Nessuno sembra accorgersene, ma Draghi non è caduto improvvisamente ‘dal nulla’, ma è l’uomo mandato dalla oligarchia europea che è lì per realizzare i progetti di entità finanziarie e sovranazionali che dominano quell’espressione vuota che oggi è l’Unione Europea.
In altri termini, Draghi – dopo la canonizzazione mediatica al meeting di Rimini dello scorso anno, ed il successivo suo insediamento a Palazzo Chigi – sta semplicemente completando il compito del governo ‘Conti 2’ di ‘rimettere le cose al posto’, ovvero di ricondurre l’Italia nel ‘consenso europeo‘, dopo la ‘disavventura’ delle elezioni.
In questo senso possiamo leggere la soddisfazione del presidente americano Biden che ha detto a Draghi di rimanere al governo o come presidente della Repubblica.
Nonostante questa non allettante situazione, c’è chi vorrebbe addirittura non solo uno ma dieci Draghi per risolvere i problemi del paese e, c’è chi – come un amico mi ha detto ieri -, è contento di ogni decisione governativa, perché i casi epidemici “non sono al livello degli altri paesi europei“, evidentemente poco importa se il dato è che l’Italia è il fanalino di coda tra gli stati della UE e che l’implosione italiana – restando nell’euro in questo modo – non è se avverrà ma è solo questione di quando avverrà.
Purtroppo, la realtà concreta non corrisponde allo storytelling mediatico. La verità è che l’inflazione galoppante, di origine esterna generata dalla globalizzazione, tra pochi mesi non potrà più essere contenuta nemmeno nei paesi del sud Europa, che ancora oggi vivono silenziosamente la manipolazione governativa degli indici dei prezzi al consumo.
C’è da scommettere che anche se il governo italiano sta adottando sempre più una repressione autoritaria di tutte le manifestazioni di dissenso, esse prima o poi finiranno per esplodere prepotentemente, quando la popolazione italiana capirà di essere stata – per l’ennesima volta – imbrogliata (se non si capisce perché, si veda la relazione sui prezzi di settembre 2021 pubblicata dal MISE/Ministero dello Sviluppo Economico).
Ciò dimostra che i media mainstream fanno un buon lavoro di marketing indirizzando la percezione delle persone nel senso voluto dalle veline governative.
Situazione surreale
Sembra che la vita scorra in maniera surreale, come se il pericolo maggiore fosse quello pandemico mentre neanche in campo sanitario si è fatto alcunché. Ad esempio, sta accadendo sempre più spesso qui in Abruzzo che negli ospedali di Pescara e Chieti vengano persone dalla Regione Molise perché ci sono pazienti che non trovano posto in ospedale nella propria regione (e non si tratta di pazienti Covid), come è possibile? Non doveva esserci prioritariamente – a seguito della pandemia – un rafforzamento delle strutture ospedaliere e della medicina territoriale?
Inoltre, se guardate i dati del PNR, vi accorgerete che la spesa sanitaria nei prossimi anni non aumenterà ma diminuirà. Questo è abbastanza paradossale, perché altre voci di spesa, come la componente militare, aumenteranno ulteriormente.
Qualcosa non va, è evidente. L’accanimento autoritario registrato nel nostro paese è solo in funzione di quello che dovremo affrontare successivamente, ma non in campo sanitario. Tuttavia, l’opinione pubblica continua a non voler vedere. L’Italia continua a cedere sempre più porzioni della propria sovranità e riemergono prepotentemente in campo internazionale (e nei rapporti tra paesi) motivazioni che sono le stesse che portarono ai due conflitti mondiali nel secolo scorso.
Quindi dovremmo sapere cosa sta succedendo e che non è molto buono. Del resto, nel recente passato, abbiamo assistito a segnali chiari che esiste una cabina di regia che governa le nostre vite che non corrisponde al volere dei cittadini. In questo senso è chiaro che Draghi è stato imposto come presidente del Consiglio per eliminare le spinte centrifughe dell’Italia fuori dalla UE.
Questo non è cosa da poco, perché la UE dovrebbe essere l’espressione della volontà dei popoli che vi appartengono e non un progetto che utilizza le strutture comunitarie solo per imporre collettivamente certe politiche ultraliberiste che, altrimenti, sarebbero stato problematico imporre.
