Dopo la strage di Charlie Hebdo i leader europei (per sostenere i valori occidentali e la libertà di espressione) sfilano a Parigi con i rappresentanti dei paesi islamici più fondamentalisti al mondo.
di Patrizio Ricci
Hanno scritto tantissimo sulla strage di Charlie Hebdo e vi risparmio ulteriori commenti. A questo efferato episodio non si è però reagito adeguatamente: nessuno dei leader di governo si è fatto domande o ha compiuto autocritiche sul proprio operato. Tuttavia sono già pronti maggiori provvedimenti restrittivi alle libertà individuali e sarà incentivata maggiormente la 'guerra al terrore', si lascerà la guerra in Siria così com'è e si faranno in politica internazionale esattamente le stesse cose. Forse con più bombe.
Purtroppo non ho intravisto nei giudizi e nei discorsi dei massimi responsabili europei una sincera volontà di voler affrontare i problemi. Essi, hanno sì riaffermato i principi democratici di libertà ma senza dimostrare di averne coscienza e di frequentarli. E' evidente che questi principi sono sempre più 'lettera morta' (scandalizza più una maglietta 'Manif pour tous' che una vignetta di Charlie Hebdo).
Sappiamo tutti che l'Europa si vergogna di se stessa, della propria tradizione cristiana, della propria cultura.
Al posto di attingere da questi inutili 'fardelli' i responsabili delle nostre istituzioni per risolvere i problemi preferiscono fare appello alla 'coscienza civica' degli islamici moderati.
Ma chi sono gli islamici moderati? Sono quelli più buoni tra i mussulmani? Sono quelli che alla pari dei rivoluzionari francesi Danton e Robespierre sono disposti ad una evoluzione della società e dei costumi?
Sì: è questo che si chiede. L'occidente sostiene che l'Islam non è incompatibile con la democrazia. Niente da obiettare, l'affermazione è vera ma sembra pronunciata da una persona affetta da sindrome dissociativa! Certo che esiste un islam 'moderato' ma è un fatto che l'occidente privilegia nei rapporti bilaterali e internazionali il ramo più radicale dell'islam: il wahbismo!
E' un concetto semplice da capire ma è trascurato dai politici. Essi usano il termine 'moderato' a sproposito, come per distinguere buoni e cattivi, onesti e disonesti. Niente di più falso e fuorviante; la distinzione non parte dall'uso più o meno efficace della ragione. La radice del problema è di tutt'altro genere: nell'Islam non esiste come nel Cattolicesimo una struttura di riferimento (la Chiesa con il Papa ed i vescovi) che guidi univocamente il fedele nell'interpretazione dei libri sacri, quindi l'uso della distinzione dipende semplicemente dalle interpretazioni del Corano nel mondo islamico.
Così nella storia a svariate interpretazioni si sono sviluppate differenti scuole di pensiero. Di queste, le correnti più importanti sono il sufismo ed il salafismo: la prima è quella che noi chiamiamo 'moderata' e la seconda è quella che noi chiamiamo 'non moderata', cioè fondamentalista. Di quest'ultima, (concezione estrema dell'islam) la sua concretizzazione politica e storica è il wahabismo che ha nell'Arabia Saudita la sua espressione più radicale.
Ed allora domandiamoci: quando si sono aperte le braccia ai sauditi ed i qatarioti (senza giudizio), ha senso ancora dire che 'si privilegia l'islam moderato'? E quando sistematicamente si sono fatti fuori tutti i paesi dove esisteva il partito Bath (una espressione politica del sufismo) che speranza si ha – procedendo in questo modo – che nelle nostre società e nel mondo possano emergere i 'mussulmani moderati'?
L'Europa ha messo in atto una politica estera aggressiva e scellerata: erano i fratelli mussulmani (i salafiti) che avrebbero dovuto dar vita nelle 'primavere arabe' alla democrazia! Ovviamente non è stato così!
Ma non è cqua passata: l'Arabia Saudita, grazie alle sue immense risorse finanziarie sta compiendo un progetto egemonico (religioso e politico) in tutta l'area mediorientale ed anche in Europa. A Parigi i propri esponenti si occupano dell'educazione religiosa (diffondono il wahbismo) e penetrano il tessuto sociale tramite opere socialmente utili come la riqualificazione delle banlieue (i quartieri periferici, quelli più affollati di mussulmani). E nel resto d'Europa è sempre l'Arabia Saudita che finanzia le moschee e i centri islamici facendo proselitismo anche tra gli immigrati 'moderati'.
Allora a questo punto sorge una domanda: se l'occidente dice che vuole privilegiare l'islam moderato perchè gli ha dichiarato guerra? Di fatto, nelle primavere arabe, in Siriaa , in Libia, in Egitto, ha privilegiato i fratelli mussulmani , i salafiti e non i moderati! L'occidente sostiene scuole di pensiero incompatibili con i principi della democrazia occidentale!
Questo comportamento ha una sua spiegazione: il potere finanziario e le alleanze con i più potenti prevalgono su ogni altra considerazione morale ed etica. Ed in nome di questo che i leader europei per riaffermare la libertà di espressione, al suono della Marsigliese, sfilavano a braccetto con i delegati delle monarchie wahabite assolutistiche del Golfo.