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L’importanza del perdono in Ucraina e le riflessioni del vescovo di Donetsk

In un articolo della Nuova Bussola Quotidiana del 18 settembre 2023, il vescovo di Donetsk, Monsignor Maksym Ryabukha, condivide riflessioni importanti sulla situazione in Ucraina, in particolare sull’argomento del perdono. Ryabukha sottolinea che il perdono è un tema molto delicato per gli ucraini e sottolinea che, secondo gli occhi cristiani, il perdono può avvenire solo quando qualcuno chiede perdono. Senza questa richiesta, il perdono risulta insignificante.

Il vescovo Ryabukha menziona anche la sua esperienza nell’area di Donetsk, una delle regioni più colpite dal conflitto con la Russia. Parla del dramma dei sfollati, dei mutilati, delle vedove e degli orfani causati da questo conflitto.

Ovviamente,Ryabukha è vescovo in esilio, perchè non è a Donetsk. Quindi riporta il punto di vista ed i sentimenti da una sponda del fronte. Tuttavia, le sue osservazioni, portano spunti interessanti.

Inoltre, Ryabukha condivide dettagli sull’incontro dei vescovi greco-cattolici ucraini con Papa Francesco, descrivendo l’incontro come fraterno e schietto. Spiega che, nonostante le incomprensioni scaturite da alcune dichiarazioni del Papa, c’è una profonda fraternità e compassione per l’Ucraina da parte di Papa Francesco.

Il vescovo Ryabukha fa riferimento alla difficoltà di affrontare il tema del perdono nei territori occupati e descrive la situazione dei sacerdoti e dei fedeli in queste zone.

Infine, Ryabukha parla del sostegno spirituale ai soldati al fronte e di come aiutano le famiglie di coloro che hanno perso qualcuno a causa della guerra. Conclude sottolineando che la forza per andare avanti in mezzo a tanto dolore viene dall’amore e dalla fede in Dio.

L’ articolo offre una prospettiva unica sulla situazione in Ucraina, offrendo spunti importanti sull’importanza del perdono e della fede in un contesto di conflitto e sofferenza.
Il perdono credo che sia il grande assente come argomento tra i media e tra i leader delle nazioni, forse più assente che sul campo di battaglia.

Purtroppo, il vescovo da un giudizio politico netto, su chi deve chiedere perdono. Mentre è evidente che ognuno dovrebbe perdono all’altro. Se fosse così la guerra non sarebbe nemmeno iniziata. Mentre ora , finirebbe immediatamente.

In riferimento all’articolo e alle dichiarazioni del vescovo di Donetsk, Monsignor Maksym Ryabukha, è importante notare che il vescovo afferma che il perdono può avvenire solo quando qualcuno viene a chiedere perdono. Questo rappresenta un punto di vista cristiano tradizionale, secondo cui il perdono richiede una sincera richiesta di perdono da parte di chi ha commesso un’offesa.

Tuttavia, in una situazione di guerra civile o conflitto, dove sono coinvolte numerose persone da entrambi i lati, non sempre è possibile individuare chi sia il responsabile dell’offesa. In tali circostanze, il perdono reciproco potrebbe essere un passo verso la riconciliazione e la guarigione. La Chiesa cattolica sostiene il valore della riconciliazione e della pace, anche se può essere una sfida quando ci sono divisioni profonde e ferite aperte.

In questo contesto, in questo video mons. Ryabukha dice che lui si aspetta che una mattina si svegli e apprenda la notizia della vittoria dell’esercito ucraino:

Evidentemente, questo vorrebbe dire l’altrui sconfitta e nessun accordo con l’altra parte. Anche se questo è del tutto comprensibile per un ucraino, non lo è per chi anch’esso ucraino combatte da anni dall’altra parte.   Quindi l’accezione di perdono del monsignore qui è più chiara, ma appare purtroppo un evento più lontano, appunto per la spaccatura in atto che evidentemente coinvolge anche i consacrati.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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