Tutti a festeggiare Macron, ieri e oggi, in Italia: si festeggia la faccia nuova dei vecchi poteri, quelli di sempre, il discepolo di Attali (e abbiamo detto tutto), il simbolo del nuovo saldamente avvinghiato al vecchio.
In fondo è quello che avrebbe voluto essere Renzi, ma non ci è riuscito. Il volto nuovo che trionfa sulle note dell’inno alla gioia, con tutto il mondo che lo festeggia. Ma non è per lui, troppo provinciale, il bis-segretario del PD: un conto è la Banca Rothschild un conto è la Banca Etruria.
E poi ce lo vedete, Renzi, a camminare da solo all’ingresso di Palazzo Chigi con la nona di Beethoven di sottofondo? Viene da ridere solo all’idea. Chissà che direbbe Crozza. E infatti Renzi ha “rosicato” – l’ha detto lui – tutto il tempo, pensando a Macron.
Io sono molto contenta del fatto che Renzi abbia vinto le primarie: ha dimostrato di essere l’unico in grado di distruggere il PD, e sono certa che in poco tempo completerà l’opera che ha iniziato.
Per esempio è riuscito ad affossare completamente l’Unità, il glorioso “organo del partito comunista, fondato da Antonio Gramsci”. Il giorno del suo ritorno al partito da vincente, l’Unità non è uscito in edicola, e questo per noi è un buon auspicio. Pare che al giornale restino solo pochi giorni di vita in web. Poi, la fine.
Ma che ci fai con l’Unità, cha sa tanto di stantìo: vuoi mettere con twitter?
E d’altra parte, a Renzi non serve un giornale di partito: lui i giornali ce li ha praticamente tutti ai suoi piedi!!!!
Basta vedere Repubblica: domenica aveva aperto con il flop delle unioni civili, che non interessano praticamente a nessuno. Ma è bastato che Renzi dal palco dicesse che no, ma quale flop, i diritti non si contano…e a Repubblica hanno cambiato immediatamente la titolazione on line, e sono partiti con le interviste riparatorie. Poco mancava che ritirassero le copie cartacee dalle edicole.
Renzi finirà di distruggere il PD perché a lui interessa un solo partito, il suo: il PdR, il Partito di Renzi (quelli del Fatto lo scrivono sempre).
Lui non vuole vincere alle elezioni, sa che non ce la fa. Gli basta avere un bel gruppo di parlamentari fedelissimi, di quelli che in confronto Fracchia era un ribelle, per arroccarsi in parlamento e prepararsi a tornare a Palazzo Chigi (Dio non voglia).
A lui basta rinnovare “il look”, come ha fatto: lui ha messo dentro il partito i “Millennials”, una manciata di bei giovani ventenni rigorosamente fotogenici, ha fatto fuori i gufi che vengono così male nei video, e del resto chissene.
E poi, ecco le parole nuove: “lavoro”, “casa”, “mamma”. Sullo sfondo del palco da cui parlava c’erano anche “vaccini”, “figli” e “mamme”, al plurale. La rete si è scatenata, un po’ come sulla faccenda del libero sparo notturno.
A Eugenia Roccella invece sono venute in mente, per associazione di idee, le mamme dell’utero in affitto: è stato Renzi a sdoganarle, proprio con la legge sulle unioni civili, quella che è un flop ma non si può dire che è un flop.
E vista l’aria che tira, si stanno scaldando i motori per il #nogenderday. Una giornata per dire no al gender. Intanto c’è la pagina fb, qua. Andatela a vedere. Ci sono i titoli cambiati di Repubblica e molto altro, e la arricchiremo tutti ogni giorno di più.
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