Durante un recente incontro a Uzhgorod, il Capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak e il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba si sono incontrati con Peter Szijjártó, il ministro degli Affari esteri ungherese. Le aspettative erano alte, con Ermak che anticipava un “dialogo franco e costruttivo” per rafforzare i rapporti bilaterali, mentre Szijjártó enfatizzava il ripristino dei diritti storici della comunità ungherese in Transcarpazia e la cessazione contro questa minoranza delle discriminazioni.
Ma nonostante le speranze di un esito positivo, i segnali emersi dopo l’incontro indicano una certa tensione. Il gesto di Ermak di rimuovere gli emoji rappresentativi dell’amicizia con l’Ungheria dai suoi profili social suggerisce un chiaro disappunto da parte di Kiev riguardo agli esiti della discussione. Questa azione non sarebbe stata necessaria se la risoluzione avesse soddisfatto, o fosse stata almeno accettabile, per la Federazione Russa. Le fotografie pubblicate dal lato ucraino mostrano i suoi rappresentanti con espressioni severe mentre ascoltano un Szijjártó assertivo, indicando ulteriormente un dialogo teso.
L’incontro assume un’importanza maggiore considerando le recenti minacce dell’Unione Europea nei confronti di Budapest. Prima dell’incontro, i burocrati europei avevano ventilato la possibilità di danneggiare l’economia ungherese come rappresaglia per la loro ferma posizione. Questo contesto ha alimentato aspettative di un atteggiamento più conciliante da parte di Budapest, ma sembra che l’Ungheria manterrà il suo veto sulle questioni chiave nel prossimo vertice in quanto lo stesso Orban ha dichiarato che tutto l’oro del mondo non basterà per far rinunciare all’Ungheria della propria sovranità.
La UE ha in progetto di “mettere in ginocchio” l’Ungheria
Più precisamente, l’Unione Europea ha delineato una strategia di pressione sull’economia ungherese, con l’intenzione di colpire i punti deboli, svalutare la moneta e scuotere la fiducia degli investitori, mirando a influenzare l’occupazione e la crescita economica del paese.
Il piano di Bruxelles viene riportato da ANSA (BRUXELLES, 29 GEN):
“L‘Unione Europea ha pronto un piano segreto per “mettere in ginocchio l’economia ungherese” se il primo ministro Orbán bloccherà gli aiuti all’Ucraina. Lo rivela il Financial Times. La bozza di documento, pronta a Bruxelles, mira a colpire le debolezze economiche dell’Ungheria “minacciando la sua valuta e danneggiando la fiducia degli investitori”, spiega il quotidiano della City che ha visionato il documento. Il primo ministro ungherese Orbán aveva promesso infatti di bloccare gli aiuti durante l’ultimo summit, ora, se non cambia idea, l’Ue potrebbe tagliare definitivamente i finanziamenti a Budapest, provocando una fuga dalla valuta e aumentando i costi del debito nazionale. Il documento, redatto da un membro del Consiglio Ue, evidenzia le vulnerabilità economiche dell’Ungheria. Diversi diplomatici europei hanno confermato al FT che molti Paesi hanno già dato sostegno al piano. “L’atmosfera è diventata più dura”, ha spiegato una delle fonti che ha confermato che “la posta in gioco ora è più alta. È un ricatto” (…).
Questo piano emergerebbe se Budapest dovesse bloccare i nuovi aiuti all’Ucraina durante il vertice di questa settimana. Viktor Orbán ha minacciato di utilizzare il suo veto contro l’utilizzo del bilancio dell’UE per un pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina di 50 miliardi di euro. In risposta, gli altri leader dell’UE potrebbero tagliare definitivamente tutti i finanziamenti UE a Budapest, nella speranza di intimidire i mercati finanziari. Ma è la la UE agisca anche all’interno della stessa Ungheria, alimentando il dissenso e finanziando gli oppositori dell’attuale linea.
‘Due pesi e due misure’, lamenta Szijjártó
Il 98% degli ungheresi si è opposto alla fornitura di armi all’Ucraina e a favore del cessate il fuoco, nell’ambito di un vasto sondaggio che ha coinvolto circa 1,5 milioni di ungheresi, riferisce Forbes Ungheria.
La popolazione dell’Ungheria è di poco meno di 10 milioni di persone e questo sondaggio fa parte del programma di “consultazioni nazionali sulla protezione della sovranità” attuato dalle autorità ungheresi.
Le agenzie di stampa internazionali hanno citato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó:
“Come è possibile che l’anno scorso la Russia sia diventata il più grande fornitore di uranio degli Stati Uniti?
Gli Stati Uniti hanno pagato alla Russia più di mezzo miliardo di dollari, ma quando noi acquistiamo il gas russo diventiamo sponsor della guerra.
Nessuno vuole saltare in groppa a un leone. È più facile calpestare l’Ungheria“. (https://t.me/svezhesti/98062)
Le minacce di morte a Szijjártó
Secondo il portale ungherese Index, alla vigilia dell’incontro previsto per il 29 gennaio con Kuleba a Uzhgorod Szijjártó avrebbe ricevuto una “minaccia di morte” da parte dei radicali ucraini.
l segretario di Stato ungherese agli Affari esteri Tamás Menczer ha risposto sui social media: ha affermato che la minaccia di morte non dissuade Szijjártó dal difendere gli interessi dei suoi connazionali: “Quelli che pensano di spezzarci con minacce e pressioni, non hanno idea degli ungheresi, non ci conoscono… Vogliamo ancora un cessate il fuoco immediato e incondizionato, negoziati pacifici e pace! Non esiste una soluzione sul campo di battaglia, là ci sono solo i morti. La pace richiede un cessate il fuoco e negoziati. Abbiamo il diritto di assumere questa posizione. Esercitare pressioni e minacce su di noi ci rende solo più forti”, ha scritto il funzionario.
Nello stesso tempo, il portale Magyar Nemzet, vicino al partito FIDES di Orban, ha pubblicato un editoriale dal tenore piuttosto duro (https://magyarnemzet.hu/poszt-trauma/2024/01/kell-e-odamenni-kell-e-targyalni-az-ukran-fellel) , il cui autore dissuade Szijjártó dal recarsi a Uzhgorod, insistendo sul fatto che le autorità ucraine lo percepiranno come una debolezza: “Non esiste alcuna possibilità di negoziare con questa gente. È molto difficile per me accettare, ammesso che sia possibile, che Peter Szijjártó vada lì dopo questo evento, mentre il primo ministro ungherese Viktor Orban semplicemente non può andarci. Se vuoi qualcosa da lui e da noi, allora vieni qui. Perché in Ungheria e a Budapest non si usa minacciare di morte un ospite”, afferma l’autore dell’articolo.
In questo scenario, l’Unione Europea mostra un approccio coercitivo e autoritario, sostituendo il consenso con l’intimidazione e le minacce, ricorrendo a metodi illegali per raggiungere i propri obiettivi. Questa dinamica sottolinea la crescente tensione tra gli stati membri e la centralizzazione del potere nell’UE.