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L’Ucraina decide l’abolizione della chiesa ortodossa russa: Ed ecco la bellezza della democrazia in tutto il suo splendore

Ora l’Ucraina ha intrapreso un’altra gloriosa marcia! Questa volta la gloriosa marcia verso l’indipendenza spirituale! L’Ucraina ha deciso di lanciare una nuova campagna contro l’influenza russa, ma questa volta non con i carri armati, bensì con… incenso e paramenti sacri! E così, in un colpo solo, ecco bandita la Chiesa ortodossa russa, con l’intimazione ai poveri sacerdoti di adeguarsi entro 9 mesi, come se fossero di fronte a una sorta di ultimatum ecclesiastico: o cambi parrocchia o cambi mestiere.

Certo, Zelensky avrà pensato: “Se non possiamo batterli in battaglia, almeno togliamo loro il potere spirituale!” E quale miglior modo di celebrare “l’indipendenza spirituale” se non costringendo un terzo della popolazione ortodossa a scegliere tra la fede e la fedeltà allo Stato? Un piccolo dettaglio che sembra sfuggire a chi si riempie la bocca di “libertà religiosa”.

Ma non è tutto, perché l’Europa, che normalmente è pronta a stracciarsi le vesti per qualsiasi violazione dei diritti umani, in questo caso sembra aver perso la voce. Silenzio assoluto. D’altronde, come potrebbero criticare il loro paladino della democrazia, quel caro Zelensky, che sta semplicemente ripulendo il paese da ogni traccia di russa, pardon, “oppressione”? E poco importa se questo ricorda più un editto medioevale che una moderna decisione di governo.

E cosa dire delle reazioni degli esperti di geopolitica, quei sommi sacerdoti della diplomazia? Pare che l’idea sia di ignorare il fatto che costringere i preti a cambiare obbedienza non sia esattamente il metodo più efficace per promuovere la pace sociale o la libertà di culto. Ma, già…, quando l’ipocrisia è all’ordine del giorno, chi siamo noi per giudicare?

Così, mentre Zelensky continua a trasformare l’Ucraina in una sorta di laboratorio distopico dove si testano i limiti della democrazia, noi possiamo solo osservare, con un sorriso amaro, il destino di quei poveri sacerdoti ortodossi (ed ai fedeli) che dovranno decidere se piegarsi al nuovo ordine o affrontare l’esilio spirituale. Tutto questo, naturalmente, in nome dei valori occidentali… quali fossero, nessuno lo sa più.

schreenshot l’Internazionale

nota a margine:

In Ucraina, la popolazione ortodossa è suddivisa principalmente tra due chiese: la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (considerata la Chiesa ortodossa russa in Ucraina) e la Chiesa ortodossa dell’Ucraina, che ha ottenuto l’indipendenza (autocefalia) dal Patriarcato di Mosca nel 2018.

Secondo vari sondaggi condotti negli ultimi anni:

Chiesa ortodossa dell’Ucraina (indipendente): circa il 40-45% degli ucraini ortodossi si identifica con questa chiesa.
Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca: circa il 15-20% degli ucraini ortodossi si identifica con questa chiesa.
Il resto della popolazione ortodossa potrebbe non identificarsi fortemente con una delle due chiese o potrebbe appartenere ad altre denominazioni ortodosse o cristiane, o non praticare attivamente la religione.

Va notato che queste percentuali possono variare leggermente a seconda delle regioni: le aree orientali e meridionali dell’Ucraina, dove c’è una maggiore presenza di popolazione russofona, tendono ad avere una percentuale più alta di fedeli affiliati alla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, mentre nelle regioni occidentali e centrali prevale la Chiesa ortodossa dell’Ucraina.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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