L’occidente cerca di favorire il cambio di regime in Siria attraverso l’ONU

L’occidente cerca di favorire il cambio di regime in Siria attraverso le organizzazioni internazionali istituite per il mantenimento della pace

La foto di apertura ritrae il passaggio di frontiera di Bab al Salam. Questo passaggio è uno dei due che i paesi occidentali hanno indicato ‘idonei’ per far transitare gli aiuti umanitari in Siria. Come vedete, dalle bandiere dalla Turchia e del Free Syrian Army,  gli aiuti sarebbero stati consegnati direttamente in territorio detenuto da al Qaeda in Siria, ovvero sotto l’amministrazione del gruppo Tharir al Sham.

Di questi aiuti nulla o quasi nulla sarebbe andato al resto della popolazione del paese, tra l’altro sotto pesanti sanzioni. Mentre la zona di Idlib – dove gli aiuti stessi sarebbero stati indirizzati – non è sottoposta a sanzioni.

Infatti, il Cremlino ancor prima era intervenuto per rallentare o fermare gli aiuti delle Nazioni Unite anche a gennaio, quando un veto russo-cinese aveva posto fine all’uso delle Nazioni Unite di un passaggio tra Siria e Iraq, Yaroubiyeh. La ragione per questa decisione era il fatto che solo il 31% degli aiuti arrivavano nelle località previste, al di fuori del controllo dei cosiddetti ‘ribelli’.

Per lo stesso tipo di considerazioni, la Russia e la Cina martedì hanno bloccato una risoluzione che prevedeva di tener aperti due località transfrontaliere al passaggio degli aiuti umanitari dalla Turchia che a loro avviso servivano solo ai terroristi. Pertanto, nonostante 13 paesi hanno votato a favore, il progetto di risoluzione non è stato approvato (le risoluzioni presentate da paesi membri, per essere approvate hanno bisogno di nove voti a favore e nessun veto da parte di Russia, Cina, Stati Uniti, Francia o Gran Bretagna).

In proposito, la Russia ha sostenuto che il testo non ha tenuto conto delle sue osservazioni sul progetto iniziale diffuso il 16 giugno, compresa la rimozione del valico di Bab al-Salam e la riduzione dell’autorizzazione da 12 a sei mesi.

La Cina da parte sua ha chiesto è intervenuta a sostegno dell’appello del Segretario generale a marzo per la “rinuncia alle sanzioni imposte ai paesi per garantire l’accesso al cibo, alle forniture sanitarie essenziali e al supporto medico COVID-19″, oltre a richiedere al Segretario generale la cessazione delle sanzioni contro la Siria.

La decisione di avviare operazioni transfrontaliere per fornire aiuti umanitari alla Siria è stata adottata dalla risoluzione 2165 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel luglio 2014 a causa dell’intensificazione delle ostilità. Il Consiglio di Sicurezza ha rinnovato annualmente il meccanismo senza modifiche.

Tuttavia, nel 2019, la Russia ha iniziato a insistere per rivedere il testo in relazione al cambiamento della situazione “sul campo” in Siria. Secondo la parte russa, le autorità siriane hanno preso il controllo dei territori precedentemente detenuti da terroristi e sono in grado di fornire aiuti umanitari in quelle località.

Il progetto di risoluzione per tenere aperti i valichi di frontiera agli aiuti umanitari è stato presentato  da Belgio e Germania. Questi paesi hanno proposto di prorogare la validità dell’UNSCR 2165 dal 2014 per 12 mesi fino al 10 luglio 2021, escludendo il checkpoint di Al-Yarubiya sul confine siriano con l’Iraq e il valico di frontiera di Al-Ramat dalla Giordania e lasciando invece le località di Bab al Salaam e Bab al Hawa al confine con la Turchia (vedi qui).

Bab al Hawa
Bab al Hawa

A sua volta, la Russia – pur avendo votato contro il progetto di risoluzione di Belgio e Germania -,  ha proposto  un altro progetto di risoluzione per far transitare gli aiuti in una sola località,  il checkpoint Bab-al-Hawa, che si trova al confine con la Turchia (questa risoluzione però ancora non è stata ancora votata). Le merci che passano attraverso questo valico sono pari a metà di quelle che transitano in tutti gli altri valichi messi insieme. Anche in questo caso, il valico è detenuto da Turchia e forze anti-governative, ma minore è la distanza dal territorio governativo (Aleppo è a soli 48 Km) e probabilmente più facile il controllo.

bab
Bab al-Hawa Border Crossing

Come già detto accennando all’esclusione della località di Yaroubiyeh, nel gennaio 2020, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato una versione di compromesso della risoluzione, che prevedeva che solo due dei quattro posti di blocco avrebbero dovuto continuare a funzionare nell’ambito del meccanismo di assistenza transfrontaliera (qui situazione attuale). Un mese e mezzo prima della termine della risoluzione, che scade il 10 luglio 2020, la discussione tra Russia e Occidente si è nuovamente intensificata, poiché i membri occidentali del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono rimasti insoddisfatti del compromesso, accusando la Russia di politicizzare il tema umanitario.

E’ stato allora che Russia e Cina hanno deciso di sospendere completamente l’accordo (evidentemente anche a causa dell’inasprimento delle sanzioni, infatti il rappresentante cinese lunedì durante una riunione del Consiglio di Sicurezza, ha detto “...mentre alcuni paesi affermano di proteggere e sostenere i diritti umani, compresi quelli colpiti dalla guerra e dalle persone sofferenti della Siria, essi stessi stanno introducendo misure coercitive unilaterali contro la Siria, esacerbando la sofferenza della sua gente“).
Naturalmente l’aiuto umanitario può essere fornito in qualsiasi momento, ma con la conoscenza e il consenso delle autorità siriane, attraverso checkpoint russo-siriani preparati per questo tipo di operazione.

Il veto quindi è solo per il territorio di Idlib, in mano ai terroristi. Ciononostante, a commento del veto russo-cinese gli Stati Uniti hanno dichiarato :

Oggi non c’è giustificazione per il veto della Russia e della Cina, e questa azione non può essere trasformata in false scelte tra aiuti umanitari, sovranità e sanzioni. In parole povere, invece di votare per salvare la vita del popolo siriano, Russia e Cina hanno votato oggi per salvare Assad. Dovremmo essere tutti rattristati, indignati e più determinati che mai a ritenere la Russia e la Cina responsabili come complice del regno di morte e distruzione di Assad. (Delegazione USA presso Onu)

Questo è davvero singolare: la comunità internazionale con le sanzioni provoca prima la catastrofe umanitaria e poi suggerisce gli aiuti umanitari per mettere un piede in mezzo alla porta per tener aperti i paesaggi nel paese per fornire – insieme agli aiuti alimentari –  armi ai militanti sponsorizzati dall’occidente.

Altro motivo di scontento della Russia è che un accordo simile che prevedeva la comunicazione di un elenco di siti localizzati in località in mano ai militanti da non attaccare, sono stati utilizzati dai terroristi come posti di comando e magazzini munizioni ed armi. Quando sono stati attaccati, sono stati utilizzati dai paesi occidentali per lanciare campagne di accusa contro la Russia che ‘bombarda scuole ed ospedali’.

Inoltre, forte è la pressione internazionale per l’istituzione di ‘commissione per i diritti umani’ che  con il solo scopo di sollevare sporcizia contro Damasco. In questo modo, usando esclusivamente fonti di seconda mano ed embedded alle forze antigovernative – i paesi occidentali e gli alleati arabi sperano di isolare ulteriormente la Repubblica Araba Siriana e completare il regime change messo in campo.

patrizioricci by @vietatoparlare

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