Nemici in casa
Prima della crisi pandemica, i partiti sovranisti avevano vinto le elezioni e il tragitto sarebbe stato inevitabile. La tendenza sovranista era sortita ben chiara dalle elezioni, con la vertiginosa ascesa dell’M5S e della Lega. Ma il presidente Mattarella, rifiutando la creazione di un esecutivo all’altezza e coerente con l’esito elettorale, rifiutò legittimità al governo giallo-verde. In merito, c’è l’episodio chiave del prof Savona, a cui è stato negato il ministero dell’economia, perché ‘poco europeista’.
Ricorderete le infinite diatribe che ne seguirono. L’esecutivo che non rispettava le deliberazioni del parlamento, le campagne di discredito continue che culminarono con i processi contro Salvini. A tal proposito potremmo che le posizioni del nostro presidente della Repubblica sono state sempre in linea con l’agenda politica che mirava a sgretolare l’asse sovranista. Mattarella più che garante della Costituzione si è dimostrato garante di una oligarchia che si è insediata a livello centrale europeo e che insidia l’autodeterminazione dei popoli.
In linea, ricorderete la fissazione del PD (che non aveva supporto logico) per l’adozione del MES: questo chiaramente era cosa così illogica ed antiscientifica che lo scopo ultimo di questa insistenza – era chiaramente quello di legare l’Italia in maniera definitiva alla UE. Ricorderete anche che più volte, in sede europea, sia il ministro delle finanze Gualtieri che il premier Conte – complice la legge emergenziale – a volte hanno agito in modo diverso delle deliberazioni parlamentari ed altre volte non le ne hanno neanche richieste, sottraendosi al dibattito politico parlamentare.
È evidente che la maggior parte dei politici per avere un posto al sole, si è arresa al canto delle sirene della piccola ma potente oligarchia che si è impossessata definitivamente della cabina di regia della UE. Solo se partiamo da questa fotografia, gli avvenimenti attuali vengono illuminati di una logica più coerente e comprensibile.
Cavalcare lo stato di emergenza per decostruire l’esito elettorale
In altri termini, nel periodo iniziale della pandemia, dove l’attività economica si è quasi completamente fermata, il governo Conte, con il suo ministero economico ha fatto di tutto per estremizzare la situazione ed impedire che l’Italia emettesse titoli di stato (gestendo in questo modo autonomamente e più rapidamente e convenientemente l’emergenza). Invece, piuttosto che gestire autonomamente il debito – oppure monetizzarlo tramite BCE, sulla falsariga di quanto ha fatto la GB -, si è deciso inusitatamente di procrastinare ogni passo autonomo, allo scopo di legare il crescente indebitamento italiano ad una entità terza che persegue palesemente gli interessi franco-tedeschi. Questa via è la scelta peggiore, perché semplicemente corrisponde al commissariamento e la svendita definitiva del nostro paese (il Recovery Fund di 200 miliardi è concesso interamente a prestito garantito dal patrimonio delle famiglie italiane, eccetto una trentina di miliardi a fondo perduto).
Tutto è andato avanti secondo un copione manifesto, ma gli italiani hanno recepito una situazione di stabilità che è solo apparente.
La verità è invece una inflazione galoppante, prodotta dall’inettitudine del disfacimento indotto del settore produttivo e dalla stamperia dei dollari statunitensi, che tra pochi mesi non potrà più essere contenuta nemmeno nei paesi latini, che ancora oggi vivono silenziosamente la manipolazione governativa degli indici dei prezzi al consumo. C’è da scommettere che anche se il governo italiano sta adottando sempre più una repressione autoritaria di tutte le manifestazioni di dissenso, esse prima o poi finiranno per esplodere prepotentemente, quando la popolazione italiana capirà di essere stata – per l’ennesima volta – ingannata (se non si capisce perché, si veda la relazione sui prezzi di settembre 2021 pubblicata dal MISE/Ministero dello Sviluppo Economico).
Allo stesso modo, come vedete nella tabella che segue (dati OSCE) la situazione è falsata riguardo ai salari.
Se poi guardate la manovra che avverrà il prossimo anno, vi accorgerete che non esiste nulla di innovativo ma che si perfezionano sempre di più le stesse logiche del passato che hanno decretato la demolizione controllata del nostro paese.
L’Italia è l’unico Paese europeo dove i salari sono diminuiti rispetto al 1990, stessa cosa per la sanità e per i principali indicatori economici, ma la nostra classe dirigente è orgogliosamente fiera e fiduciosa del cammino intrapreso.
patrizioricci by @vietatoparlare