Il 17 marzo, il tribunale Internazionale penale dell’Aia (CPI) ha emesso un mandato d’arresto per il presidente russo Putin, nonché per il commissario per i diritti dei bambini, la senatrice Maria Lvova-Belova, con l’accusa di “deportazione di bambini ucraini”. È interessante che la Lvova Belova accusata di ‘rapire i bambini’, sia moglie di un sacerdote della Chiesa ortodossa russa e madre di nove figli (5 nati da lei e 4 adottati); inoltre, ne ha preso in affidamento altri 13, alcuni dei quali con disabilità (vedi qui). Il suo impegno verso i bambini è ampiamente documentato sui media russi anche con ampi report fotografici e video. Inoltre, ha aperto lei stessa un centro per disabili. Anche per questo l’accusa è grottesca oltreché meschina.
Fatto sta che l’occasione scelta del momento per emanare il provvedimento ha dell’incredibile. In realtà, questo significa bruciare tutti i ponti con la Russia e perciò Putin non avrà altra scelta che andare fino in fondo. D’altra parte, forse la determinazione dell’Aja finalmente dissiperà le illusioni su un possibile “accordo”, anche se in realtà non ne sono rimaste tracce dopo il fallimento dei negoziati di Istanbul nel maggio dello scorso anno.
Ancora più importante, non è chiaro il motivo per cui è da tempo che tutta la parte coinvolta nel conflitto stia chiedendo questa condanna. Rimaneva il come, ed il come è stato trovato. Probabilmente il motivo della sentenza è il sostegno morale a Zelensky. La stessa decisione fu presa per Assad ed alcuni generali siriani (e non per l’ISIS e le milizie jhadiste). Come ricorderete, anche l’ex capo della Jugoslavia Slobodan Milosevic fu arrestato nel 1999 e nel 2001 è stato consegnato al tribunale. Milosevic è morto avvelenato in una prigione delle Nazioni Unite nel 2006. Stessa condanna fu comminata a Gheddafi dal giudice Moreno, che alla fine della guerra ha lasciato il CPI assumendo un incarico nel nuovo governo libico, formato essenzialmente da jhadisti.
Perciò il CPI è ampiamente screditato, usato solo contro i nemici dell’occidente come uno strumento politico. Quando si azzardò a condannare gli Stati Uniti, Washington comminò sanzioni ai giudici e al CPI stesso.
Cosa si sa della “deportazione di bambini”?
Innanzitutto, parlando di ‘bambini deportati’, è necessario specificare che stiamo parlano di bambini sopravvissuti alle bombe ucraine piovute regolarmente per 8 anni (ed ancora oggi) nel Donbass. Se la parte ucraina tenesse veramente ai bambini del Donbass non bombarderebbe i centri abitati nelle aree residenziali e non cospargerebbe di mine petal la città di Donetsk. Inoltre, la stessa cosa è accaduta in Siria, dove la Russia ha portato in patria alcuni bambini rimasti soli nei campi profughi del trans Eufrate (vedi qui). Ovviamente, non si tratta di ‘deportazioni’ (che il CPI equipara a ‘genocidio’).
Come dicevo precedentemente “è una cosa abbastanza comprensibile che masse di profughi, come gli abitanti di Mariupol rimasti senza casa o i 155.000 cittadini che hanno ricevuto il passaporto russo a Kherson (tornata in mani ucraine), abbiano deciso di raggiungere la Russia o i territori delle repubbliche LPR o DNR. Stessa cosa per i bambini: molti di essi sono in Russia con tutta la famiglia al seguito, oppure sono orfani o bambini in particolari situazioni che vengono temporaneamente affidati (vedi qui) o adottati da famiglie russe (vedi orfanotrofio di Lugansk, qui e qui arrivo di alcuni bambini orfani a Mosca).
Per una trattazione più esauriente del fenomeno – prima di proseguire – vi consiglio di leggere (sullo stesso argomento) il precedente mio articolo qui: “Propaganda di guerra: le (false) deportazioni di civili e di bambini ucraini in Russia“. Se volete, potete indagare anche autonomamente; ci sono ampi indizi sulle pubblicazioni locali (vedi ad es. qui: https://stupinoadm.ru/) oltre che a report (vedi qui e qui), video sui social, testimonianze etc.
Da parte sua, il commissario per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova ha accusato l’Occidente di aver creato un panico artificiale in relazione alla deportazione e all’adozione forzata di bambini ucraini. Ha anche affermato che i bambini sono andati al riparo in Russia o nei territori di Donetsk e Lugansk con i genitori o da soli con accordo con i genitori e torneranno alle loro famiglie appeno il pericolo cesserà. Lvova-Belova ha riconosciuto che le autorità russe hanno inviato bambini delle regioni di Kherson, Zaporozhye e Kharkiv in appositi centri nella Crimea e nel territorio di Krasnodar per “riposo” dati i traumi subiti e a protezione dalle ostilità.
A conferma, specialmente su telegram io stesso ho constatato che esistono report di pullman che vengono organizzati per periodi di riposo in zone al di fuori dei territori in conflitto.
Anche gli Stati Uniti furono sanzionati ma tutto andò a ‘tarallucci e vino’.
