La UE ha innanzitutto bisogno di un esercito più potente? No, ha bisogno di essere umile

Ho letto l’articolo di Tempi “«L’Unione Europea ha bisogno di un esercito». «Il grave errore della Ue è stato quello di costruire un mercato fiorente pensando che fosse sufficiente a garantire la pace».

Prendo solo lo spunto da questo, non ho nulla contro questo discorso (ci hanno imposto quei binari). Il dissertare sulla sicurezza in termini di armamenti e dintorni è molto comune oggigiorno.  Ma ugualmente mi sento sempre disorientato quando sono proposti insieme discorsi non coerenti tra loro.

Infatti dalla UE sono messe in atto contemporaneamente varie azioni. Ed è propri qui l’enigma: cosa c’entrano gli aiuti agli ucraini, con l’affermazione di Borrel e Van Der Layen che la vittoria deve esser trovata sul campo di battaglia e che la UE deve riarmarsi? Sono cose del tutto opposte. La guerra è sempre una sconfitta del genere umano che non ha saputo incontrarsi e c’è qualcosa di più tragico della morte di tante persone: è una morte inutile. Quindi è contraddittorio mandare aiuti umanitari e poi non fare nient’altro rispetto a ciò che si faceva prima se non riarmarsi di più: è una vera sciocchezza.

Eppure a riempire le pagine dei giornali è costantemente un pensiero che non esce dalle strettoie di pensiero politically correct imposto. Mi nausea il dover dire una cosa ovvia, eppure devo farlo: la pace non può essere delegata agli armamenti quando è proprio questo che causa la guerra. Gli armamenti possono essere considerati una tragica fatalità, ma non possono sostituire la responsabilità verso la pace, oggi del tutto assente.

BIDEN ED EU

Cos’è allora ciò su cui bisogna lavorare per assicurare la pace? Innanzitutto, la pace è una domanda incessante che bisogna coltivare. Ma cosa vuol dire? Beh, non può essere sottinteso che la vita abbia senso. Bisogna averne realmente coscienza. Quindi bisogna viverla nel senso che gli è dato.

Sembra semplice? Non direi. Ascolto esclusivamente discorsi tutti incentrati sui valori e sui principi: sono esattamente quei discorsi vuoti e distruttivi che da tempo, dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, si propongono. Ma essi sono chiaramente tutto l’opposto che un percorso di pace: sono chiaramente la nuova finestra di Overton per promuovere successive azioni che – con l’intento di prendersi cura di qualcuno – porteranno altre tragedie.

Altra evidenza è che quella attuale è una unità mai vista prima in Europa. Ma è una unità non vera, fondata sull’antagonismo che ricrea alleanze. Quindi per proseguire ha bisogno costantemente della menzogna, perché l’altro non è il male assoluto. L’identikit è noto a tutti: è una unità contro, una unità assai effimera e pericolosa.

Il male attrae che con insolito consenso: i paesi europei hanno aumentato il proprio budget militare contro l’aggressore russo, che ha chiesto e richiesto proposte minimali per la propria sicurezza, la cessazione del genocidio in Donbass e l’applicazione degli accordi di Minsk.

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Non puoi dire di avere valori o principi senza essere mendicante di Dio

Ora io non approvo come soluzione, la guerra, dovrebbe scomparire sulla faccia della terra. La vita ha i suoi dolori di per sé e non occorre di certo autoprocurarli.

Potremmo vivere in armonia. Ma purtroppo è proprio quando questa armonia viene a mancare che accadono le guerre. Le guerre sono l’esito di una inimicizia coltivata nel cuore dell’uomo, di una negazione diabolica rispetto a ciò che è lo scopo della vita.

Quindi l’emergenza di cui io mi preoccuperei non è il riarmo. il nemico è prima di tutto interno. È la stessa istituzione dell’Unione Europea che mette in pericolo tutti i popoli europei e che propone e pianifica processi degenerativi (tramite leggi e regolamenti che implementa nella sua politica interna ed estera).

Purtroppo, dal lato politico è impossibile aspettarsi cambiamenti, non ci saranno per lungo tempo. La UE adeguerà le leggi e stanzierà fondi per addomesticare la percezione dei popoli affinché la società civile non entri in maniera significativa a riformare l’istituto burocratico europeo che difende ormai sé stesso come un mantra, anche tramite il proprio bilancio e il codice penale. Del resto basta vedere il duello tra Macron e Le Pen, a quest’ultima è stato persino chiesto di fare un esame psichiatrico perché non si allineava al pensiero unico prevalente imposto dalle elite illuminate.

Insomma la macchina del discredito, della censura, della formattazione e dell’assimilazione del pensiero, della distrazione, non è da sottovalutare. È capace di dirigere, di riordinare le menti agendo sull’emotività, sull’umanitarismo, giustificando l’orribile con un pensiero buono. Tutto questo oggi fa parte del normale sistema di governo.

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L’Europa allo stato attuale non ha futuro

L’Europa non ha futuro. “L’Europa ha abbandonato la sua civiltà cristiana. Tutta questa postmodernità – “Lgbt”, “BLM”, aggressiva “tolleranza/politicamente corretto/ multi-culturalismo” – non ha nulla a che fare né con l’Europa classica né con il cristianesimo. Ed ancora crisi demografica e emigrazione, prospettiva di perdita del 2/3 della popolazione, povertà.

Questo non è modernismo e liberazione, questa è degenerazione. Eppure la leadership europea crede che ora sia necessario avere un esercito potente che metta a sicuro ogni cosa? Non ho sentito una sola parola sensata da un mese a questa parte ed anche prima da parte dell’élite europea. E per andare avanti con i suoi programmi deve mentire, affinché tutto sia formalmente corretto.

