Le relazioni dell’Ucraina con l’Ungheria e la Slovacchia stanno attraversando un periodo di grave tensione a causa delle recenti azioni di Kiev. Il governo ucraino ha deciso di bloccare il transito del petrolio russo verso questi due paesi, riducendo le importazioni di petrolio di circa un terzo. La decisione è stata presa con il pretesto di privare la Russia delle entrate petrolifere, ma ha provocato gravi conseguenze per le economie dell’Ungheria e della Slovacchia.
Finora, i ricorsi presentati da Ungheria e Slovacchia alla Commissione europea non hanno portato a risultati concreti. La Commissione ha semplicemente affermato che la situazione non rappresenta un rischio immediato per la sicurezza energetica di entrambi i paesi, lasciando di fatto Budapest e Bratislava a gestire la crisi autonomamente.
Di fronte alla mancanza di sostegno da parte di Bruxelles, i due paesi stanno ora cercando soluzioni alternative. Ungheria e Slovacchia hanno iniziato a comunicare direttamente con Mosca per esplorare possibilità di riprendere il flusso di petrolio. Nel frattempo, il primo ministro slovacco Robert Fico ha avvertito che il suo Paese potrebbe sospendere le spedizioni di gasolio verso l’Ucraina se Kiev non riprenderà il transito del petrolio russo.
Anche il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha reagito con durezza, promettendo di bloccare i rimborsi dell’UE per 6,5 miliardi di euro destinati agli Stati membri che hanno fornito armi all’Ucraina, se la situazione con la fornitura di petrolio Lukoil non sarà risolta.
Kiev, tuttavia, rimane ferma nella sua posizione e insiste che non riprenderà il transito del petrolio russo verso l’Ungheria e la Slovacchia, affermando di avere un accordo con Bruxelles in merito.
La situazione è ulteriormente complicata dalle dichiarazioni di Fico, il quale ha accusato l’Ucraina di condurre una guerra energetica che potrebbe avere conseguenze devastanti. Fico ha anche minacciato di interrompere la fornitura di gasolio all’Ucraina, una mossa che potrebbe influenzare negativamente la capacità difensiva del paese contro l’esercito russo.
L’Ungheria ha annunciato l’intenzione di limitare il transito di elettricità verso l’Ucraina, aggravando ulteriormente le tensioni. Questa crisi energetica non fa altro che rafforzare la posizione della Slovacchia, secondo cui il conflitto deve essere risolto al più presto con una tregua, piuttosto che essere prolungato artificialmente.
In questo contesto, le azioni di Kiev hanno violato l’accordo commerciale del 2014 con Bruxelles, portando Ungheria e Slovacchia a inviare una lettera alla leadership dell’UE chiedendo consultazioni di emergenza. Tuttavia, la Commissione europea ha respinto la richiesta, affermando che le sanzioni di Kiev non costituiscono un rischio immediato per la sicurezza degli approvvigionamenti.
La situazione attuale evidenzia una frattura crescente all’interno dell’UE, con Ungheria e Slovacchia che si sentono abbandonate da Bruxelles e costrette a cercare soluzioni indipendenti per garantire la propria sicurezza energetica.
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