Emmanuel Macron continua la sua battaglia per riprendere il controllo della Francia. E non sembra essere una sfida semplice. L’Eliseo ha tentato, con i suoi annunci della scorsa settimana, di placare l’ira dei manifestanti che hanno paralizzato il Paese per settimane. Ma il tentativo, se ha in qualche modo escluso la ripresa violenta delle proteste, non ha fermato l’onda lunga del malcontento popolare, che resta immutato, soprattutto nei confronti del presidente Macron.
Lo dimostrano anche i sondaggi: ogni giorno, il leader francese crolla inesorabilmente nel consenso popolare. L’ultima rivelazione Odoxa, pubblicata dai media francesi, è più di un campanello d’allarme: è il simbolo di un fallimento ormai irrecuperabile. Solo il 27% dei francesi ha fiducia in Macron. È il dato più basso da quando il leader di En Marche! è arrivato all’Eliseo. Il 74% dei francesi lo considera “il presidente dei ricchi”, uno degli slogan preferiti dalle manifestazioni dei gilet gialli, mentre solo il 33% lo considera un leader competente (-16% negli ultimi mesi). E mentre Macron crolla, Marine Le Pen dilaga, crescendo di 6 punti percentuali in un mese. A dicembre ha il 29% delle simpatie dei francesi, e molti gilet jaunes considerano Rassemblement National il loro partito di riferimento.
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Come se non bastasse, Macron rischia di collassare proprio sotto i colpi di chi in teoria dovrebbe rappresentare la sua prima barriera protettiva: la polizia. Le ultime settimane hanno scatenato una forte ondata di proteste da parte della gendarmeria nazionale, impegnata per giorni e giorni a contrastare le manifestazioni dei gilet gialli e provocando uno stress che i sindacati di polizia considerano del tutto eccessivo. Migliaia di agenti, mobilitati in tutto il Paese, hanno lavorato ininterrottamente e con enormi pericoli, senza che gli fossero pagati gli straordinari. E la gendarmeria si è scoperta debole, con carenze di personale molto gravi, mezzi e dotazioni inefficienti.[su_spacer]
Il ministro dell’Interno,
Christophe Castaner, sta incontrando in queste ore i sindacati di polizia. L’idea è che il governo voglia capire come placare
la protesta dei funzionari. Una sigla sindacale, Alliance, ha già avviato le prime proteste chiedendo agli agenti di polizia di attivarsi solo su chiamata. Un altro sindacato,
Unsa Police, vuole invece essere ricevuto dal presidente per esporgli “le legittime richieste di tutti gli agenti”. E lanciano un segnale chiaro attraverso un manifesto: “Le rotatorie non sono riservate esclusivamente ai gilet gialli”. Mentre
Unit-SGP-FO ha dato un ultimatum al governo per dare risposte concrete entro l’11 gennaio 2019. Altrimenti, dicono fonti del sindacato, prepareranno una grande mobilitazione per il 26 gennaio[su_spacer]
Macron, per evitare che anche la polizia gli si rivolti contro e rimanga veramente solo di fronte a una Francia che si ribella, corre ai ripari.
Come scritto da Le Figaro, il governo proporrà un bonus straordinario di
300 euroalle forze di polizia mobilitate per gestire le settimane di fuoco dei gilet gialli. Secondo le prime indiscrezioni, il provvedimento è contenuto in un emendamento presentato nella legge di bilancio per il 2019. Ma la questione non sembra essere di poco conto. La polizia è il pilastro della sicurezza francese. E un’eventuale unione di intenti fra le forze dell’ordine e i gilet gialli potrebbe creare una situazione di pericoloso dai risvolti molto complicati. L’isolamento di Macron ,a quel punto, sarebbe totale.
fonte http://www.occhidellaguerra.it/macron-francia-polizia/
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