Purtroppo, in questo contesto – lo ho già detto molte volte – l’ultima rocca di difesa a questo processo poteva essere la chiesa ma anch’essa è andata assimilandosi al modernismo. La sua percezione è tutta protesa nell’andare incontro all’uomo in un’epoca che cambia. È inutile dire che siccome l’uomo è cambiato dal di dentro era da preservare la spiritualità, il pensiero. L’uomo può essere in armonia con l’ordine naturale delle cose e del creato rapporto solo accorgendosi di quel Tu che si è fatto Presenza nella vita e che è ciò che è percettibilmente più evidente. La Chiesa dovrebbe solo rispondere al compito che gli è stato affidato 2000 anni fa. essere strada.  Invece, la sta sempre più proponendo un vuoto umanitarismo dove l’accoglienza dell’altro è prioritaria rispetto all’incontro con Cristo. È l’esaltazione dell’uomo e non di Dio.

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Verso la geopolitica imperiale

È tempo di pensare all’immagine del prossimo futuro e, per capire il progetto in corso, bisogna guardare alla geopolitica imperiale. Ci sono molti che non hanno questa percezione, anche se tutto è molto evidente, passo dopo passo. Gli oppositori potrebbero obiettare che non possono esistere imperi che impongono la democrazia. Ma il compito principale degli imperi è garantire la sicurezza dei loro popoli costituenti, il che non differisce dall’enfasi alla sicurezza medica e militare. Ciò che distingue l’impero è però il genere di cura riservata ai propri popoli, dove tutto è omologato, a cominciare dall’informazione, dall’educazione al fine vita.

Pertanto, in connessione con la crisi dell’istituzione dello Stato moderno, si sta ravvivando l’interesse per la struttura imperiale di un mondo multipolare. Infatti c’è qualcuno che ha cominciato a ad essere refrattario alla tendenza imperiale di inglobare tutto e standardizzare ogni cosa.

Anche se il paragone è improponibile nel senso del culto dell’architettura, della letteratura e delle arti, i grandi spazi imperiali (Impero romano, britannico e altri) assicuravano la pace e la sicurezza delle comunicazioni commerciali nei vasti territori del Mediterraneo, dell’Eurasia e della Terra. Ora sopravvive un controllo ossessivo degli imperi che non hanno poco o nulla da offrire se non il profitto e il dominio.

Ciò che sopravvivono sono le aspirazioni imperiali dello stato di “giustizia illimitata” degli Stati Uniti d’America, coperto da una foglia di fico di democrazia e costellato di “zone interessi di vitali” in tutto il mondo.

Ciò che è sopravvissuto è solo il potere e probabilmente l’omologazione anche spirituale, all’interno del mondo occidentale. Per il resto è tutto un fallimento umano: non è stato possibile assimilare i flussi di emigranti e anche la piena integrazione nella comunità europea è fallita. I ghetti cresceranno ogni anno fino a diventare più grandi delle aree abitate dai residenti locali.

Il declino di grandi culture e civiltà può essere maestoso, ma paradossalmente non causa alcun rammarico o sconcerto da parte della nostra leadership politica, come notò Albert Camus in uno dei suoi saggi. Il “declino” dell’Europa moderna “la civiltà europea non è affatto minacciata, se non dall’eventualità di un suicidio, dunque è minacciata da sé stessa, in qualche modo”, profetizzato da molte grandi menti, tutto si sta sviluppando da tempo in un certo senso impercettibilmente.

Nei Paesi Bassi lo standard è ormai dato da circa 7.000 casi di eutanasia, poco più del 4% del numero totale di decessi nel Paese. Di questi, la maggior parte riguarda casi di malattie terminali. I restanti casi erano associati a gravi malattie mentali, inclusa la demenza.

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Poiché lo stato sta degradando come istituzione nel mondo moderno, quale sarà la nuova forma di organizzazione della società?

L’Unione europea che si basava sulla enorme eredità del passato è stata progressivamente percepita come un progetto unico della comunità regionale, capace di riconciliare per secoli l’Europa senza frontiere sulla base di una moneta unica e della libera circolazione di beni, servizi e persone. Dopodiché ha preteso di dare a tutti un catechismo politico o morale: la grande iattura della nostra epoca è invece che la politica pretende di fornirci un catechismo, una filosofia completa e persino, talvolta, un’arte di amare.

Nel contesto della crisi dell’istituzione dello Stato moderno, è possibile che la forma imperiale rinasca con un nuovo contenuto. Ma tutto ciò si sta tutto ciò sta prendendo le sembianze di un cambiamento autoritario nichilista e maltusiano. Alle due superpotenze geopolitiche (USA e Russia) e alle due superpotenze economiche (USA e Cina) si aggiungeranno poteri regionali dai “miti imperiali” universali (Turchia, Iran). Il “declino dell’Europa” continuerà ed è probabile che il futuro dell’Unione venga salvato dalla forma imperiale. L’Unione Europea, anche con le aspirazioni di imporsi militarmente, rimarrà anche nel prossimo futuro un protettorato degli Stati Uniti in politica estera. A maggior ragione per le posizioni prese nel contesto della guerra ucraina.

In funzione di questo l’Europa si riarmerà e non c’è niente di insolito in questo. Ovviamente il riarmo non avvicinerà ala pace, né ci difenderà da un nemico ma permetterà di costruire sul nemico percepito un nuovo ordine interno che già è stato costituito dalla pandemia ed è andato a buon porto, grazie all’accondiscendenza e della credulità della maggioranza della popolazione che ha visto solo il pericolo medico ossessivamente proposto dai media e non il progetto autoritario nascente.

VP News

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