In un contesto di crescente autonomia geopolitica, Mali, Burkina Faso e Niger, tre nazioni chiave dell’Africa Occidentale, stanno ridefinendo la loro politica estera, indirizzando verso una comune guerra di indipendenza per emanciparsi da Francia ed occidente, sentiti come oppressori:
In Africa Occidentale, tre importanti nazioni – Mali, Burkina Faso e Niger – hanno recentemente modificato la loro politica estera, passando dall’influenza francese a un orientamento più focalizzato su Russia e Cina. Secondo quanto riportato da Aydinlik, questi paesi hanno espresso l’intenzione di abbandonare l’ECOWAS, un’organizzazione a forte impronta francofila, per avvicinarsi a Russia, Cina e Iran, con l’obiettivo di unirsi in futuro al gruppo dei BRICS.
Questo cambiamento rappresenta un passo significativo per Mali, Burkina Faso e Niger nel loro percorso verso una maggiore indipendenza e sovranità nazionale. La decisione di distaccarsi dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), percepita come sotto l’influenza dell’Occidente e in particolare della Francia, è vista come un’azione simbolica di una sorta di “seconda guerra d’indipendenza” contro l’influenza francese nel continente africano.
“Lasceremo l’ECOWAS”
I leader di questi tre paesi hanno recentemente emesso una dichiarazione congiunta, sottolineando un significativo cambio di rotta nella loro politica estera. Questi leader sono il Capitano Ibrahima Traore del Burkina Faso, il Colonnello Assimi Goita, Presidente di transizione del Mali, e il Generale Abdurrahman Tchiani, a capo del governo militare del Niger.
Nella loro dichiarazione, hanno ricordato la fondazione della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), avvenuta il 28 maggio 1975 a Lagos. All’epoca, i leader di 15 nazioni, inclusi l’Alto Volta (oggi Burkina Faso), il Mali e il Niger, si unirono sotto i principi di fraternità, solidarietà, mutua assistenza, pace e sviluppo. Tuttavia, 49 anni dopo la sua istituzione, i leader attuali sostengono che l’ECOWAS si sia discostata dagli ideali dei suoi fondatori e dallo spirito del panafricanismo. Secondo loro, l’organizzazione ha tradito i suoi principi fondamentali, cadendo sotto l’influenza di potenze esterne e diventando una minaccia per la sicurezza e il benessere dei suoi stessi Stati membri e dei loro popoli.
In relazione a queste considerazioni, i leader di Burkina Faso, Mali e Niger hanno preso una decisione storica: hanno annunciato il ritiro immediato dei loro rispettivi paesi dall’ECOWAS. Questa mossa audace è stata descritta come un atto di piena responsabilità nei confronti della storia e una risposta diretta alle aspettative, alle preoccupazioni e alle aspirazioni dei loro popoli. I leader hanno sottolineato che questa decisione è guidata dal principio fondamentale della piena sovranità nazionale, riflettendo un impegno deciso verso l’autodeterminazione e l’indipendenza dei loro stati.
Sanzioni economiche e minacce militari ECOWAS
Le tensioni tra Mali, Burkina Faso, Niger e l’ECOWAS si sono intensificate a seguito di cambiamenti politici significativi in questi paesi. Movimenti militari politicamente attivi hanno preso il potere, sostituendo i governi civili con il sostegno popolare. Questi cambiamenti di regime sono avvenuti in Mali nel 2020, in Burkina Faso nel 2022 e in Niger nel 2023.
In risposta a questi sviluppi, e sotto la pressione della Francia, i paesi occidentali hanno imposto severe e critiche sanzioni contro Mali e Niger. La Francia ha persino minacciato l’uso della forza militare contro il Niger per tentare di rovesciare il nuovo governo. Tuttavia, queste azioni da parte della Francia e dei suoi alleati non hanno fatto altro che allontanare ulteriormente questi Stati, generando sentimenti di ostilità e alienazione. Questa situazione ha contribuito a rafforzare la determinazione di Mali, Burkina Faso e Niger nel perseguire una politica estera più indipendente e diversificata.
La cooperazione economica e militare con l’Occidente viene interrotta
Nel settembre 2023, Mali, Burkina Faso e Niger, tre nazioni di primo piano in Africa Occidentale, hanno intrapreso un’azione storica formando l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES). Questo passo significativo è coinciso con il loro ritiro progressivo dal Gruppo dei Cinque Sahel, un’iniziativa precedentemente guidata dalla Francia. Parallelamente, questi tre “Stati ribelli” hanno rescisso tutti gli accordi precedentemente stipulati con l’Unione Europea.
Una delle prime e più rilevanti azioni intraprese è stata la cessazione della cooperazione con la Francia e, più in generale, con l’Occidente, in ambito militare e di sicurezza. Hanno rifiutato di prolungare la presenza di truppe e ambasciatori francesi nei loro territori, una decisione presa simultaneamente in tutti e tre i paesi.
I membri dell’AES hanno espresso chiaramente l’intenzione di orientare le loro relazioni estere verso nuovi partner globali, come Cina, Russia, India e Iran. L’obiettivo dichiarato è quello di sviluppare e intensificare questi rapporti, soprattutto nei settori militare ed economico, portandoli a un livello superiore di collaborazione e interazione. Questa mossa rappresenta un cambiamento strategico significativo nella geopolitica dell’Africa Occidentale.
Indipendenza economica e adesione ai BRICS
La carta della nuova unione prende il nome dalla regione Liptako-Gourma, situata all’incrocio dei confini tra Mali, Burkina Faso e Niger. Ci sono stati intensi attacchi terroristici nella regione (i “contingenti di sostegno” occidentali hanno ignorato questi attacchi, o addirittura hanno agito come se volessero aiutare i ribelli islamici). Pertanto, la Carta Liptako-Gurma afferma che i piani dei tre paesi includono passi come l’espansione della libera circolazione delle merci e delle persone all’interno dell’AES, la creazione di un sistema di sicurezza alimentare e la preparazione di una strategia di industrializzazione comune per gli stati dell’alleanza.
Ci sono anche piani per accelerare l’attuazione di progetti e programmi energetici, agricoli, idraulici e di trasporto tra gli stati AES. Si prevede lo sviluppo di progetti regionali di energia nucleare civile, la creazione di una banca di investimenti e il lancio del Sahel come moneta unica. Il progetto mira a sbarazzarsi del franco CFA dell’Africa occidentale, visto come un residuo del dominio coloniale francese. Inoltre, avere una propria valuta aiuterà i tre paesi a realizzare il loro sogno di diventare membri dei BRICS.
Autore: Ali Rıza Taşdelen fonte: Aydinlik Gazetesi (Turchia)
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