Attualità

L’occidente privilegia il radicalismo sunnita e mente su chi fomenta il terrorismo

La menzogna sembra essere ciò che guida le relazioni internazionali. La menzogna ha conseguenze, deteriora la vita, svilisce l’umano, fa essere rinunciatari, fa perdere l’interesse per la politica, tende ad essere cinici. Ha anche conseguenze pratiche. Uno dei più grandi problemi ‘nascosti’ dai governi occidentali è la loro propensione a stringere accordi economici con i paesi del Golfo, quei paesi che esportano la forma più radicale e violenta dell’Islam.

L’occidente ha assecondato questa forma di islam per due ragioni: la prima è il petrolio e i soldi, la seconda è per polverizzare il medioriente. Ne ha parlato padre Cervellera  direttore di Asia News  intervenuto il 12 febbraio a Roseto in un incontro che ha portato a tema gli attuali scenari politici nel medio oriente. L’incontro è stato organizzato dalla locale Associazione Culturale Goccia nell’oceano’. 

Il sacerdote si è soffermato soprattutto nel racconto della grande testimonianza di fede dei cristiani e del loro desiderio di non lasciare la terra di Gesù. Tuttavia, ha denunciato le difficoltà che essi devono affrontare a causa per la politica di sbriciolamento del medio oriente che le potenze occidentali hanno iniziato dall’ Ottocento. Quest’opera di permanente destabilizzazione è portata avanti a vantaggio di Israele tramite i principali alleati regionali, i regnanti sauditi.

Chi cerca di contrastare questo progetto rompendo le uova nel paniere, è l’Iran. E’ per questo che Teheran è considerato il più grande nemico dagli USA e dai suoi alleati. Per mascherare le vere ragioni di tale ostilità, gli Usa lo considerano “il più grande stato che sostiene il terrorismo al mondo”(legge Export Administration): lo ha detto il capo del Pentagono James Mattis nella sua recente visita a Tokyo, lo ha detto Trump, lo ha detto Obama così come lo hanno detto tutti i suoi predecessori (dall’epoca dello Scia di Persia in poi).

E’ evidente che proseguendo con questo atteggiamento basato su colonialismo e petrolio, i conflitti non finiranno mai. Inoltre, proseguendo per questa china, il terrorismo prenderà sempre più piede perché l’interpretazione religiosa che i nostri alleati sauditi diffondono a suon di dollari in tutto il mondo, “è esattamente la stessa applicata sul terreno da tutti i terroristi armati” (Asia News).
Che dire? Bisogna essere ciechi per non vedere che tutti gli attentatori in Europa ed in medioriente sono sunniti ispirati dalla lettura wahabita dell’islam diffusa dai sauditi.

Questa è un’interpretazione religiosa lontana mille miglia da quella che Padre Cervellera ha raccontato aver visto insegnata nelle università islamiche iraniane. Infatti, in quegli atenei “gli studenti leggono tutta la filosofia occidentale, e cercano di capire il cristianesimo leggendo direttamente il Vangelo e il Catechismo della Chiesa Cattolica e non i commenti musulmani sul Vangelo “.

Quindi, come ha detto il direttore di Asia News: “l’islam sciita dell’Iraq e soprattutto dell’Iran è un islam di cultura molto elevata, un islam aperto che vuole dialogare con l’occidente, è un islam che segue le fonti religiose del Corano”, mentre l’interpretazione che “è stata data dagli Imam degli Abith del Profeta (gli Adith sono detti, fatti attribuiti a Maometto ma scritti 300/400 anni dopo la morte del Profeta), costituiscono l’interpretazione araba dell’Islam, quella diffusa dall’Arabia Saudita nel mondo”.

In definitiva, quella di padre Cervellera è un’ulteriore conferma di una evidenza che è sotto gli occhi di tutti: la fonte del terrorismo dell’ISIS, di al Qaeda e del radicalismo dei Fratelli Musulmani, ha a che fare con l’Arabia Saudita e non con l’Iran.

Ma Washington da quell’orecchio non ci sente, tant’è che il direttore della Cia Mike Pompeo ha consegnato ai principi sauditi, una medaglia al Merito per la lotta contro il terrorismo conferita dalla Casa Bianca.

E’ chiaro che ogni soluzione operativa contro il terrorismo che non tenga conto di queste evidenze, pecca di un vizio all’origine: paradossalmente il piano che Trump ha ordinato di presentare entro questa settimana per sconfiggere ISIS non fa menzione degli altri gruppi terroristici. La ragione di questa ‘dimenticanza’ è che questi ultimi serviranno ancora per indebolire il governo siriano e tenere ‘occupati’ i russi.

Patrizio Ricci

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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