I media russi riportano che il ministro degli esteri russo Lavrov dal Valdai Internetional Club ha lanciato un avvertimento: la comunicazione con l’Europa potrebbe essere interrotta
Il 12 ottobre l’alto rappresentante dell’UE per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell ha dichiarato che i ministri degli esteri dei paesi dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo per varare nuove sanzioni nei confronti dei rappresentanti russi a causa dell’avvelenamento del blogger Alexei Navalny.
Nonostante la narrativa unanime di tutti i media europei, in realtà – esaminando i fatti – non esiste certezza che il governo russo sia il mandante dell’avvelenamento di Navalny. Anzi ad un occhio non di parte, ci sono parecchi elementi contrastanti con la lettura degli eventi promossa da Berlino e Parigi.
Ciononostante è da rilevare che tutti i paesi europei – nessuno escluso – ha votato contro l’adozione di questi provvedimenti restrittivi.
Seppure Borrell ha considerato che il caso Navalny non può determinare le relazioni dell’Unione europea con la Russia, questo è il tipo di considerazione che la UE fa a chili anche in presenza di atti estremamente ostili. Bruxelles non ha mai dichiarato di aver fatto un qualsiasi atto o decisone per cattiveria o per un qualche interesse di lucro o interesse geopolitico. Si direbbe che l’Europa nutra un vero amore ed empatia per tutti.
Ricordiamo invece che il presidente Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti sono in Siria per il petrolio. Questo dimostra che si può essere scorretti ma dignitosi. La UE non lo è, e questo rende problematico un dialogo, visto che le bugie rappresentano la costante che accompagna la politica estera europea.
E’ interessante che la pubblicazione russa Isvezia riporta che un senatore russo ha fatto notare che è grave che le sanzioni saranno prese senza l’avvio e tantomeno attendere i risultati di una indagine penale ed evidentemente questo è fuori da ogni logica o procedura giuridica.
Oggi la notizia delle sanzioni alla Russia è stata riportata con soddisfazione dal quotidiano Repubblica (https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/10/12/news/sanzioni_alla_russia_l_europa_unita_sul_caso_navalnyj-270376688/) che in due differenti articoli ha attribuito alla Russia ogni sorta di crimine, compreso il russiagate negli USA , mentre invece l’indagine statunitense non solo ha scagionato Mosca ma è in corso una indagine internazionale per indagare su una possibile messa in atto di una messinscena da parte di esponenti del partito Democratico.
E’ interessante che in uno dei due articoli citati su Repubblica si nomina Navalny come capo dell’opposizione russa , mentre si e no , Navalny ha il 2%. Ma mi si obietterà “lo fanno tutti”.
Va bene, allora…
Interessante he uno dei due articoli esce dalla mano di un giornalista che si occupa di smascherare le fake news (https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/10/12/news/nel_mirino_gli_007_del_novichok_agenti_della_guerra_invisibil-270377754/).
Il fatto di Navalny è di per sé grave, ma l’isteria che da tempo è costante negli atti e le decisioni prese dalle autorità politiche europee quando si tratta di Russia , Non si intravvede la logica di tale comportamento se non un desiderio di deteriorare costantemente i rapporti e mettere in atto provocazioni sempre più spinte.
Non si tratta di una tendenza ma di un metodo attivo che arriva persino a costruire i presupposti per aumentare le criticità ed i malumori all’interno di determinati paesi affinché i rispettivi governi vengano rovesciati e sostituiti con altri più controllabili.
Questo è attualmente in atto in Bielorussia, in Ucraina ed in Crimea russa ma anche in altri teatri come in Siria ed in Libia.
Personalmente ritengo che la diplomazia russa ha reagito sinora in modo pacato e ragionevole ed ha allontanato pretesti per acutizzare le crisi in corso, pur non rinunciando a difendere i propri interessi e la propria sovranità nazionale.
Però ora, probabilmente la misura è veramente colpa. Il ministro degli esteri russo Lavrov evidentemente si sta rendendo conto che ogni sforzo e mano tesa, si stanno rilevando inutili e vengono intesi come debolezze ed occasione per mettere in atto ulteriori atti ostili.
E’ per questo che Lavrov ha osservato che i responsabili della politica estera in Occidente non comprendono la necessità di una comunicazione reciprocamente rispettosa. Pertanto, la Russia smetterà di parlare con loro.
“Inoltre, Ursula von der Leyen ha affermato che la partnership geopolitica con l’attuale governo russo non funziona. Così sia, se lo vogliono”.
Lavrov ha fatto anche notare che Bruxelles vanta una superiorità morale rispetto alla Russia ma che questo non corrisponde ai fatti. Per cui da questo momento la Russia smetterà di guardare indietro all’occidente.
patrizio ricci by @vietatoparlare