QQuando la Corte penale internazionale dell’Aja aprì inchieste sui crimini di guerra commessi in Afghanistan da talebani, forze afghane e militari americani, “Donald Trump firmò un ordine esecutivo ed autorizzò sanzioni contro i giudici del CPI (Sole 24 ore -12 giugno 2020). Oltre alle inchieste sui crimini in Afghanistan, gli americani si dimostrarono contrari a possibili investigazioni sul trattamento dei palestinesi da parte di Israele. “L’amministrazione americana ritiene la Corte penale internazionale un organismo politico, e le inchieste sono viste come una minaccia alla sovranità americana”, scriveva il Sole24 Ore.
In particolare il giornale riferiva che “Il procuratore dell’ICC Bensouda ha chiesto l’autorizzazione nel novembre 2017 per aprire un’indagine sui crimini legati al conflitto in Afghanistan. Secondo i documenti dell’epoca, l’ufficio di Bensouda ha stabilito che vi era “una base ragionevole per credere” che membri delle forze di sicurezza nazionali afghane, delle forze armate statunitensi e della CIA avessero commesso “crimini di guerra”, tra cui tortura e stupro”.
In riferimento a tale grave episodio, la CNN il 14 giugno 2020 riferiva che “la Corte penale internazionale ha espresso “profondo rammarico per l’annuncio di ulteriori minacce e azioni coercitive, comprese misure finanziarie, contro la Corte e i suoi funzionari, fatte oggi dal governo degli Stati Uniti”.
“Questi attacchi costituiscono un’escalation e un tentativo inaccettabile di interferire con lo stato di diritto e i procedimenti giudiziari della Corte”, ha affermato in una nota. “Sono annunciati con lo scopo dichiarato di influenzare le azioni dei funzionari della CPI nel contesto delle indagini indipendenti e obiettive della Corte e dei procedimenti giudiziari imparziali.
“Un attacco alla CPI rappresenta anche un attacco contro gli interessi delle vittime di crimini atroci, per molti dei quali la Corte rappresenta l’ultima speranza di giustizia”.
Che senso ha il mandato di arresto a Putin?
Ovviamente, lo scopo è cercare di isolarlo diplomaticamente ed economicamente. Per spaventare Xi Jinping e fargli cambiare idea sull’andare a Mosca? Divertente. Sperano che ora i soci di Putin vengano rovesciati ed estradati? Ancora più divertente. O inizieranno i disordini in Russia? Ciò richiede sconfitte militari, non mitici “mandati di arresto”. Il mandato di arresto sarà utile solo per esacerbare le tensioni.
Sul profilo giuridico la CPI è competente?
La risposta è sì. Sebbene la Russia non riconosca la giurisdizione della CPI, è sufficiente che l’Ucraina la riconosca.Ma si tratta di una questione controversa perché sebbene l’Ucraina abbia aderito all’accordo, non lo ha mai ratificato. Secondo lo statuto, la CPI è responsabile nei confronti dei cittadini di eventuali Stati che abbiano commesso presunti reati nel territorio degli Stati che riconoscono la competenza della CPI.
Praticamente la sentenza prevede che Putin non potrà più visitare i 123 stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma, diventato la base della Corte penale internazionale. Tra questi paesi non ci sono solo l’UE, ma anche il Tagikistan, il Venezuela e l’Afghanistan. Tuttavia è improbabile che molti di questi stati prenderanno sul serio la CPI e si tratta comunque di una interpretazione unilaterale.
Mosca fa presente che la Corte Penale Internazionale non è competente
“La Russia non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale (CPI), le sue decisioni sono legalmente nulle per Mosca”, ha detto l’addetto stampa del leader russo Dmitry Peskov.
Il presidente del comitato investigativo russo ha incaricato l’ufficio centrale del dipartimento di organizzare un controllo procedurale in relazione all’emissione illegale di mandati di arresto di cittadini russi da parte della Corte penale internazionale.
Nell’ambito dell’audit, il Comitato investigativo della Russia identificherà individui specifici tra i giudici della Corte penale internazionale che hanno preso le suddette decisioni ovviamente illegali. Sulla base dei risultati, verrà presa una decisione procedurale.
È comunque paradossale che il rifugio di profughi ucraini in Europa sia consentito, mentre in Russia questa stessa procedura di accoglienza venga definita ‘deportazione’. Essenzialmente l’accusa si basa sulla teoria del non riconoscimento delle nuove 4 regioni acquisite con l’invasione/operazione speciale come russe. Secondo il governo di Kiev e quindi il CPI, che hanno adottato entrambi la stessa opinabile interpretazione, i bambini potevano essere evacuati solo in Ucraina perché ucraini in territorio ucraino.
Considerazioni
Si tratta di un altro passo verso l’escalation, arrivata in un momento in cui a gran voce la maggior parte della popolazione occidentale chiede la pace. Le sentenze di questo tipo oltre che essere molto inquinate, sono inopportune, specialmente quando la guerra è ancora in corso.
La vicenda non solo farà aumentare la decisione da parte della Russia sulla necessità di terminare vittoriosamente il conflitto, anzi, questo provvedimento invece di facilitare la pace e la giustizia, porrà un serio problema quando si dovranno svolgere i negoziati di pace, visto il gran numero di sanzioni contro la leadership russa e la decisione dell CPI (ma forse è proprio questo che vogliono gli USA).