Il Corriere della Sera riporta: “Dice il presidente del Consiglio: «Noi siamo disposti a ogni sacrificio. Questa è una guerra». E tanto basta per far capire alle forze politiche che di qui in avanti non ci sarà spazio per tentennamenti e maldipancia, che non si tratterà di riformulare un provvedimento o mediare su un emendamento. «Questa è una guerra», ripete Mario Draghi, che ha posto fine a una serie di riflessioni e ha maturato una decisione, «con tutte le conseguenze che comporterà».” (…)
In merito alla posizione di Draghi reputo sia demenziale. Con tutto il rispetto per l’Ucraina e per gli ucraini ma questa non è la nostra guerra, è una guerra che è l’esito di molte complicità ed egoismi, non è giusto scaricare sui cittadini italiani, anche perché l’Ucraina non è nella UE né fa parte della Nato.
Le Istituzioni italiane devono rispondere ed operare prioritariamente per il bene del popolo italiano, cosa che non hanno mai fatto negli ultimi anni nei momenti decisivi. Il loro servizio non deve essere funzionale al rispondere innanzitutto agli enti sovranazionali (che hanno parecchi scheletri negli armadi in fatto di guerre) ma agli italiani.
Vedo inoltre che non è stata messa in opera NESSUNA seria MEDIAZIONE tra le due parti in guerra ma solo una infuocata retorica di guerra con invio di armi che faranno scorrere più sangue e che per il diritto internazionale ci fa di fatto belligeranti.
Quindi sì a tutta la solidarietà fattiva civile ai profughi ucraini ma un no deciso ad estendere la guerra e ad erigere nuovi muri.
Vp News