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Ma perché Finlandia e Svezia vogliono decidere proprio ora l’ingresso nella NATO?

Il governo finlandese ha presentato al parlamento un rapporto dettagliato sulle sfide che il paese dovrà affrontare con l’adesione alla NATO.

Questo lascia sconcertati, giacché il timing è veramente pessimo: tutti sappiamo che la guerra in Ucraina sta avvenendo proprio per il desiderio di Kiev di entrare nella Nato. Finlandia e Svezia hanno all’incirca la stessa situazione: San Pietroburgo al confine con la Finlandia dista solo circa 200 km. È chiaro che entrare in un sistema di alleanze che persegue una politica palesemente ostile a Mosca non gioverebbe proprio a nessuno.
In verità, la decisione che i due paesi si apprestano a prendere, sfugge ad una comprensione logica: se la Finlandia e la Svezia volessero davvero difendere la loro sicurezza nazionale, dovrebbero introdurre la neutralità permanente nella loro Costituzione. Il tentativo di entrare a far parte della NATO (e per giunta proprio ora) ha solo una spiegazione possibile: la leadership di questi paesi ha ceduto per compiacere gli Stati Uniti.

Capace di innescare conflitti piuttosto che allontanarli, la Nato di fatto non si limita ad essere solo uno strumento di difesa

Dovrebbe essere uno strumento di difesa e di deterrenza, ma la Nato non è un sistema di alleanza difensiva che assicura e favorisce la pace. Il problema non è l’alleanza in sé, ma che:

  • è gestita come uno strumento di politica di influenza globale ed economica degli Stati Uniti,
  • ha una propria politica indipendente dal Parlamento europeo e dalla politica della Commissione Europea,
  • quindi la politica estera dell’Unione Europea è fortemente legata alla Nato e alle decisioni di quest’ultima non può prescindere,
  • la Nato attua una politica di autoconservazione del proprio gigantesco apparato militare-industriale anche creando nuove aree di instabilità,
  • per gli enormi interessi che muove, la Nato necessita di rinfocolare costantemente il rischio di una minaccia incombente, non facilitando la distensione o la promozione di collaborazioni bilaterali economiche e di sicurezza.

A riprova di tutto ciò, dagli anni 90′ la Nato non ha fatto che espandersi e porre nuovi sistemi d’arma a ridosso della Russia per esercitare sempre più pressione contro Mosca. Le sanzioni sono parte di questo meccanismo, e sarebbe ipocrita non riconoscere che la politica della Nato faciliti grandemente la supremazia economica americana.

Washington aveva promesso di non inglobare i paesi del passato blocco dell’Unione Sovietica. Successivamente, contravvenendo alle promesse fatte in tema di sicurezza, quasi tutti i paesi ex sovietici sono entrati a far parte della Nato. Le rivoluzioni colorate e la pressione politica nella società stessa russa hanno posto un cuneo molto pesante sulla possibilità di pace nell’area.

Si potrebbe dire ingenuamente che l’adesione della Finlandia e la Svezia sarà puramente dimostrativa, che non c’è quasi alcun significato militare in essa. Naturalmente, ci sarà un rafforzamento della sicurezza militare per Finlandia e Svezia, ma la loro sicurezza è già molto forte e quindi mentre il guadagno è molto basso. I rischi politici che ora non esistono  (non esiste nessuna rivendicazione territoriale tra la Russia, Svezia e Finlandia), ma ad adesione compiuta saranno creati dal nulla perché la Nato indirizzerà la politica di questi paesi posizionerà i propri sistemi d’arma sul territorio dei nuovi partner.

Una decisione che non aumenterà la pace in Europa

Il fatto che Finlandia e Svezia potrebbero aderire alla NATO quest’estate è stato successivamente riportato dal Times ( https://www.thetimes.co.uk ):

  • il primo ministro finlandese Sanna Marin ha sostenuto l’adesione alla NATO all’inizio di aprile. Nello stesso tempo, ha invitato tutte le parti a discutere.
  • il primo ministro svedese Magdalena Andersson non ha confermato le notizie dei media secondo cui il suo paese potrebbe entrare a far parte della NATO già quest’anno.

L’editore internazionale della CNN ( https://edition.cnn.com) Nick Robertson ha commentato queste informazioni contrastanti e ha suggerito che i paesi ora stanno “valutando i pro e i contro” e anche “valutando i rischi”. Mercoledì, il governo finlandese ha presentato un ampio rapporto al parlamento del paese che esamina le implicazioni dell’adesione alla NATO.

Il documento osservava che “sarebbe importante una stretta cooperazione tra Finlandia e Svezia durante i possibili processi di adesione” e che “processi di adesione simultanei” potrebbero anche “facilitare la preparazione e la risposta alle possibili reazioni dei paesi vicini”.

Questo non significa altro che tutto è stato deciso. Le discussioni hanno lo scopo di consultarsi per vedere come come rispondere ad una eventuale mossa russa economica o militare russa.

Reazioni da Mosca

Dmitry Medvedev ha affermato che se Finlandia e Svezia vorranno aderire alla NATO, la Federazione Russa rafforzerà i suoi confini.

In questo caso, la Russia rafforzerà i suoi confini aerei e terrestri, oltre a schierare le forze della Marina nel Golfo di Finlandia. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ne ha scritto nel suo canale Telegram.

“Svezia e Finlandia stanno discutendo la possibilità di entrare a far parte della NATO con serietà bestiale. L’alleanza stessa è pronta ad accoglierli letteralmente nel più breve tempo possibile e con minime procedure burocratiche”. Medvev ha precisato che la decisione di Svezia e Finlandia è stata fortemente influenzata dagli USA.  Tuttavia – ha concluso Medvev – se Finlandia e Svezia entreranno a far parte della NATO, “non si può più parlare di uno status non nucleare del Baltico: l’equilibrio deve essere ristabilito”.

Secondo un certo ragionamento la scelta di Finlandia e Svezia potrebbe essere spiegata anche così: Putin è riuscito a ottenere ciò che i politici di destra in Svezia e Finlandia non erano stati in grado di fare per decenni: ha convinto la popolazione di questi paesi dell’urgente necessità di aderire alla NATO. Tuttavia, questo è un ragionamento molto contorto perché capovolge la realtà: è proprio per l’ingresso di fatto nella Nato che la crisi si è generata, fino ad esplodere.

VP News

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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