Tutto il popolo siriano lotta contro i fondamentalisti islamici ma Comune di Napoli indice una giornata a favore della ‘rivoluzione siriana’ che in realtà è un’invasione estremista e mercenaria.
E’ utile mandare una mail al Sindaco di Napoli [email protected] (iniziativa proposta dalla rete NO WAR) –
Signor Sindaco
Dopo Iraq e Libia, ora è il turno di un altro “stato canaglia”: la Siria.
Con il pretesto di aiutare la “rivoluzione siriana”, da due anni, il Governo italiano, la NATO, la Comunità Europea, i peggiori satrapi delle petromonarchie mediorientali, dopo aver riconosciuto i banditi del Consiglio Nazionale Siriano quali “unici rappresentanti del popolo siriano”, continuano ad armare bande di mercenari, responsabili di innumerevoli crimini, (autobombe, sgozzamenti, gas tossici…); impongono sanzioni, che affamano il popolo siriano; alimentano una guerra che ha già prodotto un milione di morti e, per il popolo italiano, crescenti spese militari.
Una aggressione che ha fatto stringere la popolazione siriana (che non vuole fare la fine di quella libica o irakena) intorno al governo di Damasco. E non a caso oggi il Washington Post – citando un sondaggio realizzato dal Dipartimento di Stato USA – è costretto ad ammettere che, se oggi in Siria si svolgessero elezioni libere da pressioni e condizionamenti, il 75% della popolazione (contro il 51% delle elezioni del 2009) voterebbe per Assad.
Oggi, dopo la scesa in campo della Chiesa, la débâcle dell’Occidente e lo stop ai bombardamenti, una opinione pubblica che comincia a svegliarsi.. persino il governo italiano è costretto a prendere pubblicamente le distanze dai cosiddetti “ribelli” . Non così il Comune di Napoli che, tramite il suo Centro Europeo di Informazione cultura e cittadinanza, arriva a patrocinare, per il 6 dicembre, una “Giornata per la Siria libera” organizzata dal gruppo “Rivoluzione siriana”.
Una iniziativa grave che, con la confusione generata dal supporto ai ribelli, in realtà ribelli armati e fuori ogni cornice di giustizia e di legalità internazionale, rischia di rafforzare il ruolo che le forze atlantiche intendono assegnare a Napoli – già sede del Comando delle Forze Navali Usa in Europa – come testa di ponte per le aggressioni in Medio Oriente.
Pertanto, facendo seguito all’appello che le ha inviato la Rete No War di Napoli, anche in nome delle istanze di istanze di libertà e di giustizia sociale che continuano ad animare i popoli arabi e del Mediterraneo, le chiediamo il ritiro di ogni patrocinio a questa iniziativa che si configura come un supporto ad una aggressione che ha già provocato, oltre a lutti e distruzioni, innumerevoli profughi, molti dei quali continuano a riversarsi sulla nostre coste.