di conseguenza, l’esclusione dai processi decisionali europei dei singoli paesi  assume un ruolo cruciale, poiché le future direttive europee stabiliranno le fondamenta per una struttura permanente sempre più ideologica e autoritaria

Nonostante ne riconosco i meriti, da parte mia permangono riserve, soprattutto riguardo le posizioni di Santoro che potrebbe sembrare un’eco di narrazioni mainstream sulle motivazioni che ha spinto la Russia alla guerra. Tuttavia nella sua lista ci sono candidati come Nicolai Lilin che non hanno la sua lettura.

È indubbio che il tentativo verso un autentico rinnovamento democratico richiede  il coraggio di sfidare abitudini consolidate di voto e di affrontare rischi. Ma sostenere movimenti e partiti che promuovono la nostra Costituzione rispetto alla pace, non rappresenta solo un passo pragmatico, ma un investimento cruciale per la sopravvivenza della democrazia e della giustizia sociale. In questo contesto, appoggiare rappresentanti capaci di portare avanti queste battaglie nelle arene decisionali è essenziale.

L’obiettivo è influenzare positivamente il futuro in modo che rispecchi le reali necessità dei cittadini europei e del mondo intero.

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