In Siria, in verità la Costituzione è stata già riformata nel 2012 con importanti modifiche migliorative come il multipartitismo, tuttavia l’Onu non ha riconosciuto la validità di tale consultazione. E’ così che la risoluzione 2254 ha stabilito che l’Onu si facesse ‘carico’ di nominare un comitato costituzionale per redigere una nuova costituzione siriana.
L’Organizzazione Internazionale che non ha riconosciuto la nuova costituzione (decisa con ampio consenso popolare), ha però ritenuto equo (tramite il proprio rappresentante Steffan De Mistura) imporre che la costituzione la scrivesse anche l’opposizione armata, avente notoriamente orientamento salafita .
Si capisce che non è certo per la costituzione siriana che gli USA hanno finanziato le varie fazioni armate anti-Assad per un miliardo di dollari l’anno (operazione Timber Sycamore) ma per realizzare irresponsabilmente i propri piani geo-strategici. Da parte loro Siria e Russia ne erano perfettamente consapevoli ma nel 2015 hanno dovuto accettare di ingoiare il rospo, perché la coalizione internazionale ha fatto leva sulla situazione sul campo, deteriorandola con varie metodologie, non per ultimo rafforzando i ‘ribelli’ con ‘vari regali’ (come i 13.000 sistemi Tow anticarro forniti dagli USA tramite i sauditi).
In quella situazione di debolezza è stato così possibile che la risoluzione 2254 prevedesse che il comitato costituzionale fosse composto da 150 rappresentanti, così suddivisi: 1/3 del totale dei delegati al governo siriano, 1/3 ai terroristi ; 1/3 alla società civile.
E’ evidente che l’inviato Steffan De Mistura ha fretta: vuol ‘mettere in tasca’ qualcosa prima della fine del suo incarico, previsto a fine mese. Così tramite le pedine dei rappresentanti dell’opposizione armata come delegati, mira a legittimare – come ‘padri costituenti – quei paesi stranieri coinvolti in questa guerra. Naturalmente da parte del terzetto di Astana (Iran Russia e Turchia) c’è consapevolezza di tutto questo. però con grande senso di responsabilità hanno valutato che ciò che importa è dare una priorità alle opzioni disponibili ora ed agire accettando una situazione di compromesso che non prolunghi ulteriormente la guerra.
La riunione di ieri però è saltata perché l’opposizione armata non è riuscita a presentare una proprio lista. Certo non sarà il popolo siriano , né tanto meno il governo siriano a dolersene (che da tempo ha accettato la risoluzione 2254 ed presentato i propri delegati). Damasco pone però la propria condizione: la Costituzione non dovrà essere fatta ex-novo ma dovrà essere emendata in senso migliorativo, laddove si trovi largo consenso per farlo.
In Geneva alongside Russian & Turkish counterparts to move fwd on a constitutional committee to resolve #Syria crisis. We always insisted on a political solution led and owned by Syrians. The West has now been compelled to accept this. But it needs to facilitate; not dictate. pic.twitter.com/MYg5pWouAQ
— Javad Zarif (@JZarif) 18 dicembre 2018
Infine, degno di nota che l’editoriale del quotidiano siriano Al-Watan ha sottolineato il rapporto teso di De Mistura con il presidente siriano Bashar al-Assad.
“A Damasco, non saremo mai dispiaciuti per la partenza di Staffan de Mistura”, ha detto Al-Watan. De Mistura sta “lasciando il suo incarico con dispiacere per non aver potuto distruggere lo stato siriano e non essere riuscito imporre l’agenda dell’Occidente ai siriani”. Poi proseguendo l’editorialista, rimprovera gli sforzi che sta mettendo in atto con lo scopo di “imporre una nuova costituzione ai siriani”.