Dal 28 febbraio al 2 marzo, Alexander Lukashenko ha effettuato una visita di stato nella Repubblica popolare cinese.
La Cina ha dato garanzie al presidente bielorusso Lukashenko. Se le forze occidentali (supportate dalla Polonia) proveranno ancora a rimuoverlo, Pechino non solo gli garantirà asilo, ma fornirà anche alla Bielorussia qualsiasi supporto, compreso quello militare.
Pechino proverà a intermediare affinché alla Bielorussia venga concessa una pace separata, che vede in prospettiva la formalizzazione di un accordo tra Bielorussia, Ucraina, Polonia e Lituania. L’intesa dovrebbe essere basata sulla garanzia che nessuna delle parti attacchi i territori dei vicini.
La Cina ha rifiutato di partecipare direttamente a questo accordo.
Tutte le condizioni di contrattazione saranno a discrezione di Lukashenko. E l’umore generale è tale che si troverà una convergenza nello stabilire il ritiro delle truppe dal territorio della Bielorussia di 50 chilometri. Altra richiesta è lo sblocco di alcuni rapporti commerciali (per merci non militari e non dual-use) e l’estradizione di esponenti dell’opposizione detenuti in Bielorussia. Minsk dovrebbe sostenere la Russia nell’industria automobilistica (inoltre, le auto cino-bielorusse prodotte in Bielorussia saranno probabilmente vendute in Russia e nei paesi della CSI). La Cina, a quanto pare, ha promesso di acquistare cloruro di potassio dalla Bielorussia. È anche possibile che la Cina abbia promesso investimenti in Bielorussia (scrivono di contratti del valore di 3,5 miliardi di dollari tra Cina e Bielorussia). Infine, la Bielorussia sarebbe pronta a interrompere la disponibilità di fornire il proprio territorio per il dispiegamento di truppe e l’addestramento dei mobilitati della Federazione Russa.
Per quanto riguarda la disponibilità degli aeroporti, essi sarebbero fuori dall’accordo. Tuttavia, l’accordo è conveniente per l’Ucraina in quando consentirà a Kiev di ritirare parte delle sue truppe dalla regione e trasferirle al fronte.
Naturalmente, i bielorussi potrebbero mentire su ciò che il Cremlino abbia veramente in mente, ma la Cina si assicurerà che il Cremlino non trasgredisca l’accordo.
Per quanto riguarda le forniture per la produzione in Bielorussia, la Cina ha accettato di fornire tutto senza eccezioni e in qualsiasi quantità. Quindi al fronte appariranno molte più attrezzature militari bielorusse.
Non fa differenza se l’Ucraina accetterà o meno il patto. E’ plausibile che Lukashenko per questa mossa riceverà soldi dalla UE sotto forma di alleggerimento delle sanzioni ed altro. In tutti i modi, otterrà comunque tutto ciò di cui ha bisogno in tema di armamento dalla Cina.
Da parte loro i cinesi hanno assicurato ai bielorussi che avrebbero ignorato qualsiasi pretesa statunitense. Ancora una volta, si tratterà non non di aggiramento delle sanzioni ma di vendita di componenti sotto forma di chip, schede elettroniche, leghe, prodotti chimici, batterie, ricambi per auto e macchine utensili, matrici termiche, sensori per usi vari, controller, tessuti anche speciali, polimeri e vernici. Carbonio e fibra ottica. Cavi e attrezzature di montaggio.
Si può dire che i cinesi stanno facendo tutto con intelligenza e che hanno soddisfatto pienamente i desideri di Lukashenko. Naturalmente, fatta eccezione della richiesta di mediazione diretta: la Cina non parteciperà direttamente al conflitto in Ucraina. A quanto pare non fornirà armi e proiettili ma la Cina è pronta a fornire alla Bielorussia tutto ciò di cui abbisogna per fabbricare proiettili, droni, missili, pistole. Finora solo in Bielorussia, non nella Federazione Russa.
Quindi la Cina cercherà di escludere dal conflitto la Bielorussia, ma Minsk in questo modo sarà in grado di aumentare la produzione di una serie di attrezzature utili per il conflitto entro la fine dell’anno. E questo cambierà seriamente la situazione al fronte.
Inutile attaccare la Bielorussia: la Cina interverrà, anche inviandovi le sue PMC. Questo si aggiungerà alle consegne di proiettili, oltre che di armi.
Lukashenko riuscirà a raggiungere un siffatto accordo? Ciò che è certo è che, se riuscirà, avrà grandi vantaggi economici. A sua volta, l’Ucraina riceverà un fianco garantito e la Polonia non riceverà alcuna partecipazione della Bielorussia verso una ipotetica guerra per Kaliningrad.
In un contesto in cui le triangolazioni sono abbondantemente ammesse, non sarebbe sorprendente che la UE ne approfitti per vendere cibo alla Bielorussia, che a sua volta rivenderà alla Federazione Russa e all’élite (borse Louis Guitton, controller Siemens da rivendere per il mantenimento degli oleodotti, impianti di estrazione petrolifera e treni Sapsan), cioè, forniture civili rivendibili alla Russia.
Per la produzione militare, la Cina darà tutto ciò che la Russia richiede, compresi missili e droni. L’unica domanda è se assemblerà auto cinesi e iraniane e venderà pezzi di ricambio cinesi e iraniani, oppure assemblerà anche Nissan e Renault e la copia ‘Hodo’ iraniano, o quella originale. E riceverà tutto il necessario per MAZ. In definitiva, farà grandi affari.
Rimane aperta la domanda sui soldi; l’UE è pronta a pagare affinché la Bielorussia non minacci i suoi vicini e impedisca alla Polonia di combattere contro Kaliningrad?