28 marzo 2020 da meditazioni di mons. Luigi Negri
Carissimi amici, mentre le vicende quotidiane segnano una quasi inesorabile consumazione della realtà con un lento e inesorabile degradare, noi non possiamo lasciarci sorprendere da nessuna tristezza e da nessuna sfiducia.
I nostri occhi sono, infatti, fissi con Cristo in Dio e la nostra vita respira, ormai in modo definitivo, della sua Presenza. Essa è carica certamente di provocazione e di fatica, ma insieme è comunicatrice di una pace e di una bellezza inaspettata che trova corrispondenza nelle esigenze più profonde del nostro cuore.
Noi siamo salvati dal Mistero della Morte e della Risurrezione del Signore e non lo siamo una volta sola, perché veniamo salvati ogni giorno: generati ogni giorno da una novità di vita che anima in profondità il nostro cuore, che riempie di fecondità l’esistenza, anche quella che può sembrare per moltissimi nostri fratelli così inutile, così condannata al non senso, così segnata dalle tante vicissitudini nelle quali siamo immersi.
La vita umana è bella perché non è espressione del nostro potere. Se fosse espressione del nostro potere non avrebbe nessuna possibilità di esserlo. La vita umana è bella perché porta dentro di noi un Mistero più grande di noi, aprendo il nostro cuore a dimensioni nuove dell’esistenza: le dimensioni della verità, della bellezza, della giustizia, del bene. In questo modo la nostra esistenza assume una capacità di sguardo verso Dio e verso i fratelli che rende la nostra vita così piena, così totalmente nostra perché, paradossalmente, non è più assolutamente nostra.
Camminiamo insieme in questa dimensione di novità che ci viene donata ogni giorno dal Mistero di Cristo; basta che noi lo fissiamo e volgiamo i nostri occhi – poveri, pieni di domanda e qualche volta pieni di tensione – verso la sua Presenza misericordiosa, ritrovando, in fondo al nostro cuore, la grande preghiera della Chiesa: «Vieni, Signore Gesù!».
Accompagniamoci insieme nel chiedere umilmente, ogni giorno, al Signore che venga nella nostra esistenza, che prenda possesso totalmente della nostra vita, che non lasci neanche una piccola parte di questa nostra vita – come ci ricordava Jean Guitton – senza averla posseduta e trasformata tutta.
Il mondo aspetta la nostra testimonianza, il mondo aspetta di essere evocato da noi a quella presenza umana di Cristo che rende la vita veramente umana perché totalmente di Dio.
Accompagniamoci insieme lungo questa strada, avendo misericordia l’uno dell’altro, e chiediamo, soprattutto, che il tempo riveli sempre più questa novità, mettendoci in grado di comunicarla a tutti.
Vi benedico di cuore.
+ Luigi Negri