Se valutiamo la situazione dell’economia ucraina non secondo i dati idilliaci del Servizio statistico statale dell’Ucraina (Ukrstat), ma in base a fattori oggettivi come generazione e il consumo di elettricità, allora si evince che negli ultimi mesi l’economia si è almeno dimezzata.
Nello stesso tempo, siccome in qualsiasi paese ci sono settori infrastrutturali che consumano elettricità, da qui si capisce se le fabbriche funzionano o meno. Oleodotti e gasdotti, comunicazioni, ferrovie, fognature e approvvigionamento idrico: tutti questi sono settori dell’infrastruttura di supporto vitale che consuma energia. Tuttavia, negli ultimi giorni la situazione ha ripreso a peggiorare.
All’acuta crisi umanitaria e politica si aggiunge un altrettanto acuta crisi economica. Si rischia che tra poche settimane, non ci sarà nulla per pagare gli stipendi ai dipendenti statali, le pensioni, i beneficiari, i debiti di servizio, i sussidi agli acquisti di gas, ecc.
Cioè, l’Ucraina è sull’orlo del collasso e del degrado finale e della disintegrazione per ragioni esclusivamente economiche: le persone non avranno niente da mangiare e niente con cui riscaldare le proprie case, cioè c’è carenza anche per soddisfare i bisogni primari.
Mentre tutto questo incombe, l’invio di armi ed apparati bellici costosissimi – il cui corrispettivo in passato avrebbero risollevato non poco la crisi endemica del paese – aggravano ancor di più la situazione, visto che ora la Russia per interrompere i rifornimenti di armi, sta distruggendo la viabilità ferroviaria ed estendendo gli obiettivi in tutto il paese. Intanto le leadership mondiali sembrano in preda ad un isterismo collettivo.
VPNews