E prevista per oggi una iniziativa sponsorizzata dall’Unione Europea denominata “Stop Bombing, a live call with the children of Aleppo“. Ma se si parte dalla sofferenza dei bambini senza altra considerazione , è ingannevole: non è così che la violenza cessa. Occorre dare una ragione e giudicare tutto ciò che sta succedendo.
Ritengo che una simile iniziativa, se pur apparentemente positiva, sia fortemente contraddittoria. L’Unione Europea è stata per lungo tempo (e lo è ancora) attivamente a favore dell’insurrezione armata in Siria fortemente voluta dai salafiti e da potenze straniere per motivi geopolitici. Singoli paesi dell’Unione Europea hanno fatto parte del gruppo ‘amici della Siria’ avente come obiettivo il sostegno alla guerra contro il legittimo governo del paese.
L’obiettivo è stato messo in opera contro il diritto internazionale per mezzo di una guerra di aggressione asimmetrica, attuata tramite l’utilizzo dei jihadisti e di campagne mediatiche attuate tramite il finanziamento di agenzie di PR. La guerra di Siria è un’operazione supportata dall’Unione Europea ed attuata insieme ad Arabia Saudita e Qatar, paesi dispotici ma con cui siamo legati da interessi economici: questi ultimi sono stati messi sopra ogni altra considerazione etica e morale.
Perciò inopportune e non sincere questo genere di iniziative. Esse attraggono ancora i giusti sentimenti, spesso usati per giustificare aggressioni nelle guerre umanitarie. Iniziativa non sincera specialmente tenendo conto che l’Unione Europea ha affamato quegli stessi bambini (di cui oggi vuol vedere i disegnini ) con inique sanzioni che hanno attaccato il popolo siriano. Queste sanzioni sono state, via via sempre più inasprite contro un paese in guerra nonostante ripetuti appelli dei patriarchi siriani.
Oggi la UE sponsorizza essa stessa iniziative per fermare la guerra, fermare le bombe. Ma a parole, in realtà la UE avrebbe la possibilità concreta di avvicinare la pace ma non lo sta facendo, non lo ha mai fatto. Anzi l’ha alimentata, come in Libia. Oggi adotta lo slogan dei comitati rivoluzionari che per lungo tempo hanno utilizzato la sofferenza dei bambini per trarne vantaggio: è una maniera spregiudicata di utilizzare il dolore per fini terzi.
Il manifesto dell’iniziativa dice giustamente ‘stop bombing’ ma cosa sta per succedendo ad Aleppo…? Chi ha fornito le bombe che adesso si dicono cessare? E chi per lungo tempo ha allontanato il giorno della liberazione di Aleppo, aumentando il numero dei civili e bambini morti ? Chi ha addestrato i jihadisti ? Chi ha messo sù quella sorta di associazione malavitosa che eufenisticamente si fa chiamare ” amici della Siria”?… questi signori hanno una bella faccia tosta a meno che non soffrano di disturbi dissociativi…
Se la UE recependo questa iniziativa è sincera, allora credo che dovrebbe seguire il consiglio che un utente fb ha messo come commento all’ iniziativa:
[su_quote style=”flat-light”]invece di fare queste gioppinate, togliete le sanzioni alla Siria e magari mandate aiuti. I Russi sono in Siria su legittima richiesta del legittimo governo siriano e stanno combattendo i terroristi, facendo un favore anche a noi Europei. Una bella iniziativa sarebbe quella di intimare la resa alle milizie jihadiste. Uno stop ai bombardamenti avrebbe solo l’esito di procrastinare la guerra, consentire il riarmo dei terroristi e prorogare la sofferenza dei Siriani. Aleppo va liberata da questa gente che ha solo vessato in mille modi la popolazione[/su_quote]
Ma uno degli aspetti più abietti della vicenda è che la Ue si è collegata con i bambini tenuti da padre Ibraim, parroco di Aleppo, strumentalizzando la sua opera. E’ l’Unione Europea dico: è come gli organizzatori facessero lo streaming a padre Ibraim da Ryad.
Ma guardando lo streaming, mi accorgo che è accaduto l’imprevisto…
voluto, non voluto? Non lo so. Comunque i bambini hanno detto durante lo streaming che sono i terroristi che gli tolgono la speranza: allora mi aspetto che questo porterà immediatamente una inversione di rotta della UE e sarà riportato correttamente dai TG.
Aspettiamo e mettiamoci comodi.