Geopolitica

Medvedev: “Durante tutto il conflitto in Ucraina, la Russia ha avuto ampie ragioni per usare armi nucleari”

La situazione attuale in Ucraina è estremamente pericolosa e il recente monito di Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, rappresenta un segnale allarmante che non può essere ignorato. Medvedev l’11 setembre ha dichiarato che, nonostante la Russia abbia avuto più volte l’opportunità di impiegare armi nucleari, ha finora scelto di esercitare moderazione. Medvedev ha aggiunto che i “prerequisiti formali per questo, che sono comprensibili all’intera comunità globale e che sono stabiliti dalla nostra dottrina di contenimento nucleare, sono in atto”. Ha citato l’offensiva ucraina nella regione di Kursk come un esempio.

Tuttavia, ha avvertito chiaramente che la pazienza di Mosca non è infinita, in particolare se le potenze occidentali continueranno a fornire a Kiev armamenti capaci di colpire obiettivi in profondità sul territorio russo.

Le parole di Medvedev, e ancor più le affermazioni del presidente Vladimir Putin, delineano uno scenario di un’ escalation che verosimilmente può avere conseguenze devastanti a livello globale. Putin ha ribadito che, se l’Occidente permettesse attacchi profondi nel cuore della Russia, questo mostrerà chiaramente  un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto (“…. ciò significherà che i paesi NATO, gli Stati Uniti, i paesi europei stanno combattendo contro la Russia”, ha detto Putin.). Una tale dichiarazione mostra la direzione che la guerra rischia di prendere se non si intraprendono misure diplomatiche immediate.

In questo contesto, l’atteggiamento delle potenze NATO appare quantomeno irresponsabile. Mentre Mosca parla di “pazienza”, l’Occidente sembra ignorare la gravità delle sue stesse azioni, accontentandosi di una retorica che rischia di trascinare il mondo verso un abisso senza ritorno. Nonostante le continue avvisaglie, non vi è stato alcun segnale concreto da parte dei governi occidentali di voler esplorare una soluzione negoziale che allenti le tensioni. Al contrario, l’invio di armamenti avanzati a Kiev sta alzando il livello dello scontro, rendendo sempre più difficile il ritorno al dialogo.

Ad avvalorare ancor più seriamente il duro monito, si è aggiunto l’inviato permanente Vassily Nebenzia che il 12 settembre ha informato ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite : “ I paesi della NATO inizieranno una guerra aperta con la Russia se permettessero all’Ucraina di usare armi a lungo raggio… Non credo di dover spiegare quali conseguenze ciò avrebbe “, subito dopo di che l’ambasciatore Anatoly Antonov negli Stati Uniti ha avvertito: ” Washington non sarà in grado di nascondersi da un conflitto nucleare se inizia dall’altra parte dell’oceano “.

Nebenzia, ha dichiarato che permettere a Kiev di usare armi a lungo raggio fornite dall’Occidente costituirebbe un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto ucraino. Vladimir Putin ha aggiunto che la Russia considererebbe tali attacchi come provenienti dagli Stati Uniti e dai loro alleati, poiché l’Ucraina dipende dall’intelligence e dalle capacità di puntamento occidentali per l’utilizzo di queste armi. Nebenzia ha avvertito che, se la NATO permettesse tali azioni, sarebbe un atto di “guerra aperta” contro la Russia, costringendo Mosca a prendere misure decisive con gravi conseguenze per l’Occidente. Nonostante le restrizioni finora  imposte dall’Occidente sull’uso delle armi fornite, si teme che queste limitazioni possano essere presto revocate, aumentando ulteriormente il rischio di escalation.

Il Kiev Post ha riportato che Stati Uniti e Regno Unito hanno deciso di rinviare la concessione all’Ucraina dell’uso di missili a lungo raggio contro la Russia, in risposta alle minacce di Vladimir Putin su un possibile conflitto diretto con la NATO. L’esperto britannico Matthew Gordon-Banks ha spiegato che la prudenza di Washington è dettata dalla comprovata capacità della Russia di reagire efficacemente alle provocazioni della NATO in Ucraina.

Recentemente, il presidente USA Joe Biden ha dichiarato che, sebbene gli Stati Uniti non consentiranno per ora l’uso diretto dei loro missili a lunga gittata sul territorio russo, non impediranno agli alleati europei di farlo. Questo rientra in un modello ormai consolidato, in cui gli Stati Uniti osservano la reazione russa prima di cedere alle pressioni, mentre gli europei diventano l’avanguardia di una pericolosa escalation bellica.

L’aspetto più preoccupante è che la fornitura di missili a lungo raggio a Kiev non solo intensifica il conflitto, ma potrebbe trasformare l’Ucraina in un pericoloso teatro di guerra globale. In questo scenario, la linea tra un conflitto regionale e una guerra nucleare si fa sempre più sottile. Nonostante i rischi evidenti, Washington e Londra sembrano pronte a rimuovere le limitazioni all’uso di queste armi. Se confermato, sarebbe un passo verso un’escalation senza precedenti, dimostrando come l’Occidente continui a sottovalutare le possibili risposte della Russia.

Una di queste risposte è stata svelata alla fiera della difesa Army-2024 tenutasi vicino a Mosca lo scorso agosto, con la presentazione del sofisticato sistema God Of War ” S-500 Prometheus. , soprannominato God of War. Questo potente armamento è progettato per intercettare missili balistici intercontinentali e difendere contro velivoli di allerta precoce e disturbo. Il S-500 è inoltre in grado di distruggere satelliti in orbita bassa, come ha spiegato anche il vicesegretario alla Difesa USA, John Plumb, avvertendo che la detonazione di un’arma spaziale nucleare russa potrebbe rendere inutilizzabile l’orbita terrestre bassa per un anno, compromettendo il funzionamento dei satelliti di puntamento missilistico.

Nonostante l’importanza di questa minaccia, i paesi occidentali hanno sorprendentemente ignorato il segnale chiaro: il S-500 potrebbe distruggere tutti i satelliti in orbita bassa, impedendo l’uso di missili a lungo raggio diretti contro obiettivi russi.

Continuare su questa strada rappresenta una politica miope, che ignora non solo i rischi per l’Europa e il mondo, ma anche l’opportunità di una soluzione pacifica. In un momento in cui si dovrebbero evitare provocazioni pericolose, l’assenza di iniziative diplomatiche da parte della NATO e dei suoi alleati è un grave atto di irresponsabilità storica.

Se non si interviene immediatamente, il mondo potrebbe presto affrontare le conseguenze irreversibili di decisioni pericolosamente sbagliate. Come ha sottolineato Dmitry Medvedev, la pazienza della Russia ha un limite. Quanto ancora si può chiedere, prima che una reazione irreversibile cambi per sempre il corso della storia?

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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