L’ultimo Obama e quelle bombe (telecomandate) di fine stagione

Sussidiario – Patrizio Ricci

Un video diffuso in rete, mostra un aereo A 10 Thunderbold USA in azione ad Idlib contro al Nusra. La zona è quella di Kafr Zita in provincia di Hama, una zona dove da tempo i governativi sono in difficoltà.

Quindi gli Usa hanno mandato un aereo ad aiutare l’esercito siriano, hanno capito finalmente che il pericolo non è Assad? No, niente di tutto questo: gli aerei Usa da ottobre colpiscono solo singoli individui appartenenti ad al Qaeda, quelli inseriti in una ‘Kill list’ approntata da Cia e Pentagono. L’incremento di questo tipo di attività è stato ordinato da Obama allo ‘Joint Special Operations Command’, l’indomani della elezione di Trump alla Casa Bianca.

E’ chiaro che se il Pentagono e la Cia volessero seriamente influire sulle capacità ‘combact’  dei jihadisti, quindi incidere sull’esito della battaglia che da anni l’esercito arabo siriano (SAA) conduce contro al Qaeda ed Isis, metterebbero in campo mezzi ben più consistenti e non indirizzerebbero i propri attacchi solo su singoli individui (tra l’altro molto opinabili) ma soprattutto su depositi munizioni, mezzi corazzati, armamenti e personale.

Ma così non accade, si direbbe che Cia e Pentagono stiano facendo ‘pulizia negli uffici’  mettendo i documenti scottanti nei tritacarte e stiano eliminando in Siria,  i personaggi scomodi che potrebbero rilevare alleanze imbarazzanti.

A fare da corollario a questo atteggiamento ambiguo di oltre oceano, la settimana scorsa il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui indica la Russia come ‘pericolosa quanto lo stato Islamico’ perché divulgando il suo punto di vista, diffonderebbe una informazione antieuropea tramite RT e Sputnick.

Questa accuse che pur partono da un dato reale ( vedi nota * ), non tengono purtroppo in nessun conto degli antecedenti storici: le guerre preventive, le rivoluzioni arabe e quelle arancioni.

Quindi se addirittura il futuro presidente americano ritiene che ci siano stati degli eccessi, non è questo modo migliore per risolvere i problemi che pur ci sono.  Ma la chiusura al dialogo non finisce qui: Bruxelles ha cercato di impedire il passaggio delle petroliere russe che riforniscono la Siria quando è stata proprio essa stessa, quale membro della coalizione anti-terrorismo, ad aver provveduto a bombardare le raffinerie siriane (per privare il paese della capacità di produzione) con la scusa della lotta all’Isis.

In definitiva, la lotta al terrore consente ed ha consentito perdite di democrazia rilevanti facendo il gioco delle lobby e sembra che ne nessuno se ne accorga. Doveva essere il generale Flynn (ex capo della Cia e probabile nuovo responsabile alla sicurezza interna) a dire che tutta la politica estera occidentale dopo l’11 settembre è stata un disastro? E per quando ancora continueremo a riformare le costituzioni restando subdoli?

pubblicato su il Sussidiario© Riproduzione riservata

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nota: * la Russia si è dotata di organi di diffusione del suo punto di vista politico come fa l’occidente con i propri organi di stampa mainstream in funzione antirussa – rimane da vedere, volta per volta, quale giudizio sia più rispondente a ciò che chiede l’umana realtà.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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